Novembre 2019: CCCP Fedeli alla Linea – AFFINITÀ – DIVERGENZE FRA IL COMPAGNO TOGLIATTI E NOI (1986)

Affinita' e divergenze tra il compagno Togliatti e noi

 

Data di pubblicazione: 1986
Registrato a: Fonoprint (Bologna)
Produttore: CCCP Fedeli alla Linea
Formazione: Giovanni Lindo Ferretti (voce), Massimo Zamboni (chitarre), Umberto Negri (basso), Silvia Bonvicini (voce)

 

Lato A

 

                        CCCP
                        Curami
                        Mi ami? (Remiscelata)
                        Trafitto
                        Valium tavor serenase

 

Lato B

 

                        Morire
                        Noia
                        Io sto bene
                        Allarme
                        Emilia paranoica (Remiscelata)

 

Nel bel mezzo del progresso di diversi colori,
tra i quali il nero, il verde, il moderno,
tifiamo rivolta, tifiamo rivolta, tifiamo rivolta!
(da Trafitto)

 

Nella divertente e divertita Destra-Sinistra, Giorgio Gaber si chiedeva dove fosse andata l’ideologia, quella passione, ossessione della propria diversità… Lo sguardo di Gaber, all’alba del nuovo millennio si perde nella banalità elevata al rango di stile di vita della società italiana e occidentale in genere, e sarcastico ma anche dolente, si chiede dove siano andate le idee, quelle idee che se potessero essere mangiate potevano permettere di fare la rivoluzione. Ed è guardando ai CCCP che viene in mente la stessa identica domanda: dove sono oggi le stesse e identiche ossessioni sospese tra passione politica, presagi nichilisti, sferzante ironia e misticismo discorde che animavano non solo la band emiliana, ma anche generazioni di ragazzi che vedevano nella libertà “una forma di disciplina”, nella passione politica una possibilità, nell’iconoclastia punk una via di fuga da tutto ciò che non sia “una parola d’amore”.
Molti sostengono che i CCCP siano stati la massima espressione del punk in Italia. Ma in tutta onestà la loro importanza va ben oltre il semplice contributo rock al Belpaese: la loro lezione abbraccia tutte le anime del pensiero e della vita giovanile in Italia, con tanto di oscure periferie che lambivano Berlino Est e si addentravano iconicamente nel proprio borgo. Nella poetica scostante di Giovanni Lindo Ferretti si concentrano le sue anime: da quella cattolica densa di una mistica trascendente di eterna bellezza, a quella comunista delle lotte partigiane per la libertà, a quella ideologica di chi intravede nella poesia, nella scrittura, nell’arte, nelle bellezza la vera via di salvezza. Ma la bellezza intesa da Ferretti non è quella che deve solo appagare i sensi, ma è fatta per scendere in profondità, per tagliare ciò che incatena, e schernire l’agghiacciante brutalità del vivere umano. Spiritualità e violenza, spiritualità e carnalità, sono antipodi di una poetica sempre inquieta, sempre passionale e mai sopita sotto le ceneri. E tali resteranno per tutte le incarnazioni artistiche nelle quali il buon Giovanni Lindo Ferretti sarà il deus ex machina.
I CCCP iniziano la loro avventura nel 1981 a Berlino, dove si incontrano due ragazzi: Giovanni Lindo Ferretti, operatore psichiatrico e ex appartenente di Lotta Continua, e Massimo Zamboni, che già militava in un gruppo chiamato MitropaNK. L’incontro tra i due ragazzi suscita in Giovanni Lindo Ferretti una passione particolare per la musica rock, e non solo come ascolto e interessi, ma come impegno attivo, come possibilità di contributo. Infatti si licenzierà l’anno successivo dalla USL della quale era dipendente, e una volta completato il gruppo con Umberto Negri, partono i CCCP Fedeli alla Linea, coniugando assieme alla passione musicale la propria appartenenza ideologica.
Il gruppo inizia tutto un percorso di crescita grazie agli spettacoli e all’ascolto di musica che viene dalla Germania. In particolare, durante la propria attività a Berlino, sono attratti dalle atmosfere industrial degli Einsturzende Neubauten e conoscono anche la comunità islamica della città. Nello stesso tempo, a inizio 1984 si uniscono al gruppo la “benemerita soubrette” Annarella Giudici (a cui sarà dedicata la bellissima Annarella in quello che sarà l’ultimo album uscito a nome CCCP) e la corista Silvia Bonvicini, e iniziano le registrazioni per Ortodossia, che raccoglierà tutte le canzoni scritte e sviluppate nel loro periodo di formazione. L’ep è un oscuro punk scandito da filastrocche  forsennate, urlate, disperate, suonate con chitarre spigolose e ritmo forsennato, con tanto di riferimenti alla musica mitteleuropea al punk anglosassone e statunitense, senza perdere di vista il lirismo colto di Franco Battiato (mente che ispirerà parecchio Ferretti, non solo per una particolare affinità, ma anche per la sua futura reinterpretazione lugubre di E ti vengo a cercare). Il successivo Compagni, cittadini, fratelli, partigiani, metterà insieme le canzoni già presenti in Ortodossia e altri inediti.
Il vero e proprio passo decisivo però arriva con Affinità-Divergenze fra il Compagno Togliatti e noi, considerato sin da subito come un manifesto vero e proprio del punk italiano e non solo. I testi non sono solo più cupi e aspri, ma pieni di frasi ad effetto che diventeranno veri e propri slogan del movimento punk, e diventerà il vero e proprio trampolino di lancio per Ferretti e compagni per la Virgin.
Il disco si apre con l’urlo secco e concentrato di CCCP, un vero e proprio programma non solo del disco, ma del movimento di cui Ferretti e compagni fanno parte: fedeli alla Linea! Segue la psicotica e ossessiva Curami, specchio del mal di vivere contemporaneo, e della ricerca di una cura che possa eliminare tutti i mali. Una crisi di nervi messa in musica, tra le chitarre impazzite, la drum machine ossessiva e un Ferretti che ripete continuamente frasi apparentemente sconnesse. Da Ortodossia viene ripresa la curiosa e ironica Mi ami? con tanto di incipit “un’erezione, un’erezione, un’erezione triste, per un coito molesto, per un coito modesto, per un coito molesto”. Pare un susseguirsi di porcate, e invece il brano è espressione dei rapporti ridotti a mere circostanze, dove anche l’amore ha perso la sua connotazione sentimentale e la sua affinità elettiva. Trafitto, aperta da un riff maestoso e graffiante, si immerge nell’attualità disorientante (“Trafitto sono, trapassato dal futuro”) e invoca rivolta. Il primo lato si chiude col tema degli psicofarmaci e degli stupefacenti “domestici” nella scarica di feedback di Valium tavor serenase, con tanto di citazione di Casadei.
Il lato B si apre con l’arpeggio dolente di Morire, dove alle riflessioni sulla vita quotidiana, si concentra il più che nichilista proclama punk del “produci, consuma, crepa!”. A questa fa eco la depressione sconfinante di Noia, e la follia surreale della gioiosa e ballabile Io sto bene, dove vengono rovesciati tutti i miti dell’edonismo anni ’80 in una frase di particolare effetto: “Non studio, non lavoro, non guardo la tivù, non vado al cinema, non faccio sport”. Il tango rock di Allarme, lega al delirio urlato di Emilia paranoica, qui ripresa e rivista in un nuovo arrangiamento, che viaggia tra stasi ossessiva e furia urticante, con le chitarre lancinanti di Zamboni che prendono il predominio e una ritmica che tanto ricorda la dolente Io se fossi Dio di Gaber. L’atmosfera cupa e nebulosa la si può quasi toccare con mano, concentrandosi in una ruvida sensazione apocalittica.
Sarà quindi con questo disco che i CCCP entreranno nel firmamento del rock italiano e non, e la cosa risulta alquanto bizzarra, considerata la sua totale iconoclastia, sia musicale che tematica (Ferretti stesso ricorda di un concerto in cui uno spettatore gli urlò di andarsene poiché la loro non era musica, ma rumore. Al che lui gli ribadì di andarsene a fanculo a casa propria!). Dopo quest’album i CCCP proseguiranno la propria storia allargando i loro interessi musicali al Medioriente e alla tradizione cattolica, con tanto di collaborazione con Amanda Lear, tra omaggi a non solo a Mishima e a Majakovskij, ma anche ad Enrico Berlinguer e a Paolo VI, un po’ come Patti Smith negli anni ’80, che non disdegnava tanto i poeti maledetti e Papa Luciani. Con la fine dell’Unione Sovietica, anche i CCCP chiudono la propria carriera, e si apriranno a nuove storie musicali, non meno interessanti di questa appena raccontata, dai C.S.I (Consorzio Suonatori Indipendenti) ai PGR (Per Grazia Ricevuta). In ognuna di queste storie vi è sempre stato l’impeto, la passione la furia di un’anima fiammeggiante, attonita.

L’intera avventura dei CCCP, vista a posteriori, ha un notevole spessore intellettuale, ma in verità tutto succedeva sulla spinta degli eventi. Provavamo quello che ci veniva in mente, non razionalizzandolo più di tanto: erano intuizioni legate a una quotidianità concreta, non comprensibili immediatamente. Avevamo la capacità di prevedere il futuro. Avvertivamo nell’aria cose che sembravano evidenti solo a noi, delle quali eravamo i primi a sconvolgerci
(Giovanni Lindo Ferretti)

Novembre 2019: CCCP Fedeli alla Linea – AFFINITÀ – DIVERGENZE FRA IL COMPAGNO TOGLIATTI E NOI (1986)ultima modifica: 2019-11-18T12:39:14+01:00da pierrovox

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