Luglio 2022: Mark Lanegan Band – BUBBLEGUM (2004)
Data di pubblicazione: 10 agosto 2004
Registrato a: Rancho De La Luna, Sound City Studios, Stagg Street Studio, Lethal Studio, Donner & Blitzen Studio, 11AD, Del Boca Vista (Los Angeles), Sound Arts Recordings Studio (Houston), Kudzu Ranch (Mebane)
Produttore: Chriss Goss & Alain Johannes
Formazione: Mark Lanegan (voce, chitarra), PJ Harvey (voce), Chris Goss (chitarra, piano, voce), Tracey Chisholm (drum machine), Molly McGuire (basso, cori), Aldo Struyf (sintetizzatore, piano, organo), David Catching (organo, chitarra), Wendy Rae Fowler (piano, voce), Joshua Homme (chitarra, basso, batteria), Keni Richards (batteria), Mike Johnson (chitarra), Ian Moore (cori), Bukka Allen (organo), Alain Johannes (chitarra, basso, batteria, batteria elettrica, sintetizzatore, tastiere, organo, cori), Natasha Shneider (cori), Brett Netson (cori), Greg Dulli (cori), Nick Olivieri (basso, cori), Jonathan Russo (basso), Izzy Stradlin (voce), Duff McKegan (voce), Troy Van Leeuwen (piano, chitarra), Joey Castillo (batteria), John Kastner (batteria), Eddie Nappi (basso), Dimitri Coats (chitarra, batteria, piano), Mathias Scheeburger (chitarra, cori, piano), Melanie Campbell (basso)
Tracklist
When your number isn’t up
Hit the city
Wedding dress
Methamphetamine blues
One hundred days
Bombed
Strange religion
Sideways in reverse
Come to me
Like Little Willie John
Can’t come down
Morning glory wine
Head
Driving Death Valley blues
Out of nowhere
“Penso che Bubblegum sia proprio il mio miglior disco”
(Mark Lanegan)
Pochi artisti sono così affascinanti, riconoscibili e mai prevedibili come Mark Lanegan. Il talentuoso cantante americano ha esordito nella grunge band Screaming Trees, per poi proseguire in una fitta collaborazione con artisti affermati e in una strabiliante carriera da solista, che poi lo ha imposto come uno dei nomi più importanti del rock alternativo americano.
Dotato di una voce roca e profondissima, è il tipico cantante che riuscirebbe ad emozionare anche se dovesse cantare la lista della spesa, i nomi sul citofono o dell’elenco telefonico. Tuttavia è un artista che non ama adagiarsi sugli allori, e che ogni volta tenta di rimettersi in gioco, con album che lambiscono il blues, il rock’n’roll, l’elettrorock e altre contaminazioni.
Dei suoi album da solista non c’è che l’imbarazzo della scelta, ma in questa sede optiamo per il lungo, seminale e variegato Bubblegum, che tra le altre cose vanta anche collaborazioni eccellenti, da PJ Harvey a Greg Dulli, da Josh Homme e Nick Olivieri dei Queens of The Stone Age (quest’ultimo anche nei Kyuss), a Duff McKeegan e Izzy Stradlin dei Guns ‘N Roses. Ci sono quindici canzoni che spaziano dal blues d’autore al folk notturno, per approdare persino al garage rock più spietato, per permettersi anche delle divagazioni in chiave elettronica. Non c’è una canzone che sappia di riempitivo, e non un passo a vuoto in una carriera che ancora continua a regalare dischi eccellenti