Dicembre 2018: Lucio Dalla – LUCIO DALLA (1979)

Lucio Dalla

 

Data di pubblicazione: 1979
Registrato a: Stone Castle Studios (Carimate)
Produttore: Renzo Cremonini & Alessandro Colombini
Formazione: Lucio Dalla (voce, clarinetto, sassofono alto, tastiera, cori), Ron (chitarra acustica, pianoforte, cori), Francesco De Gregori (voce in Cosa sarà), Ricky Portera (chitarra elettrica, chitarra acustica, cori), Marco Nanni (basso), Giovanni Prezzoli (batteria), Aldo Banfi (sintetizzatore), Giovanni Zilioli (fisarmonica), Roberto Colombo (pedal steel guitar), Paolo Del Conte (chitarre background), Cecco La Notte (chitarre background), Luciano Biasutti (tromba), Marco Ferradini (cori), Alessandro Colombini (cori)

 

Lato A

 

                        L’ultima luna
                        Stella del mare
                        La signora
                        Milano

 

Lato B

 

                        Anna e Marco
                        Tango
                        Cosa sarà
                        Notte
                        L’anno che verrà
 

Ma un personaggio come Beethoven lo vogliamo ignorare?”
No, non l’ignoro, ma Dalla è Dalla
(tratto da un dialogo del film Borotalco di Carlo Verdone)

 

È da questa scena, che ritrae Ferdinando Marineo (nei panni del Dottor Fagioni, direttore de I colossi della musica, una sorta di enciclopedia porta a porta) ed Eleonora Giorgi (nei panni di Nadia Vandelli) in un colloquio di lavoro, che vorrei partire. Borotalco è stato il film con cui Carlo Verdone, oltre ad uscire dalla formula che lo vedeva prendere le forme di vari personaggi, e cercando di dare vita ad un unico personaggio, omaggiava la musica di Lucio Dalla, uno dei poeti più originali ed eclettici della musica italiana. Per Nadia Vandelli appunto il personaggio più importante ed influente nella storia della musica in senso assoluto è stato proprio Lucio Dalla. Addirittura più importante ed influente dello stesso Beethoven, che invece era una sorta di fissa per il Dottor Fagioni, che ingaggiava il personale in base all’apprezzamento o no del compositore tedesco. Anche se nel caso della giovane Vandelli fu fatta un’eccezione…
Quel film, con delle scene epocali e geniali, nello stesso tempo ritraeva quella che era l’influenza del musicista bolognese per la generazione giovanile dei primi anni ’80: Dalla era un vero punto di riferimento, un poeta sublime e un musicista curioso, e i suoi dischi miniere di bellissime canzoni.
Cresciuto con la passione del jazz, il giovane Lucio Dalla (da non sottovalutare il fatto che condividesse il nome con un altro grande della canzone italiana: Lucio Battisti) tenta la strada della composizione delle canzoni, e prende parte al tradizionale festival di Sanremo. Il successo vero e proprio però giungerà quando nel 1971 sempre al festival sanremese presenta 4/3/1943, uno straordinario pezzo da molti ritenuto autobiografico, nonostante Dalla più volte sostenne che non lo fosse. Da lì in poi la salita verso il successo sarà inevitabile, e Dalla, polistrumentista di talento, e abile compositore, inciderà una serie di dischi destinati a diventare patrimonio della musica e della cultura italiana, tra i quali preme ricordare in questa sede Anidride solforosa e Come è profondo il mare. Ma il disco che in questa sede scegliamo per rappresentare la sua arte è l’omonimo album pubblicato nel 1979, e contenente alcune delle sue canzoni più rappresentative.
La copertina lo ritrae con la barba, gli occhiali e l’immancabile berretto di lana, a stigmatizzare per sempre un’immagine iconica della sua rappresentazione d’artista, e unisce in scaletta una manciata di canzoni capaci di spaziare tra generi differenti, con leggerezza pensante.
Apre il disco l’incalzante L’ultima luna (scelta da Verdone per aprire il suo film Borotalco), leggera e apocalittica, per proseguire col soft-rock sognante di Stella di mare e con la corrosiva La signora. In queste canzoni emerge un tratto ironico e drammatico come pochi artisti sanno tratteggiare nella musica cosiddetta leggera. Il primo lato viene chiuso dall’atmosferica e dolceamara Milano, uno dei tanti omaggi al capoluogo lombardo, all’epoca vissuto come dimensione ideale di poesia e vita notturna.
Il secondo lato si apre con la storia favolistica di Anna e Marco, e prosegue con Tango, romantica ed estemporanea. E poi giunge Cosa sarà, che ospita il grande Francesco De Gregori e Ron. La poetica tetra prosegue nella suggestiva notte, e si chiude il disco con la lettera appassionata ad un amico nella celeberrima L’anno che verrà, da allora in poi diventata l’inno di qualunque capodanno.
Lucio Dalla dimostrò in questo periodo della sua vita artistica di essere un grande cantautore e musicista, di saper spaziare tra i generi e di sapersi confrontare con visioni musicali anche diverse dalla sua. Il viaggio artistico proseguirà l’anno successivo con l’altrettanto riuscito Dalla, e via via toccherà vette sublimi come la struggente Caruso, dove ci si lasciava appassionare dalle antiche melodie napoletane. Poi, come spesso accade, i risultati si sono alternati a dischi buoni ad altri meno buoni, e il grande musicista bolognese ci ha lasciati all’improvviso il 1° marzo del 2012.
Ma pensando alla sua memoria e alla lunga serie di canzoni stupende che ci ha lasciato, è impossibile non fare come la Vandelli, per la quale Beethoven non si ignora, ma Dalla è Dalla!

 

È stato un talento fulgido del panorama canoro italiano: gli anni 80 sono stati i più importanti della sua carriera. Dalla era unico, impossibile etichettarlo in una categoria ben precisa
Carlo Verdone)

Dicembre 2018: Lucio Dalla – LUCIO DALLA (1979)ultima modifica: 2018-12-13T09:44:32+01:00da pierrovox

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