Cremonini e la sua battaglia contro la schizofrenia: “Sentivo un mostro dentro di me”

Cesare Cremonini parla del rischio che ha corso di perdersi in una malattia mentale grave come la schizofrenia:
Come mi disse lo psichiatra: una pallottola mi ha sfiorato. Andai da lui per accompagnare un’altra persona. Poi gli raccontai di me, di quel che provavo. I sintomi crescenti. Quasi ogni giorno, sempre più spesso, sentivo un mostro premere contro il petto, salire alla gola. Mi pareva quasi di vederlo. E lo psichiatra me lo fece vedere. L’immagine si trova anche su Internet. ‘È questo?’, chiese. Era quello. Braccia corte e appuntite, gambe ruvide e pelose. La diagnosi era: schizofrenia. Percepita dalla vittima come un’allucinazione che viene dall’interno. Un essere deforme che si aggira nel subconscio come se fosse casa sua”.

Erano due anni che Cremonini aveva sviluppato una vera e propria…  “ossessione feroce per la musica. Smisi di tagliarmi la barba e i capelli. Mangiavo solo pizze a pranzo e cena. A volte due pizze pure a cena. Superai i cento chili. Non facevo più l’amore, se non da ubriaco. Avevo smesso qualsiasi attività fisica. Lo psichiatra mi chiese cosa mi faceva sentire meglio. Risposi: camminare. Non lavorare; il lavoro era la causa. La cura era camminare. Ho camminato per centinaia di chilometri. Ho scoperto i sentieri di collina. Ho preso anche farmaci, cose leggere, di cui non parlo per rispetto a chi ha dovuto fare cure farmacologiche pesanti. Quando sento il mostro borbottare, mi rimetto in cammino. Su una collina, in montagna. Sono tornato dallo psichiatra alla fine del primo tour negli stadi. Mi ha chiesto se vedevo ancora i mostri. Gli ho risposto di no, ma che ogni tanto li sento chiacchierare. E lui: ‘Let them talk’”

Bravo Cesare questo sarò molto utile a tutti quelli che combattono con le malattie mentali. Che ne pensi?

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Cremonini e la sua battaglia contro la schizofrenia: “Sentivo un mostro dentro di me”ultima modifica: 2020-11-30T11:40:36+01:00da annawintour0

1 commento


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    Bravo Cesare, credo tu aiuti tanti giovani -ed anche meno giovani- a non sentirsi ‘diverso’.
    Sono vecchio, una vita apparentemente normale, anche invidiata, tuttavia impregnata di tanta sofferenza interiore.

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