SONO DISSONANZA

dissonanza

Sono dissonanza
elemento di disturbo
per il decorso esterno
che inevitabilmente interferisce
sullo sviluppo della mia onda
costringendomi
a cambi repentini di frequenza

Dopo innumerevoli
modulazioni ai toni lontani
A cosa assomiglia
il me stesso attuale?
All’infante non più puro,
al timido adolescente
o al successivo folle visionario?
l’avventuriero delle fratte,
il metallaro inusuale?
l’idealista intransigente,
l’innamorato sognatore?
il pianista appena diplomato
scolpito dal dolore,
il libidinoso schiavetto
del casto sogno infantile?
il musicista tuttofare,
il probando monastico
caduto nella sua stessa trappola?
colui che perde l’ennesimo treno
per seguire il cuore
imparando a crescere?
il vedovo, il gattofilo,
l’ingenuo disobbediente civile?
il deluso dal mondo,
il pavido autoodiante,
l’infermiere improvvisato
che paga il suo karma?
l’adulto volenteroso
ma impreparato e già stanco?

Quanto di questi ancora vive
nella putrefazione dell’attuale?
immagini pietrificate
fotografie sbiadite
catturano a stento
l’onnipresente inquietudine
il passato appare così rassicurante:
sai già come va a finire.

Or che del tappeto
la trama meglio si scorge,
il disegno intessuto da questo
sballo insano dell’anima
chiamato esistenza
già comincia ad apparire:
lo spiraleggiare
verso il buio centro
era già stato diagnosticato.
motivazioni ancora troppo
difficili da accettare
ancor troppo pesanti
per farle affiorare
alla coscienza.

Per colpa dei talvolta
la vita vien stravolta
ancora un’altra volta

Un ruvido sole si leva
a chiudere a chiave i sogni

Tra il munto e il bisunto
alla ricerca di un sunto
cercando di visualizzare
il frattale spaziotemporale
che palesi le analogie
tra storia individuale e collettiva

Già morto da vivo
proseguendo per inerzia
tutto appare come volgare imitazione
delle dolci metà non più in vita
rassicuranti segnali
d’intangibili presenze
o beffe di una sadica esistenza
costruita su misura
affinché qualcosa si nutra
delle psicosi personali?

il pasto dell’onda ostile
distorce la mia amplitudine
il terzo suono così generato
viaggia sul velo di Maya
con frequenza ancor più bassa…

Autoimposizioni della propria morale
ed imposizioni di un mondo esterno
reso folle e malato
da un sistema divenuto instabile
opprimono, uguali e contrarie,
la natura più autentica
da troppo tempo incatenata
temuta poiché non compresa,
repressa perché non conveniente.

il tappo sta per saltare:
qualche sbuffo ogni tanto
rivela l’agitazione sotterranea.

L’amore è ovunque, anche nell’inferno
pecorella non più tanto giovine
ostinata nel suo smarrirsi
la bestemmia come grido d’empatia
Per i veri ultimi, i dimenticati
Victimae pascalis dell’umana decadenza
che si allontana sempre più da

“Quel che da senso all’esistenza”

definirlo goffamente
Bellezza, Armonia,
in un balbettìo infantile
della parte più sottile
Emozioni soggettive
spiaccicate nel muro
dell’incomunicabilità
Episodi di vita intraducibili
in un linguaggio lineare
e non frattale.
Senso di solitudine. Gelo.
Povero gregge guidato al macello!
Sottomesso al giogo
di chi quella Bellezza,
quell’Armonia distrugge.

Meraviglia irripetibile
e rimpiazzo mai all’altezza
riqualificazione di una specie
scaduta, obsoleta, malata
siamo gli stessi alberi
che buttiamo giù
Forse non è ancora tardi
per curare le nostre radici
oppure il progetto di rimpiazzo
è già in fase esecutiva
pulizie di pasqua
di una megaquaresima astrale

il rifiuto dell’oblìo,
al passato incatenato
disvela la truffa
della risurrezione
selvicoltura umana
dallo spartano retrogusto
i cui parametri
non sono bellezza né forza
ma l’essere utili macchine
per estrarre estreme emozioni
minatori 2.0
made in hell’o’him
Disumanizzare?
trans-umanizzare?
Destroy-Erase-Improve
Robotizzazione,
meccanizzazione della specie.
Togliere la parte
irrazionale, animale.
Togliere l’Anima…

Fiero d’esser dissonanza
eremita ancor postulante
seppur parzialmente stremato
dalla necrotizzazione della volontà.

SONO DISSONANZAultima modifica: 2019-02-16T21:40:06+01:00da tetraf

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