Ottobre 2020: David Byrne – REI MOMO (1989)

Rei Momo

 

Data di pubblicazione: 26 settembre 1989
Registrato a: Atlantic Studios, Right Track Recording (New York)
Produttore: Steve Lillywhite & David Byrne
Formazione: David Byrne (voce, chitarra acustica, chitarra elettrica, orchestrazioni), Sergio Brindao (basso), José Mangual Jr (guira, campane, percussioni), Milton Cardona (bongo), Juan Martinez (batteria), José Gallegos (tastiere), Lewis Kahn (violino, trombone), Kirsty MacColl (cori), Bob Porcelli (sassofono), Ken Hitchcock (sassofono), Steve Sacks (sassofono), Andy Gonzalez (basso), Paquito Pastor (piano), Mitch Frohman (sassofono), Marc Quinones (timpani), Angel Fernandez (tromba), Charlie Sepulveda (tromba), Angel Fernandez (tromba), Agapito Pascual (organo), James Fearnley (organo), Oscar Pena (sassofono), Ruben Rodriguez (basso), J. Pacheco (bongo), Huti Rodriguez (tambora), Dave Taylor (sassofono), Robbie Ameen (batteria), Tom Malone (trombone), Piro Rodriguez (tromba), Ite Jerez (tromba), Steve Guttman (tromba), Tiborio Nascimento (chitarra acustica)

 

Lato A

 

                        Indipendence day
                        Make believe mambo
                        The call of the wind
                        Dirty old town
                        The rose tattoo
                        The dream police
                       

Lato B

 

                        Don’t want to be part of your world
                        Marching through the wilderness
                        Lie to me
                        Women vs. men
                        Carnival eyes
                        I know sometimes a man is wrong
 

 

Il ritmo è un’esperienza gioiosa,
politica, estetica, spirituale
(David Byrne)

 

David Byrne ha sempre avuto a cuore la contaminazione nella sua musica; ne è un valido esempio la carriera con la band madre, i Talking Heads, dove riuscì letteralmente a trasportare le ossessioni metropolitane newyorkesi in una dimensione sonora che incrociasse tutte le musicalità etniche. In particolare Fear of music e Remain in light sono i capolavori indiscussi di questo crocevia musicale. Ma nello stesso tempo anche il capolavoro a quattro mani con Brian Eno, My life in the bush of ghosts (concepito e realizzato in contemporanea con Remain in light, anche se pubblicato dopo), si addentra in una serie di contaminazioni che pescano un po’ da tutte le culture musicali.
E così, mentre la carriera dei Talking Heads si avviava alla sua conclusione, David Byrne cominciò a pensare a progetti da solista cui dare una realizzazione. Il primo passo fu Rei Momo, album pubblicato un anno dopo Naked, ultima fatica in studio dei Talking Heads, ed è una festa per le orecchie. David Byrne si immerge nelle musicalità dell’America Latina, e più precisamente quelle brasiliane, realizzando un album gioioso, solare, divertente, ballabile.
Nelle canzoni di questo “Re Carnevale”, David oltre agli strumenti comunemente noti, miscela percussioni, fiati, fisarmoniche e violini. I quindici brani che compongono l’album (tre sono assenti nell’edizione in Lp) formano un arcobaleno sonoro diverso dal solito percorso musicale a cui il nostro ci aveva abituato. Anche se certi riferimenti ai vecchi Talking Heads sembrano inevitabili e difficili da cancellare con un gesto di spugna.
Apre le danze Indipendence day, ricca di sfumature, allegre percussioni. Make believe mambo, con i suoi ritmi sudamericani, è un brano allegro,  con una sezione fiati e un coro mariachi, da renderlo tra i più ascoltati e piacevoli. Una ballata  carica di voci per un suono tipicamente brasiliero è Call of the wild, che apre la porta a Dirty old town, ottimo brano ritmato dalle percussioni e guidato dalla voce di Byrne. Con The rose tattoo siamo in pieno ambiente chinano, con la bella sezione ritmica che ci fa da apripista mentre stiamo per entrare al Mocambo. E “Loco de amor” ci dà l’anticipo per poi passare a The dream police, brano tipicamente ballabile. Don’t want to be part of your world è soave e leggera, apprezzabile la vena ironica, ottimamente arrangiata, mentre Marching through the wilderness è brano in vecchio stile mocambo con percussioni voci e ritornello. Lasciamo Good  and evil, Lie to me e Office cowboy ci riportano ai ritmi tropicali e sudamericani carichi di brio e di calore.  Women vs men invece ci porta verso casa alla fine di questo viaggio sonoro, non prima di averci regalato un tuffo nel Carnival eyes, la sezione violini la rende unica e le percussioni fanno tutto il resto. Conclude l’album I know sometimes a man is wrong piccolo capolavoro di melodia con un testo ironico e amaro.
Sarà il primo passo in una nuova dimensione da solista, cercando di attraversare qualsiasi cultura sonora e di misurarsi anche in particolari collaborazioni (Fatboy Slim e St. Vincent). La ricchezza della musica!

Ottobre 2020: David Byrne – REI MOMO (1989)ultima modifica: 2020-10-01T12:00:42+02:00da pierrovox

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