Luglio 2017: The Cardigans – LIFE (1995)

Life
Data di pubblicazione: 1 marzo 1995
Registrato a: Stoccolma
Produttore: Tore Johansson
Formazione: Nina Persson (voce), Peter Svesson (chitarre, cori), Magnus Sveningsson (basso, cori), Bengt Lagerberg (batteria, percussioni), Lars-Olof “Lasse” Johansson (pianoforte, tastiere)

 

Tracklist

                        Carnival
                        Gordon’s gardenparty
                        Daddy’s car
                        Sick and tired
                        Tomorrow
                        Rise and shine
                        Beautiful one
                        Travelling with Charley
                        Fine
                        Celia inside
                        Hey! Get out on my way!
                        After all…
                        Sabbath bloody sabbath

 

 

Ci ubriachiamo, come tutte le altre band, ma senza parlarne in pubblico come fanno gli altri.
Da soli, da veri duri, da classe lavoratrice!”
(Nina Persson)

Molti se li ricordano sia perché Nina Persson era una cantante bionda di singolare bellezza, sia per le melodie chewingum del celebre singolo Lovefool (per il quale ci fu persino un cameo nel generazionale telefilm Beverly Hills 90210), che tanto fece breccia nel mondo del pop, tra tastiere sintetiche e quei “love me, love me” cantanti da Nina che parevano un invito ad amarla perennemente (invito cui molti non si sarebbero sottratti). I Cardigans hanno avuto il loro momento di celebrità negli anni ’90, salvo poi tentare di demolire la loro popolarità e tornare a fare la loro musica in una dimensione più personale e più lontana dal frastuono mediatico che aveva creato attorno a loro l’album Gran Turismo del 1998, forte anche dei singoli My favourite game ed Erese/Rewind, con due video densi di maledizione, morte e claustrofobia (temi particolarmente inusuali per una pop band dedicata a melodie rassicuranti). Forse avevano pensato che era troppo tutto quel clamore, e quindi il graduale rintanarsi lontano dai riflettori è stato più un rifugio. Fatto sta che, comunque, in quel periodo i Cardigans hanno dato il loro contributo per un pop da classifica non falsificabile, nonostante qualche tendenza ruffiana (leggasi la Lovefool già citata), e una presenza comunque a suo modo discreta e mai sopra le righe (leggasi anche la citazione della Persson in apertura).
La band svedese si forma a inizi anni ’90, con Peter Svensson e Magnus Sveningsson che provenienti dall’ambito dell’heavy metal, decidono di dedicarsi al pop, ispirati soprattutto da quello di sponda anglosassone. Assoldano così il resto della band, compresa una giovane cantante, molto bella ma anche molto timida (si narra che durante il provino, lei abbia chiesto di poter essere ascoltata fuori dalla stanza) di nome Nina Persson. I primi demo giungono nelle mani del talentuoso produttore Tore Johansson, che tra le altre cose avrà modo di lavorare con gente del calibro di New Order e Suede, giungendo al disco d’esordio Emmerdale (titolo di una soap opera britannica molto conosciuta in Svezia). Ma la prima vera prova di personalità della band arriverà col secondo disco (prima ancora del botto di First band in the moon): Life.
Con una copertina ispirata alle prime dei rotocalchi, l’album si presenta come un disco pop sornione, elegante, leggero, con sonorità che spaziano tra echi ’60 alla Brian Wilson e alcuni ricami funky, con una vocina carezzevole e delicata.
Apre Carnival, sorretto dall’organetto hammond e percussioni tintinnanti, echeggiante un certo pop sixities di cristallina briosità. Dice tutto anche un video clip con la band in abiti anni ’60. Gordon’s gardenparty si adagia su una melodia più pacata, con dei piccoli ricami jazz. La ludica Daddy’s car è sorretta da chitarre pulite e un ritmo bossanova. Sick and tired ha un andamento scanzonato, allegro, su una struttura pop rock molto immediata. Anche Tomorrow è tutta bollicine e briosità sixties e la rilettura di Rise and shine del primo disco aggiunge ancora più colore e vivacità. Beautiful one invece è una ballata di delicata passione, mentre Travelling with Charley procede tra bossanova e trame noir. Le chitarre roboanti e l’organo hammond aprono una decisa Fine, mentre Celia inside procede lenta, malinconica, romantica. Hey! Gotta out on my way si esprime in tutta la sua vivacità con un organo folle e una melodia a tratti delicata e a tratti briosa. Si va verso la chiusura con After all, ancora ripresa dal primo disco, delicata e spiazzante, per poi sugellare il disco con una curiosa rivisitazione di Sabbath bloody sabbath dei Black Sabbath, quasi un omaggio alle proprie radici, che comunque i Cardigans non hanno rinnegato.
Come si diceva in apertura: la popolarità dei Cardigans non è durata molto, ma il fascino di una musica che tende a voler restare più che a passare ha comunque fatto sì che il loro nome abbia contribuito ad un pop di valore. E se c’è un accostamento che viene spontaneo pensando alla band svedese e alla loro bellissima cantante è proprio quello di una graziosa principessa o di un’ammaliante sirena che richiama sempre sentimenti mai grossolani, mai banali! La storia del pop sentitamente ringrazia!

“Che ci crediate o no, la crudeltà è sempre stato un sottofondo per la band svedese
(Marc Hogan)

Luglio 2017: The Cardigans – LIFE (1995)ultima modifica: 2017-07-27T13:07:16+02:00da pierrovox

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