Il re del calciomercato

Il re del calciomercato

Istrionico, sgradevole, affabile. Chi conosce Mino Raiola da Nocera Inferiore? Chi frequenta l’Atahotel Executive? Chi viene invitato nei posti giusti? Zlatan Ibrahimovic? Adriano Galliani? Raiola stasera si presenta nell’albergo milanese in cui si consumano le negoziazioni e prende una stanza al terzo piano, camera 374. Alle 19.30 lascia la sua stanza dopo una sequenza ininterrotta di telefonate, tentativi di connessione e probabilmente imprecazioni e urla per palesare le proprie contrarietà. Rischiano di saltare le trattative con il Pescara: Giuseppe Sculli e Lamberto Zauli dalla Lazio, Cristian Terlizzi. E, ovviamente, anche…

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Stramaccioni, all’Inter avanza il futuro: Ranieri scaricato

Stramaccioni, all’Inter avanza il futuro: Ranieri scaricato

E’ sempre Beautiful Inter. Nel pomeriggio, il presidente Massimo Moratti rilascia le consuete dichiarazioni di circostanza. “Ranieri rimarrà fino a fine stagione? Credo di sì”. Finisci il tuo turno quando le agenzie di stampa e Sky Sport24 riportano queste frasi che preludono a un’altra, imperdibile puntata. Ore 22:04, il comunicato ufficiale: Il Presidente Massimo Moratti e tutta F.C. Internazionale ringraziano Claudio Ranieri e il suo staff per la professionalità e l’impegno profusi, con sincerità, in questi mesi alla guida della squadra.F.C. Internazionale comunica inoltre di aver affidato la squadra ad…

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Roberto Mancini e la Juve: un futuro prossimo venturo

Roberto Mancini e la Juve: un futuro prossimo venturo

Mai dire mai. Io aspetto. Perché so essere paziente. E’ arte che ho appreso con il tempo e l’esperienza, tra gli errori di chi scivola per eccesso di emotività in ingenui entusiasmi e le osservazioni concrete dei fatti che prepotentemente ti affondano nelle verità che vanno solo ricostruite. Roberto Mancini era l’uomo giusto. Lo sarà al momento opportuno. Quello che ha asserito in conferenza stampa – quella che precede l’incontro di Europa League tra la Juventus e il Manchester City – è solo il reiterarsi di un quadro noto o…

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Juve-Borriello: io vorrei non vorrei, ma se vuoi

Juve-Borriello: io vorrei non vorrei, ma se vuoi

La costruzione di un amore e di una squadra richiedono pazienza in parti uguali. Opportunità, talento, capitali si celano in questo campionato di maniera in cui tutto è apparenza. Nulla, in questa sessione di mercato dormiente, ho obiettato fino a questo momento sulle scelte della nuova triade che la Juventus rifondata ha scelto di presentare. Perché ridimensionare le ambizioni espiando le incongrunze passate senza preservare quanto di buono rimasto? Cedere Diego non ha solo esplicitato l’arenarsi di un progetto, ma la rinuncia – mesta – a quella voglia di rivalsa…

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Arrivederci amore, ciao (Diego)

Arrivederci amore, ciao (Diego)

Senza di te. Senza Diego. Che disegno ossessivo si insegue negandosi Diego? Me lo domando metabolizzando un’estate flebile per intenzione, slanci ed emotività. Si accusa la lontananza di quelle aspirazioni imperialistiche che animavano un calcio postmoderno, in cui la zona sacchiana illudeva la moltitudine di una supremazia inarrestabile. Un’estate fa, 24 milioni di euro per convincere il Werder Brema, oggi visite mediche e ufficialità – de facto – del suo trasferimento al Wolfsburg per 15 milioni di euro più due milioni qualora si raggiunga l’obiettivo della qualificazione in Champions League….

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Appunti a margine/4

Appunti a margine/4

Miniserie all’italiana (finalina) De Uruguay-Germania La coscienza di Loew gli ha imposto di ribadire l’identità smarrita nella semifinale. Oscar Tabarez, il maestro, non ha ceduto alle lusinghe di un paragone facile. Se, in pieno recupero, Diego Forlan avesse replicato quella rete di disturbante bellezza (7′ st), loderemmo l’incompreso uomo triste che provò a insegnare il calcio e studieremmo l’apologia della rinascita sudamericana. Immunizziamoci da analisi che si chiudono nell’esito di una finalina di un Mondiale – a l contrario – fiacco. Piuttosto ammettiamo che, comunque vada, non li vedremo nel…

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Roberto Mancini, il migliore possibile

Roberto Mancini, il migliore possibile

Uomini pochi allineati. Guasconi e strafottenti e arroganti e eccellenti in ogni ovvia, metodica pratica che al loro intervenire si rivela luminosa. Così è essere un numero dieci, un uomo mercato dall’intuizione rara, un attaccante di fantasia, un tecnico da sette trofei dopo decenni di nostalgia assolata. Che si attacca in una Milano sul finire del campionato, come quando si è Roberto Mancini. Essere Mancini non è da tutti. Non è per chiunque, Roberto. D’altronde la panchina della Juventus non si affida ad allenatori indisciplinati o molli in un simile…

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