Dicembre 2020: Ludovico Einaudi – LE ONDE (1996)
Data di pubblicazione: 1996
Registrato a: Villa Giulini (Briosco)
Produttore: Ludovico Einaudi
Formazione: Ludovico Einaudi (pianoforte)
Tracklist
Canzone popolare (1500 ca.)
Le onde
Lontano
Ombre
La linea scura
Tracce
Questa notte
Sotto vento
Dietro l’incanto
Onde corte
La profondità del buio
Passaggio
L’ultima volta
“Forse la musica è la cosa più vicina all’amore.
Ti eleva”
(Ludovico Einaudi)
Chi dice che la musica classica è morta? Chi sostiene che questo genere musicale è ormai consegnato alla storia, e di conseguenza non può più rappresentare lo spirito del nostro tempo? Chiaramente le domande sono da intendersi in maniera provocatoria, visto che la musica da sempre rappresenta non solo il tempo, ma soprattutto l’animo umano. La musica classica in particolare è qualcosa destinata a sfidare i secoli. Ma nello stesso tempo può ancora considerarsi come una variante dell’anima anche per quest’epoca, così frenetica, così spaesata. La musica classica sa sospendere il tempo e proiettarci in una dimensione fatta di sogni e passione.
Ed è così che i rappresentanti della cosiddetta “nuova musica classica” hanno il compito di unire le epoche, gli stili e le armonie. Ludovico Einaudi è uno di questi. Fine compositore, è un artista eclettico e geniale, sapendo coniugare tanto lo stile classico quanto le esigenze della musica contemporanea, da quella popolare a quella etnica. Il suo stile, riconoscibile e nello stesso tempo originale, è lontano dal tecnicismo abulico di un Giovanni Allevi o di altri meno illustri colleghi. Con le sue note lui ricama sentimenti ed emozioni su una tastiera di pianoforte. Da’ voce all’anima e al cuore, in uno stile semplice, minimale.
Punto di riferimento nella sua carriera è l’album Le onde, registrato in soli quattro giorni nel giugno del 1996 a Villa Giuliani, nella provincia di Como. L’album è un ciclo di ballate pianistiche ispirato all’omonimo romanzo di Virginia Woolf. Nelle note di copertina, scritte dallo stesso autore si legge: “Se fosse una storia sarebbe ambientata sul lungomare di una spiaggia lunghissima. Una spiaggia senza inizio e senza fine. La storia di un uomo che cammina lungo questa riva e forse non incontra mai nessuno. Il suo sguardo si sofferma ogni tanto ad osservare qualche oggetto o frammento portato dal mare, le impronte di un granchio, un gabbiano solitario. Il paesaggio è sempre la sabbia, il cielo, qualche nuvola, il mare. Cambiano solo le onde, sempre uguali e sempre diverse, più piccole, più grandi, più corte, più lunghe”. Il tema principale del disco fu utilizzato da Nanni Moretti nella scena della nascita del piccolo Pietro nel suo film Aprile, quando il regista esce dall’ospedale e cammina sulla riva del Tevere sull’Isola Tiberina, allargando le braccia e realizzando che la venuta al mondo di suo figlio gli stava cambiando la vita. Penso basti a descrivere la profondità del sentimento che suscita questa musica: è qualcosa che da voce a ciò che le parole non riescono ad esprimere. Non è solo atmosfera, ma è profondità, esattamente come il presagio ricercato nelle atmosfere di queste note descritte da Einaudi. Lo sguardo si perde nell’immensità, e questa musica accompagna i sentimenti.