Luglio 2021: The Pogues – RUM, SODOMY & THE LASH (1985)

The Pogues - Rum sodomy and the lash

 

Data di pubblicazione: 5 agosto 1985
Registrato a: Elephant Studios (Londra)
Produttore: Elvis Costello & Philip Chevron
Formazione: Shane MacGowan (voce), Spider Stacy (flauto), James Fearnley (fisarmonica), Jem Finer (banjo), Cait O’Riordan (basso), Andrew Ranken (batteria), Philip Chevron (chitarra, mandolino), Henry Benagh (violino), Dick Cuthell (corno francese), Tommy Keane (cornamusa)

 

Lato A

 

                        The sick bed of Cúchulainn
                        The old man drag
                        The wild cats of Kilkenny
                        I’m a man you don’t meet every day
                        A pair of brown eyes
                        Sally MacLennane

 

Lato B

 

                        Dirty old town
                        Jesse James
                        Navigator
                        Billy’s bones
                        The gentlemen soldier
                        And the band played Waltzing Matilda

 

La musica popolare irlandese è tradizione viva!
(Shane MacGowan)

 

Shane McGowan: un alcolizzato che scriveva canzoni piene di storie sghembe: beoni, puttane, amori contrastati, migranti, vecchi che giocano a carte in osteria fantasticando sulla fica, malinconiche. Un gruppo storico dalla meteorica carriera tanto fulgida quanto breve, autore di canzoni in cui si mischiava il folk irlandese con il rock e anche certi suoni new wave. Tra le pieghe di questa musica si sentono i latrati dei disperati, che tra un pinta e l’altra biascicano tutta la loro vita. I Pogues in fondo non erano che questo, ma pochi al mondo sono stati tanto festaioli e ubriachi da elevare il folk irlandese allo stato di rock’n’roll allo stato puro.
Per il secondo album, la band si rifece ad una presunta citazione di Winston Churchill, “Rum, sodomy and the lash“, e l’immagine di una zattera malridotta carica di sventurati in costume adamitico per il capolavoro folk rock degli anni ’80. Un disco che è anche una galleria d’immagini per dar voce ai poveri e agli oppressi: dai disoccupati ai pescatori di balene, dai vagabondi ai carcerati; un album che giunge dopo appena un anno dall’esordio, Red Roses For Me del 1984, ma che sa scavare nell’intimo, consacrando il genio narrativo di Shane MacGowan, poeta del whiskey e cantore delle verdi colline. Fiero e impavido come un “qualsiasi” Joe Strummer e con una voce sgraziata e fuori dalle righe, Shanepalesa lo spirito del condottiero senza spada, intrepido e allegro sognatore che celebra meraviglie senza tempo (The old main drag) e fugaci utopie (And the band played waltzing Matilda) tra cori, flauti, violini e debordanti fisarmoniche. Questo disco presenta tutti gli ingredienti dei Pogues, e si deve balla con la pinta in mano e con la donna che sgonna tra sulle assi dell’osteria! E poi fisarmoniche e i flauti che suonano in Dirty Old Town”, praticamente l’inno della sfacciataggine, della malinconia dei bei ragazzi poveri, dei “poveri ma belli”. Strepitoso e toccante come una sbornia tra vecchi amici

 

 

Luglio 2021: The Pogues – RUM, SODOMY & THE LASH (1985)ultima modifica: 2021-07-08T09:16:15+02:00da pierrovox

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