Gennaio 2022: Lucinda Williams – CAR WHEELS ON A GRAVEL ROAD (1998)

Car wheels on a gravel road

 

Data di pubblicazione: 30 giugno 1998
Registrato a: Room & Board Studio (Nashville), Rumbo Studio (Los Angeles)
Produttore: Roy Bittan, Steve Earle, Ray Kennedy & Lucinda Williams
Formazione: Lucinda Williams (voce, chitarre), Gurf Morlix (chitarre, slide guitar), John Ciambotti (basso), Donald Lindley (batteria, percussioni), Buddy Miller (chitarre), Ray Kennedy (chitarra a dodici corde), Greg Leisz (chitarra a dodici corde, mandolino), Roy Bittan (organo, armonium), Jim Lauderdale (armonie vocali), Charlie Sexon (chitarre), Steve Earle (chitarre, armonica), Johnny Lee Schell (chitarre elettriche, slide guitar), Bo Ramsey (chitarre), Michael Smotherman (organo), Richard  Price (chitarra dobro), Emmylou Harris (armonie vocali)
 

Tracklist

 

                        Right in time
                        Car wheels on a gravel road
                        2 Kool 2 Be 4-gotten
                        Drunken angel
                        Concrete and barbed wire
                        Lake Charles
                        Can’t let go
                        I lost it
                        Metal firecracker
                        Greenville
                        Still I long for your kiss
                        Joy
                        Jackson
 

Una voce del sud
(Paolo Carù)

 

Questo è uno dei pochi album country degli anni ’90. Un fan del rock o dell’anima può scendere con questa musica, o almeno rispettarla indolore. E l’imbarazzante amare questo album proviene proprio da questo: è quasi troppo facile. È un album così facile da apprezzare che c’è la tentazione di sospettare che in qualche modo sia segretamente “nemmeno un vero paese”.
Anche i precedenti dischi di Williams hanno ricevuto molti elogi, in particolare quello omonimo e Sweet ld world, ma qui si raggiunge quel che si dice maturità artistica. Car wheels on a gravel road, pubblicato dopo un intervallo di cinque anni in cui il cantautorato di Williams e il noto perfezionismo in studio sono stati autorizzati a “cuocere per bene”, presenta con un team assolutamente brillante di musicisti di sessione e alcuni mix per gentile concessione di Rick Rubin, ed entrambi i fattori sono grandi parti di ciò realizza il miglior album di questa lontana Lucinda Williams.
Brillante come Lucinda stessa è qui, a cominciare dalla linea di chitarra in Right in time e il suono melodico si riempie tra chorus e verso nella traccia del titolo. O la linea malinconica che attraversa 2 Kool 2 Be 4-Gotten che inaspettatamente introduce un organo morbido e quello che suona inizialmente come violino ma si rivela essere un fischio; le chitarre continuano a perfezionarsi fino all’ultimo verso, quando cadono quasi interamente prima di tornare con la fisarmonica per Williams per rivelare il vero status di chi ha cantato. O semplicemente ascolta gli incredibili colori di Drunken angel, la chitarra che fa le sue piccole salite su e giù prima del ponte armonico, Williams slancia leggermente le sue parole come se stesse scegliendo di lamentare il passaggio di questo lavaggio alcolico all’altro lato bevendo seriamente se stessa.
I lost it è una versione reincisa di una canzone del suo secondo album nel 1980, con un assolo di chitarra e un bel ritornello melodioso che salva la canzone dall’essere l’unico vero filler sull’album. In generale questo album sta davvero cercando di sostenere un bel flusso e riflusso nello stile di un classico LP, aprendosi con due magistrali ruminazioni ed esaltazioni nel sud americano e climax emotivamente, come ad esempio in Metal firecracker, che presenta un accordo vocale rotto per iniziare i suoi cori con il più meraviglioso dei sospiri crack-y. L’album decolla piacevolmente, con il malinconico bacio di Greenville, entrando nelle chitarre giocose nella metà posteriore dell’unico accordo Joy, che sembra pronto a scoppiare completamente fuori dalla canzone prima di placarsi. E il brano di chiusura, Jackson, lo termina con una bella nota di grazia e presenta alcuni dei pezzi di chitarra acustica più belli che abbia mai ascoltato; sembra una ninna nanna.

 

Gennaio 2022: Lucinda Williams – CAR WHEELS ON A GRAVEL ROAD (1998)ultima modifica: 2022-01-31T08:30:36+01:00da pierrovox

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