virus 2019-nCoV Non si prova nessuna pietas e se fosse scoppiata in Italia…
Le mascherine servono in Cina se bastasse ad evitare il contagio. I casi di coronavirus sono saliti a oltre 23mila e 500 morti. dati 4 febbraio. Gli allarmisti parlano della quasi triplicazione esponenziale dei numeri in pochissimi giorni. 190 mila a fine gennaio (?). La mappa ci aiuta a vedere i casi, la mortalità e anche la guarigione.
Di fronte a questo flagello che rischia di trasformarsi nella nuove “peste nera” del XXI secolo – anche se fonti sanitarie la indicano come meno pericolosa della Sars del 2000, e di certo da quella nera del 1300 siamo scientificamente e tecnologicamente progrediti – è il caso di domandarsi, oltre le vite in pericolo dei singoli individui, cosa stia passando e provando il popolo cinese.
Al di là di ogni nuovo muro. Occorre un certo ripensamento dei comportamenti. Una osservazione attenta e critica del momento. E di solidarietà.
Un popolo in grande crisi, paralizzato da questa emergenza. Laboriosamente spensierato, fino a ieri, col vento del successo economico in poppa. Oggi chiuso in un cordone sanitario attorno a Wuhuan che si allargherà fino a che non sarà debellato l’ultimo caso.
Sale anche il dubbio che la censura cinese abbia ideato alcune azioni eclatanti da mostrare in mondovisione per dimostrare che stia facendo di tutto per contenere l’epidemia. Come misurare la febbre col drone a migliaia di cittadini chiusi nelle loro case, dal balcone.
O come l’esercito impegnato in allestimenti di ospedali da campo, che prepara infinite hall di emergenza con migliaia di posti letti.
Avnguardie sanitarie però che se dovessimo attuarle in Italia, penso, saremo persi prima a lungo, in fantasiose chiacchiere da complottismo social, come il caso degli alunni cinesi fuori dalle scuole al rientro delle vacanze. Un portavoce cinese nega che ci siano vacanze cinesi in questo periodo per i bambini. Viceversa si afferma che è tempo di Feste di primavera e Di Natali cinesi. Navighiamo in un mare di fake news. Ma occorre prendere opportune misure a livello nazionale, per la tutela della salute pubblica, anche quelle suggerite da un triumvirato e con dati alla mano. Nessuno deve andare o tornare dalla Cina, siano bambini o adulti. Servono istruzioni unitarie e non la corsa alla mascherina e il razzismo e l’isteria verso i cinesi. Solo così ci si può sentire protetti e anche in grado di aiutare Allora calma e gesso.
Le rassicurazioni a nulla potranno servire se le esternazioni comuni sono più simili a quelle di caotici animali disorientati da un pericolo anzichè uomini con dignità e polso.
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