Marzo 2020: Simon Bonney – FOREVER (1992)

Simon Bonney - Forever

 

Data di pubblicazione: 11 maggio 1992
Registrato a: Trax Studio, Wayne Cook Studio (Los Angeles), Tritonus Studio, Spliff Studio, Audio Studio (Berlino)
Produttore: Gareth Jones
Formazione: Simon Bonney (voce), J. D. Foster (chitarra acustica, chitarra elettrica, mandolino, basso), Jon-Dee Grasham (lap steel, debro, bottle-deck guitar), Bronwyn Adams (violino, cori), Reinhold Heil (organo, piano), Gregory Boaz (basso), Hans Behrendt (percussioni), Archie Francis (batteria), Biff-Barefoot Sanders (batteria), Sally Norvell, Jayney Klimer, Nikko Weidemann, Carla Bozulich (cori) 

 

Tracklist

 

                                   Ravenswood
                                   Forever
                                   A part of you
                                   Like Caesar needs a Brutus
                                   Saw you falling
                                   There can only be one
                                   Now that she’s gone
                                   The sun don’t shine
                                   Ravenswood (Reprise)

 

Simon Bonney ha una voce
che automaticamente vi darà delle
belle sensazioni
(Nick Cave)

 

Il destino di Simon Bonney e di Nick Cave era votato ad incrociarsi svariate volte, e non solo perché entrambi provenivano dalla stessa terra natia, l’Australia, ma proprio perché lo scenario sonoro e musicale cui i due appartenevano era quello lugubre del post punk. Mettiamoci anche che nel 1983 nei Crime & The City Solution confluirono Mick Harvey e Rowland S. Howard, provenienti dai Birthday Party, mentre Nick Cave dava vita ai Bad Seeds. Mettiamoci anche l’amore immenso che per entrambi provava Wim Wenders tanto da farli confluire spesso in alcuni suoi film, primo tra tutti l’indimenticabile Il cielo sopra Berlino, dove possiamo ammirare le esibizioni dei Crime & The City Solution (in primissimo piano soprattutto Simon Bonney), e poi quella di Nick Cave con i Bad Seeds. Insomma, due anime gemelle accomunate dalla stessa dolente e tragica poetica, dalla stessa profondità interpretativa, ora animalesca, ora austera e lugubre. Ma se Nick Cave nel tempo ha ottenuto i giusti tributi, il destino della popolarità di Bonney invece non è stato altrettanto galantuomo. Lo stesso Nick Cave in diverse interviste ha proferito parole di ammirazione per il collega australiano, ritenendolo addirittura superiore a lui per qualità e abilità vocali. Ma non è questo il punto… La questione è che ci sono artisti che hanno dato tanto alla causa del rock, e molto spesso non vengono ripagati come si dovrebbe. Ma non è dato a noi di investigare sulle fluttuazioni del consenso popolare, e quindi non ci resta che ribadire l’importanza di certi artisti, soprattutto quando vengono dimenticati.
I Crime & The City Solution si sciolgono nel 1991, esattamente dopo aver dato alle stampe Paradise discotheque e aver inciso The adversary per Until the end of the world di Wim Wenders. Simon Bonney decide quindi di trasferirsi a Los Angeles e qui inizia un nuovo percorso musicale che lo porterà all’approfondimento della musica folk e country americana, decisamente in controtendenza rispetto al gothic rock che aveva permeato i suoi dischi con la band. Rifacendosi alle sonorità alt country di T-Bone Burnett, Bonney da alle stampe il suo primo disco da solista, Forever, nel 1992. Il disco lo ha registrato a Los Angeles e a Berlino, due luoghi ideali per rappresentare e racchiudere la sua idea di musica: la prima rappresenta la solarità e l’aridità del folk-country che stava esplorando, mentre l’altra resta il luogo ideale della cupezza e della fuliggine che non vorrà mai abbandonare.
Ed è così che Forever si apre con le atmosfere spettrali di Raveswood, che bene si sarebbe prestata a corredare le immagini di Paris, Texas di Wim Wenders, accanto, ovviamente, alla musica di Ry Cooder. La slide-guitar fa la sua comparsa, e disegna scenari del tutto inediti per chi si era abituato al suono cupo dei Crime & The City Solution. Pur non rinunciando ad una latente inquietudine di fondo, qui si respira maggiore solarità, quasi un surreale senso di serenità. Ed è quello che si percepisce anche nella melodia dolceamara della title-track che fa subito seguito. Le alzate di tono ergono in questo caso un clima di poesia, alimentato dal suono del violino, stralunato e surreale. A part of you invece fa emergere un lato cantautoriale che fa venire in mente tanto Leonard Cohen quanto il già citato T-Bone Burnett, mentre nell’alternativo ed epico roots di Like Caesar needs a Brutus si avvertono gli echi del più recente Nick Cave, ma con molta meno inquietudine nei solchi, e con le chitarre in primissima linea. Saw you falling è invece una bellissima ballata notturna, dalle atmosfere cinematiche, struggenti, avvolgenti.
La seconda parte del disco riparte col country rock di Someone loves you, corale e ammaliante. Si prosegue con There can only be one, questa più legata ad alcune cose dei Crime & The City Solution, ma con la slide guitar in primissima linea. How that she’s gone alterna al suono roboante delle chitarre elettriche lo struggente delinearsi del violino, con Simon che canta quasi sottovoce, per qualcosa di incredibilmente fantasmagorico. The sun don’t shine invece torna tra le atmosfere bucoliche dei vari David Crosby o Stephen Stills. La chiusura del disco è affidata al reprise di Ravenswood.
Forever non ottenne il successo che meritava, ma di certo ribadiva quanto fosse grande Simon Bonney, e di quanto grande carisma fosse dotato. Wim Wenders però non si dimenticherà di lui, e lo vorrà nuovamente tra i suoi per la realizzazione della colonna sonora di Faraway, so close, accanto ai fidi Nick Cave, Laurie Anderson e U2, perché il suo destino era quello di dividere la scena con i grandi.
A Forever Simon Bonney farà seguire solo un altro disco da solista, il concept acustico di Everyman, salvo poi tornare a suonare con i Crime & The City Solution nel 2012, ma optando per il suono di Detroit a quello di Berlino. Realizzerà con la band madre il convincente American twilight. In ogni caso la classe di Simon Bonney sa brillare in un firmamento più nascosto, ma forse per questo ancora più affascinante, perché le cose belle uno deve andarsele a cercare laddove nessuno mette piede.

 

Il primo disco da solista di Simon Bonney crea un’atmosfera mistica, quasi mitica. Evoca la sensazione di un’occidente che non è mai stato, dove le danze selvagge sono sostituite dalla contemplazione, a livello lirico e a livello musicale
(Ned Raggett)

Marzo 2020: Simon Bonney – FOREVER (1992)ultima modifica: 2020-03-30T11:47:08+02:00da pierrovox

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