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LE SPROVVEDUTE . Comandare a sé stessi è la più alta forma di comando (Seneca)

“Alla resilienza di ogni piccolo fiore”- dedica il suo libro LE SPROVVEDUTE Giuseppe Fini. Un racconto generazionale sulla violenza contro le donne che in occasione della prossima giornata internazionale  sarà presentato in anteprima il 23 novembre ad Aprilia  – Roma con Noi, i libri e nel  2020 sarà alla Francesco Dionisi Biblioteca Comunale di Villa Sforza di Lanuvio dove è partita una rassegna di scrittori aperta da Dacia Maraini, ospite.

Tutto in una stanza. Si consuma il non amore per Sofia. In  un’altra tutto il passato di Arianna viene esposto per soprascrivere un’identica violenza e dare vividezza di conforto alla figlia.

Donne  durante un lungo giorno di pioggia. Madre e figlia si ascoltano nell’intimità della loro casa ripercorrendo la violenza sessuale “inflitta” e subìta, autorizzata in uno schema di dominio maschile. In casa.

Lui è l ‘amore della prima cotta ma Sofia è solo uno svago sessuale;  Arianna non voleva avere dubbi sul suo matrimonio ma la realtà le impone di aprire gli occhi per liberarsi di “tutto un sistema androcentrico in cui era capitata”. Sofia non ricorda cosa è accaduto dopo un ceffone che le ha fatto perdere i sensi . “Le mani, la violenza..No, non lo farebbe mai” – tenta di giustificare.

Ombre. Una, l’ombra di se stessa fino al punto da esser ” picchiata e violentata come una cagna da sottomettere”; quelle della giovane figlia, dell’incubo da cui tenta di fuggire.

Tra le due generazioni sembra essersi persa la presa di coscienza della prima , il nuovo corso che Arianna da alla sua vita è frutto di una rivolta personale e di emancipazione che pare non ancora trasferito alla nuova, nei limiti in cui, l’adolescenza di sua figlia, oggi, è immersa nei problemi di giovane ragazza in una società senza mezzi termini, e come costruire la donna che sarà. E a questa può rispondere solo la costanza di un’amorevole presenza materna. E di uomini non arcaici, come  in questo caso, suo padre, l’uomo per cui Arianna scelse.

Lettura consigliata

 

Non gli è bastato…”, mormorai a fior di labbra, “…che da quando l’abbia accolto come mio sposo, promettendo di essergli fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarlo e onorarlo tutti i giorni della mia vita, sia sempre stato un continuo piegare la testa alla sua protervia. Non gli è bastato… che ogni singola mattina, prima di uscire, fosse sufficiente una sua occhiata a farmi sentire in disordine, inadeguata, a disagio. Non gli è bastato… che ogni parola mi abbia rivolto non sia stata altro che per insinuare qualche mia mancanza, o sottolinearmi un difetto. Non gli è bastata la mia condiscendenza, né la mia dedizione al miraggio del nostro matrimonio. Niente di tutto questo gli è bastato…”, dissi, voltandomi a cercare lo sguardo di Maddalena, che mi scruta-va in silenzio. “Perché ieri notte mi ha picchiata e violentata come una cagna da sottomettere”. (Arianna)

LE SPROVVEDUTEultima modifica: 2019-11-23T10:37:28+01:00da Dizzly