Febbraio 2022: Bright Eyes – FEVERS AND MIRRORS (2000)

Fevers and mirrors

 

Data di pubblicazione: 29 maggio 2000
Registrato a: Presto! Recording Studios (Lincoln)
Produttore: Mike Mogis
Formazione: Conor Oberst (voce, chitarra, organo, sampler, piano, percussioni, piano giocattolo), Mike Mogis (chitarra elettrica, pedal steel guitar, vibrafono, piano, organo, mandolino, sampler), Todd Beachle (tastiere), Tim Kasher (organo), Joe Knapp (batteria, percussioni), Jiha Lee (flauto), Andy LeMaster (chitarra, percussioni, mellotron, basso, tastiere), Matt Maginn (basso), A. J. Mogis (piano), Clint Schnase (batteria)

 

Tracklist

 

                        A spindle, a darkness, a fever and a necklace
                        A scale, a mirror and those indifferent clocks
                        The calendar hung itself…
                        Something vague
                        The movement of a hand
                        Arienette
                        When the curious girl realizes she is under glass
                        Haligh, Haligh, a lie, Haligh
                        The center of the world
                        Sunrise, sunset
                        An attempt to tip the scales
                        A song to pass the time
 

Non sono mai reale
(Conor Oberst)

 

Fevers and Mirrors è, senza dubbio, il primo importante album pubblicato da Connor Oberst. Fevers and Mirrors sia il tipo di album che si ama o si detesta. La voce di Conor è ancora un po’ intatta, ed è quasi costantemente caratterizzata da quel familiare vacillare che divide davvero gli ascoltatori tra amore e odio. Inoltre, le canzoni variano in termini di qualità della produzione, da un eccellente studio professionale a un MD-esque dal suono molto familiare. Non importa che le pretese di Conor siano in piena fioritura, con lunghe conversazioni campionate di apertura e chiusura; l’ultimo dei quali è una finta intervista con se stesso in cui il suo dà risposte opache a domande sul concetto dell’album.
Detto questo, potrebbe essere facile pensare di rientrare nella categoria di ascoltatori che odiano Fevers e Mirrors, ma cadendo in errore. La voce spesso discussa di Connor può essere gratificante, ma offre anche un senso di emozioni urgenti e oneste che ribollono a ebollizione su corde di chitarra scelte goffamente. Le variazioni nella qualità della produzione danno all’album un aspetto da diario: alcuni giorni hai più tempo per scrivere chiaramente, in un bellissimo corsivo, mentre altri scarabocchi in maiuscole. Le pretese che finiscono il libro possono essere dimenticate perché le canzoni da loro inserite sono costantemente buone o fantastiche e hanno l’abitudine di rimanere attaccate alla testa per ore dopo l’ascolto. Alcune delle canzoni più deboli iniziano lentamente ma riprendono dal coro e, alla fine, hai dimenticato che c’era mai stata una nota che non ha attirato la tua attenzione. Cioè, ad eccezione delle ultime due canzoni che, sebbene siano sopportabili, non sembrano valere lo sforzo di ascoltare un’intervista autodistruttiva prolungata per una canzone mediocre in più di una o due occasioni indotte dalla curiosità.

 

 

Febbraio 2022: Bright Eyes – FEVERS AND MIRRORS (2000)ultima modifica: 2022-02-28T10:18:00+01:00da pierrovox

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