Marzo 2022: Cactus World News – URBAN BEACHES (1986)

Cactus World News - Urban beaches

 

Data di pubblicazione: 1986
Registrato a: Wisseloord Studios (Hilversum), Windmill Lane Studios (Dublino)
Produttore: Chris Kimsey & Bono
Formazione: Eoin McEvoy (voce, chitarra), Frank Kearns (chitarra), Feargal MacAindris (basso), Wayne Sheehy (batteria)

 

Lato A

 

                        Worlds apart
                        In a whirpool
                        The promise
                        The bridge
                        State of emergency
 

Lato B

 

                        Years later
                        Church of the cold
                        Pilots of Beka
                        Jigsaw Street
                        Maybe this time
 

Eravamo la band più rumorosa d’Irlanda
(Frank Kearns)

 

Quest’album pubblicato nel bel mezzo degli anni ’80 ha tutti i canoni dell’epica musica rock d’arena creato come reazione alla musica sintetica della prima parte del decennio. L’ep di debutto del 1985 pubblicato con l’etichetta Mother, di proprietà degli U2, finalizzata a trovare nuovi talenti irlandesi, si avvaleva anche della coproduzione di Bono. Una scelta che pone molti dubbi sulle effettive influenze di questa band sconosciuta.
Urban beaches è un debutto senza rete, con chitarre cigolanti come fili spinati, musica straordinaria lontana da ogni ironia, che sembra un appello continuo alle barricate, e sembra che da un momento all’altro darà fuoco al giradischi con un’intensità magnetica, inanellando un inno dopo un altro, alla ricerca di uno stadio in cui essere cantato e un cantante che ha lasciato la sua vita in ogni stanza, per aggiungere più argomenti se possibile.
Ed è che sebbene si citino tra le loro influenze gli anni ’60 degli Who, Jimi Hendrix e Doors, e gruppi a loro contemporanei come Clash, Ramones, Talking Heads, Waterboys e R.E.M., la loro personalità va ricercata dai conterranei U2; sono pochi i chitarristi che hanno realizzato memorabili riff pungenti e cigolanti come Frank Kearns, facendo suonare le sue chitarre come ogni altro strumento immaginabile, esattamente come The Edge.
L’album si apre con un intero inno potenziale, Worlds apart, che mostra il suo suono archetipico, con il gruppo che sta per esplodere in ogni stanza, chitarre di “combattimento”, e un suono travolgente che lascia intravedere familiarità con le oscurità dark dei Cure o dei Sisters of Mercy. In a whirlpool è un altro inno potente di gloriosa epica fragorosa, con riff toccanti. The promise da il via a contenuti sottili, scatenando l’inevitabile crescendo catartico drammatico e devastante con il gruppo che canta insieme alla loro consueta consegna come se fosse l’ultima canzone della loro vita, mentre le chitarre suonano come schegge trasparenti per gli amanti di questi suoni epici sono una festa. The bridge è una delle canzoni prodotte da Bono e suona più come gli U2 che gli stessi U2. State of emergency cambia totalmente registro chiudendo il lato A con la sua durata di sette minuti e un suono molto più denso, ipnotico, avvolgente e d’atmosfera, con chitarre delicate e sognanti.
Years later apre con forza ed entusiasmo il Lato B, e serve a preparare il momento di punta dell’album, Church of the cold, una delle canzoni più devastanti del decennio, un inno accelerato e abrasivo con il gruppo che suona a tutto volume, con enorme forza. Pilots of Beka è un’altra canzone piena di lacrime e vistosità. Segue la brillante Jigsaw Street, che suona come una recinzione di filo spinato trasformata in musica, sottolineando ancora una volta i travolgenti effetti sonori della chitarra di Kearns. Maybe this time mette il tocco finale sull’album, con tocchi di pura estasi che nelle mani di un altro gruppo potrebbero essere considerati dream pop.
In conclusione, un album che potrebbe interessare gli amanti dei dischi che erano stati fatturati in quel momento, da quelli degli U2, ai Big Country, ai Simple Minds, agli Alarm. Roba che forse oggi è facile demolire con tanta superficialità, ma che all’epoca aveva acceso e rivitalizzato moltissimi cuori!

 

Marzo 2022: Cactus World News – URBAN BEACHES (1986)ultima modifica: 2022-03-03T09:03:36+01:00da pierrovox

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