Giugno 2022: Brian Eno & John Cale – WRONG WAY UP (1990)

1990 - Wrong way up

 

Data di pubblicazione: 5 ottobre 1990
Registrato a: Brian Eno’s Wilderness Studio (Woodbridge)
Produttore: Brian Eno & John Cale
Formazione: Brian Eno (voce, tastiere, percussioni, chitarre, basso, campane, organo), John Cale (voce, piano, tastiere, viola, corno, arpa, basso, orchestrazioni), Robert Ahwai (chitarra ritmica), Nell Catchpole (violino), Daryl Johnson (basso), Ronald James (batteria, tabla), Dave Young (chitarre, basso), Rhett Davies, Bruce Lampcov (cori)
 

Tracklist

 

                        Lay my love
                        One word
                        In the backroom
                        Empty frame
                        Cordoba
                        Spinning away
                        Footsteps
                        Been there, done that
                        Crime in the desert
                        The river

 

 

Il gioco dei ruoli – John Cale come un turbine,
Brian Eno come un contabile – definiscono il rapporto di lavoro
(Chris O’Leary)

 

Dopo Lou Reed, è il turno di Brian Eno di mettersi in contatto con John Cale. Un esercizio al quale l’ormai famoso produttore ci ha abiutuati, essendo lui uno sperimentatore che ha lavorato con i più grandi, da Robert Fripp a David Byrne, da David Bowie agli U2. In questa collaborazione però dobbiamo Dimenticare le atmosfere e le lunghe tracce di venti minuti con poche note al massimo, perché questo è sicuramente l’album più apertamente pop del genietto inglese dal 1974!
Wrong Way up consiste in una dozzina di canzoni su cui i due musicisti pongono le loro voci e le loro chitarre su basi elettroniche. Ritmi digitali un po’ strani, clic binari e strati sintetici discreti. L’incontro con queste chitarre cristalline e queste voci che stanno iniziando a invecchiare, ma che comunque rimangono superbe, è abbastanza sconcertante, e non è del tutto chiaro se il risultato sembrerà antiquato tra cinque anni o se sarà ancora futuristico in un decennio. Comunque, è così bello sentire queste due leggende semplicemente concedersi un esercizio di pop raffinato ma disinibito. Le tracce su cui Cale ha il controllo sono più oscure e intime, come In the backroom o l’inquietante Cordoba, mentre Eno, che sembra ancora aprire la strada, ci regala deliziose piccole canzoni pop. Le prime due tracce Lay my love e One word suonano come una versione modernizzata del suo album di debutto Here come the warm jets, mentre Empty frame e il suo ritmo inebriante non avrebbero mismatched accanto ai brani più allegri di Another green world.
Spinning Away poi è una pura meraviglia e potrebbe anche competere per il titolo della più bella produzione di Eno. Un inno sublime alla semplicità, alla fugace felicità di una giornata tranquilla, che si apre a un ritmo robotico e accoglie una chitarra tanto funky quanto eterea, e infine violini travolgenti. I cori aerei di Brian in cui la canzone alla fine si dissolve sono di rara magnificenza.
I quattro brani successivi, di cui due cantati da Cale e un duetto (il sintetico country-blues di Crime in the Desert), sono meno seri, ma l’intero album è anche affascinante nella sua semplicità, che dalle sue qualità melodiche. Un album forse un po’ difficile da collocare nella carriera solista di John Cale, ma che trova comunque perfettamente il suo posto in quella di Brian Eno, ei suoi estimatori farebbero torto a ignorarlo, proprio come i fan del pop ibrido

Giugno 2022: Brian Eno & John Cale – WRONG WAY UP (1990)ultima modifica: 2022-06-20T08:03:15+02:00da pierrovox

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