Settembre 2021: Mano Negra – KING OF BONGO (1991)

Data di pubblicazione: 1 aprile 1991
Registrato a: Mix It; Conny’s Studios; Roadhouse (Parigi)
Produttore: Mano Negra
Formazione: Manu Chao (voce, chitarra), Tonio Del Borno (voce, tromba), Santiago Casariego (voce, batteria), Garbancito (percussioni), Roger Cageot (chitarra), Jo (basso), Helmout Krumar (tastiere), Anouk (voce)

Tracklist

                        Bring the fire
                        King of Bongo
                        Don’t want you no more
                        Le bruit du frigo
                        Letter to the censors
                        El Jako
                        It’s my heart
                        Mad man’s dead
                        Out of time man
                        Mme oscar
                        Welcome in occident
                        Furious fiesta
                        The fool         
                        Paris la nuit
 

“Joe Strummer e Mick Jones sono tra i pochi musicisti rock
che non mi hanno mai deluso”
(Manu Chao)

La carriera da solista di Manu Chao ha svoltanto in chiave stilistica in ben altre direzioni, forse mettendo da parte il folle periodo Mano Negra. Il gruppo rappresentò per un certo periodo il lato allegro e violento della fusione del rock e dell’impegno politico.
Pur ricoscendo l’evidente superiorità di dischi come Patchanka e Puta’s fever, in questo contesto optiamo per il variegato King of Bongo come disco rappresentativo della carriera di Manu Chao (che non per niente riprenderà nel suo album fortunato Clandestino del 1998). In questo album la scommessa è simile al precedente: fusione di ritmi tremendi con le ritmiche latine, la chanson e il rock.
Troviamo lo stesso cocktail piccante che rende tutta la loro singolarità, con una produzione forse avrebbe potuto essere anche un po’ più incisiva rispetto ai precedenti album. Il gruppo continua ad allargare il suo orizzonte musicale e porta alcuni nuovi elementi dub su Bring the fire e The fool. Nello stesso tempo ci sono alcune canzoni in francese, tra le sterzate decisamente punk di Letter to the censors o Welcome in occident, ma anche dolcezze malinconiche come Out of time man, It’s my heart e il furiouso ska tribale della title-track.
Ci sarà spazio per un altro discone come Casa Babylon prima di dare addio alle scene, ma per il resto questa musica ancora accompagna le escandescenze rivoluzionaria di qualunque generazione a venire!