ESCAPE

Ci siamo conosciuti in una di quelle chat che promettono amici e felicità senza fatica e fanno apparire l’essere soli quasi come un vantaggio. Io non sono sola, sono solo molto annoiata. La routine domestica non fa per me e cerco qualche svago in questo mondo fittizio.

Scelgo sempre foto che attirino gli uomini col chiaro intento di incuriosirli, di far sì che vogliano sapere qualcosa di più,che si sentano provocati. Non è difficile, sono una bella donna, molto curata, attenta al fisico e, cosa che spesso colpisce, sono anche intelligente.

Come se essere belle avesse la conseguenza di essere stupide…. ma gli uomini spesso sono davvero basici.

Scrivete in tantissimi, alcuni in modo simpatico, altri in modo provocatorio, altri come maiali ingrifati. Forse pensano che un messaggio sconcio sia più interessante di uno con almeno un briciolo di senso.

E’ qualche settimana che scambio battute con perfetti sconosciuti, a volte li provoco, altre mi ritraggo.

Sto cominciando ad annoiarmi di nuovo.

Una sera mi arriva un tuo messaggio.

Lo leggo svogliatamente, ma mi colpisce subito il tuo modo elegante di scrivere, senza errori, con una sintassi curata. Sei molto educato, il tuo post è un perfetto mix di buone maniere e seduzione. Decido di non rispondere subito, voglio vedere se è un caso o se ci riproverai.

Passano un paio di giorni ed ecco un nuovo messaggio. Come il primo, corretto ed elegante.

Ti rispondo. Con educazione ed ironia, lasciando in sospeso la conversazione per poter proseguire in un nuovo messaggio.

Che puntuale arriva. Sempre più interessanti, sempre più intriganti: scriviamo di tutto quello che ci succede e di quello che vorremmo ci succedesse, siamo in sintonia e gli argomenti iniziano a farsi più personali, a volte perfino piccanti.

Se tu fossi qui… se io fossi lì… cosa vorresti che ti facessi… vorrei sentire le tue dita su di me….Dai messaggi arriviamo presto al cellulare.

La prima telefonata è tua.

Hai una voce calda, quasi avvolgente, e ironizzi sulla mia che è decisamente poco femminile perché piuttosto bassa.

Adesso non mi annoio più. Riempi le mie giornate con messaggi e telefonate anche mentre sei al lavoro. Ma è la sera che diamo il meglio di noi.

Tu sei separato, io sono bravissima a inventare scuse per ritirarmi in camera e voler stare in pace.

Ben presto le nostre conversazioni assumono i toni delle 50 sfumature. Ma tutto, purtroppo, è pura immaginazione. Ci siamo scambiati qualche foto, nulla più. Ci diciamo cose altamente erotiche ma forse, se ci trovassimo in un aeroporto non ci riconosceremmo….

Una sera ti sbilanci: “ Voglio conoscerti, voglio vederti, voglio toccare ogni centimetro della tua pelle… voglio accarezzarti i capelli dopo aver fatto l’amore…”

Ci separano quasi 1800 km, ma in quel momento le distanze si annullano, sento di volerti, voglio farti dal vero tutto quello che ti ho descritto a voce. Chiudo la telefonata con una certezza in testa: organizzare un incontro.

Te ne parlo. Sei entusiasta. Decidiamo per Roma. Tutti e due conosciamo abbastanza bene la città e per tutti e due resta circa a metà strada da dove viviamo.

Per giustificare la mia assenza invento una trasferta per lavoro, e al lavoro chiedo ferie.

Prenoto il volo per me e l’albergo per tutti e due. Camera singola. Nel dubbio tu dal vero non mi piaccia o scopra essere diverso da quanto racconti.

Il tuo volo arriva 30 minuti prima del mio.

Quando esco dal gate ho lo stomaco in subbuglio, come una quindicenne che sente le farfalle per la prima volta. Cerco un volto simile a quello delle foto, questione di momenti e i nostri occhi si incontrano. Ci sorridiamo avvicinandoci. Ci studiamo nel breve tragitto che ci separa, fino a quando, uno di fronte all’altro, ci salutiamo quasi imbarazzati scambiandoci un rapido bacio.

Decidiamo per un giro del centro, una cena in qualche trattoria tipica e poi il rientro in albergo. Per tutto il giorno sei splendido: intelligente, simpatico, galante, provocante… in una parola sei perfetto.

Forse anche troppo. Ma non me ne rendo conto. I tuoi baci improvvisi, il tuo prendermi la mano mentre passeggiamo, i tuoi sorrisi, mi hanno stregato. Non vedo l’ora di rientrare in albergo per concludere la giornata nel migliore dei modi.

Abbiamo due camere separate ma è scontato che una delle due resterà vuota. Mi inviti in camera tua a brindare al nostro incontro, e io ovviamente accetto.

Sappiamo perfettamente tutti e due perché siamo qui, ma l’essere uno davanti all’altro non è la stessa cosa che essere dietro a una tastiera: l’aria è carica di aspettative, quasi tesa, nell’aspettare chi dei due farà la prima mossa.

Tante volte mi hai detto che ti sarebbe piaciuta una donna che prendesse l’iniziativa così poso il calice e con studiata lentezza mi avvicino a te, sento il tuo respiro e i tuoi occhi che mi guardano, ti passo una mano tra i capelli dietro la nuca e ti attiro a me x baciarti. Abbiamo tanto fantasticato di come sarebbe stato…tu volevi un bacio passionale di quelli che quasi ti tolgono il fiato, io un bacio dolce quasi da primo appuntamento.

Non è niente di tutto ciò. È un bacio impersonale tra due persone che hanno solo voglia in fondo di farsi una bella scopata. Però stiamo al gioco, ti lasci stuzzicare con la punta della mia lingua, mi lascio accarezzare dalle tue dita, mi metto sopra di te lasciandoti giocare con la mia pelle.. è un continuo prendersi e perdersi uno nell’altro, di gemiti spezzati, di mani che toccano, stringono…. di bocche che esplorano….

La notte è quasi finita,mi alzo per farmi una doccia. Mi trattieni a letto con un perentorio “stai qui”… mi divincolo e ridendo ti dico che non sono abituata a sentirmi dire cosa devo o non devo fare. È un secondo, ti sollevi dal letto e mi tiri un ceffone che quasi mi butta a terra.

“Ah no? Non sei abituata a sentirti dire cosa devi o non devi fare? Si tratta bene la signora…. ma io non sono tuo marito… a me devi obbedire senza fiatare.”

E’ un incubo non c’è altra spiegazione, sto sognando, ho sognato anche il ceffone… chi è quest’uomo che mi parla come se fossi un oggetto? Che si permette di alzare le mani? Cerco di ricompormi e inizio a parlarti con calma, quasi con dolcezza… “ tra non molto devo tornare in aeroporto, è meglio se torno in camera mi..”

“non hai capito un cazzo!!! Tu stai qui e fai quello che ti dico io! Non mi interessa il tuo volo, inventerai un’ altra palla… sei così brava… ma guardati…. sai cosa sei? Lo sai?”

Stai quasi urlando e io sono terrorizzata. Non riesco a muovermi, ti fisso stranita col terrore tu possa farmi del male. Ti sei trasformato in una belva per una semplice battuta…

Mi do della deficiente da sola, anche nelle nostre telefonate era successo ma ti eri immediatamente ricomposto dicendo che era solo per il gran desiderio che avevi di me… e io ho voluto crederti, non ho voluto vedere… e adesso sono qui con te, che farnetichi sull’essere tua… “ allora!!!! Hai capito cosa ti ho detto???” Non faccio in tempo a rispondere, mi arriva un altro ceffone.

Esci sul balcone a fumare, provo a uscire dalla camera ma hai chiuso e mi mostri la chiave dai vetri… Sono in trappola…

Poi ho un flash. Compongo il numero delle emergenze e riappoggio il telefono dove lo avevi messo tu… non ti sei accorto di nulla… torni in camera e ricominci a insultarmi….  riesco a schivare un altro ceffone ma non sono abbastanza veloce da non farmi prendere da te e buttare sul letto mentre mi dici che se non faccio bene il mio lavoro di ceffoni ce ne saranno molti altri….

Fuori dalla porta si sentono delle voci concitate, intimano di aprire, poi dopo pochi secondi la porta viene aperta col passpartout del concierge…. la chiamata è stata geolocalizzata. È tutto finito. Ti portano via dalla stanza e anche dalla mia vita….

Posso tornare a casa.

 

ESCAPEultima modifica: 2019-06-22T17:48:50+02:00da ErotikaReb