Guardo nuovamente il blog e mi rendo conto di quant’è fugace il tempo. Più veloce vola, più mi sento incoraggiata a vivere ogni momento con intensità. Non mi sono mai imposta una vita lineare, anzi la detesto. Penso che l’uomo può sentirsi veramente libero solo quando vive in varie direzioni.
D’altra parte, ammetto di volere stabilità, di non avere più l’animo tormentato dalle insicurezze. Credo, comunque, che le insicurezze non svaniranno mai completamente. Sia esse generate dagli altri o dalla carriera, esse esisteranno sempre. La sensibilità, poi, peggiorerà il timore dell’incertezza. L’indifferenza aiuterebbe in questi casi. Coprirebbe con un velo, almeno per un pò, le paure.
Con la pandemia c’è stata una morte improvvisa e violenta, una rivelazione di problematiche sapute e ignorate. All’inizio, soffrì quasi un esaurimento nervoso. Vidi diventare polvere le ambizioni di quell’epoca, vidi la mia libertà derubata. Fui, d’un tratto, simile ad un uccello rinchiuso in gabbia. Dissi a me stessa: Ora so bene cosa prova l’uccello in gabbia.
Con la nuova realtà, ad un certo punto arrivai ad ignorare le notizie o qualsiasi cosa che aveva a che fare con la situazione. Incoraggiai me stessa di reinventare il mio mondo, di creare tramite la scrittura o il disegno. Che i morti rimangono con i loro morti, io sono ancora piena di vita!
Scoprì, quindi, nuovi autori tra cui la mia adorata Anais Nin, Henry Miller, Gabriele D’Annunzio, Percy Shelley. Letture erotiche, comiche, drammatiche e poetiche diedoro colpi di pennellate al mio grigio animo. Mi rallegrai.
Dopo tanti mesi di progressi e fallimenti, finalmente ho ritrovato l’opportunità di incontrare la Cultura. Nel centro di Roma c’è la casa del poeta inglese John Keats.
Secondo le fonti, nella stessa zona ebbero dimora anche Shelley e Byron. Questo trio di romantici furono grandi amici, ognuno con una vita più turbolente dell’altra. Keats arrivò a Roma nel vano tentativo di salvarsi dalla tubercolesi che lo stava progressivamente uccidendo. La casa era ricca di libri antichi, di lettere e varie “reliquie” . Una che mi ha lievemente turbata in particolare è stata una piccola urna contenente un pezzo della mascella di Shelley. E’ stato il ricordo della mortalità a farmi sentire così. La stanza da letto, piccola e modesta. Il caminetto mi ha ispirato romanticismo e intimità anche se, in quel contesto con lo stato di salute di Keats, c’era ben poco di romantico…
Tornando a casa, ho osservato il cielo lentamente dipingersi di un rosso sanguineo…