Ottobre 2020: DJ Shadow – ENDTRODUCING… (1996)

Endtroducingcover

 

Data di pubblicazione: 16 settembre 1996
Registrato a: The Glue Factory (San Francisco)
Produttore: DJ Shadow
Formazione: DJ Shadow (programmazioni, mixing, tastiere, corni, sintetizzatori), Dan The Automator (programmazioni, mixing)

 

Tracklist

 

                        Best food forward
                        Building steam with a grain of salt
                        The number song
                        Changeling/Transmission 1
                        What does your soul look like (part 4)
                        Untitled
                        Stem/Long stem/Transmission 2
                        Mutual slump
                        Organ donor
                        Why hip hop sucks in ‘96
                        Midnight in perfect world
                        Napalm brain/Scatter brain
                        What does your soul look like (part 1 – Blue sky revisit)/Transmission 3
 

L’album capovolge l’hip hop come un guanto
(Tom Wilkes)

 

Questo è un album interamente cucito insieme da altri album. Nessun suono originale qui, assolutamente no. Ma questa è la cosa incredibile di questo disco. Non ci sono canzoni massicciamente famose campionate qui (un’eccezione: l’introduzione di Organ donor ha un frammento di Dance to the music di Sly & The Family Stone).
Josh Davis ha passato anni a scavare tutti questi dimenticati album da negozi di dischi di seconda mano, e dopo un po’, ha raccolto diverse melodie frammentate e frammenti di archi e resti di ritmo per essere in grado di iniziare a seminarli e metterli insieme. Tutte queste musiche non correlate, suonate da persone che erano vive e morte, che non si sono mai incontrate, che non si sono mai conosciute, che non avrebbero mai potuto collaborare, un insieme che non avrebbe mai potuto essere, che suona canzoni che non avrebbero mai potuto immaginare. Un esercito disparato di musicisti, che suonano insieme nel tempo e nello spazio, diretti da Josh Davis.
L’album ha uno stato d’animo abbastanza singolare, a volte si diletta nella tristezza (Building steam with a grain of salt”), a volte nella paranoia (Stem/Long stem) e talvolta assume un taglio umoristico (Why hip hop sucks in ’96) con un’atmosfera di festa (The number song). Questi stati d’animo cedono sempre, incredibilmente, alla serena calma che inevitabilmente accompagna la presenza della bellezza, in questo caso la bellezza intrinseca del suono.
Il suono dell’album è composto da battiti, loop e la natura della lista dei giradischi del disco stesso significano che a volte è simile dal punto di vista sonoro all’hip-hop, ma le tracce presto aggiungono archi, corni, sintetizzatori, tutti suonati insieme finché tutto scivola in un musica che suona. Indipendente dalle categorie, libero dalla segregazione dei generi, questo disco si guarda intorno al mondo, e poi vola, ascende al cielo dove non ci sono problemi, nessuna paura.
L’album è la fusione di hip-hop e campioni ritmici con melodie e orchestrazioni. Essenzialmente, è davvero come se Josh avesse attraversato la storia del suono registrato, trovato i momenti di gioia e bellezza negli stili musicali africani ed europei e poi ha tentato di risolvere il divario tra ritmo e melodia viaggiando indietro nel tempo attraverso questi vecchi dischi e fondendoli in un’unica formula.
In conclusione, questo è uno dei risultati più importanti della musica moderna e dovrebbe essere ascoltato da chiunque sia un appassionato: solo la musica in tutta la sua bellezza e potenza, perché è sincera, unica e oltre, incredibile.

 

Ottobre 2020: DJ Shadow – ENDTRODUCING… (1996)ultima modifica: 2020-10-05T09:09:13+02:00da pierrovox

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