Marzo 2022: Belle & Sebastian – THE BOY WITH THE ARAB STRAP (1998)

The boy with the arab strap

 

Data di pubblicazione: 7 settembre 1998
Registrato a: CaVa Studios (Glasgow)
Produttore: Tony Doogan
Formazione: Stuart Murdoch (voce, chitarra, tastiere), Stuart David (basso, voce), Isobel Campbell (voce, violoncello, chitarra, percussioni), Chris Geddes (piano, tastiere), Richard Colburn (batteria), Stevie Jackson (chitarra, voce), Sarah Martin (violino, tastiere, percussioni), Mick Cooke (tromba), Ian MacKay (cornamusa), Neil Robertson (basso), Gail Anderson, Claire Campbell, Eilidh Campbell, Euan Forrester, David D MacKay, Sarah Wilson (sezione d’archi)
 

 

Tracklist
                        It could have been a brillant career
                        Sleep the clock around
                        Is it wicked not to care
                        Easy your feel feet in the sea
                        A summer wasting
                        Semyour stein
                        A space boy dream
                        Dirty dream number two
                        The boy with the arab strap
                        Chickfactor
                        Simple things
                        The romercoaster ride
 

I Belle & Sebastian non sono la tazza da té di tutti
(Chris Geddes)

 

Il pop degli scozzesi Belle & Sebastian non era esattamente assimilabile a quello falsificabile e di consumo in rotazione sulle radio commerciali o su Mtv. Era un tipo di pop colto, sofisticato, elegante, raffinato. I Belle & Sebastian erano dei cantastorie stralunati, romantici, se vogliamo, e con la tendenza alla composizioni di canzoni che brillano di luce propria, senza fare molto rumore. Seguendo lo stesso filone dei Magnetic Fields, i Belle & Sebastian hanno consacrato un’arte che è fatta per restare, pur non cadendo nella “pesantezza” di certi meccanismi seriosi del rock.
The boy with the arab strap è il loro terzo album, ed è considerato una delle loro opere migliori. Il disco si compone di dodici canzoni che spaziano dalle armonie sixties del pezzo d’apertura It could have been a brillant career, contornato di tastierine in sottofondo e carillon, al folk-country della conclusiva The romercoaster ride. In mezzo abbiamo la cadenzata Sleep the clock around, che fonde folk e pop sintetico, la soffice Is it wicked not to care, con un bell’organetto in prima vista a fare da sfondo ad Isobel Campbell immersa in una dolce armonia pop anni ’60. Easy your feel feet in the sea ricalca molto il modo di scrivere canzoni tanto care ai Magnetic Fields, che da lì a poco giungeranno con l’esplosione creativa di 69 love songs. A summer wasting mette insieme i Byrds e i Wilco, mentre la tenue Semyour stein pare allacciare affinità con gli Sparklehorse.
A space boy dream si distende su un tappeto sonoro sintetico, sulla quale si erge un trip-hop con tanto di richiami ai Massive Attack, Air o al limite gli Eels di Beautiful freak. Dirty dream number two ha tutt’altra atmosfera, attingendo a piene mani dal pop orchestrale di scuola Burt Bacharach. La title-track si distende con le sue armonie briose ed echeggianti il folk scozzese, mentre Chickfactor è una dolcissima ballata cadenzata da un pianoforte che suona come un carillon. Non resta che la scheggia Simple things.
The boy with the arab strap dimostrò che si poteva fare pop in modo del tutto diverso rispetto a come ci si aspettava. I Belle & Sebastian proseguiranno il loro percorso artistico con album altrettanto convincenti e carriere soliste intense, a dimostrazione che il talento è straordinario

Marzo 2022: Belle & Sebastian – THE BOY WITH THE ARAB STRAP (1998)ultima modifica: 2022-03-07T07:34:35+01:00da pierrovox

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