Luglio 2022: John Parish & PJ Harvey – DANCE HALL AT LOUSE POINT (1996)

Dance hall at louse point

 

Data di pubblicazione: 23 settembre 1996
Registrato a: Small World (Yeovil)
Produttore: John Parish & PJ Harvey
Formazione: PJ Harvey (voce, chitarre), John Parish (chitarre, basso, tastiere, pecussioni), Mick Harvey (organo, basso, chitarra, batteria)

 

Tracklist

 

                        Girl
                        Rope Bridge crossing
                        City of no sun
                        That was my veil
                        Um with dead flowers in a drained pool
                        Civil war corrispondent
                        Taut
                        Un cercle autor du soleil
                        Heela
                        Is that all there is?
                        Dance hall at Louse Point
                        Lost fun zone

 

 

La gente non lo conta nemmeno, ma questo è il disco di cui
sono davvero orgogliosa. Ѐ un enorme punto di svolta.
Dal punto di vista dei testi, mi ha spostato in aree in cui non ero mai stata prima.
Di fronte alla musica di John, che è così diversa dalla mia,
mi ha fatto scrivere i testi in un modo molto diverso, e strutturare le canzoni
in modo diverso
(PJ Harvey)

 

Nella lunga discografia di PJ Harvey, Dance hall at Louse Point è probabilmente considerato come uno degli episodi più interlocutori, e di conseguenza uno dei suoi lavori più sottovalutati. Il disco nasce dall’intensa collaborazione col produttore e musicista John Parish, già dietro la consolle del capolavoro To bring you my love. In effetti il disco, pur seguendo lo stile musicale della cantautrice del Dorset, tuttavia si differenzia per una maggiore cupezza delle trame sonore, per uno stile decisamente più scostante e una ricerca sonora che lasci intravedere più l’oscurità che le zone di luce. PJ Harvey scrive i testi cercando di delineare non tanto uno stato d’animo, ma lo spirito di determinati luoghi. Un po’ come accade nel cinema di Wenders, la musica qui diventa veicolo di esplorazione, e nel viaggio, questa diventa uno strumento per conoscere meglio sé stessi.
Il disco pare dai pochi accordi strimpellati di Girl, uno strumentale atmosferico, con i leggeri cori dei Polly Jean che sembrano simulare un lontano canto delle sirene. Si approda così a Rope Bridge crossing, che sembra avere qualche familiarità con la canzone d’autore di Nick Cave (nota da non dimenticare è che PJ in quel periodo stava vivendo una relazione con cantautore australiano e aveva partecipato a due canzoni del suo Murder ballads). City of no sun giunge con le sue atmosfere vagamente psichedeliche, con un canto austero che nella strofa ricorda molto da vicino quello di Nico, mentre il ritornello è coperto dalle cacofonie urlanti. That was my veil è l’unica hit del disco (che dal punto di vista commerciale fu un mezzo fiasco), ed è una canzone in perfetto stile PJ Harvey. Um with dead flowers in a drained pool è ammantata da sonorità psichedeliche, elementi lo-fi sommersi, che portano poi all’esplosione di un ritornello che ricorda in qualche punto le Hole di Courtney Love. Civil war corrispondent riaggancia PJ ad uno dei suoi più grandi riferimenti: Patti Smith.
Il garage sporco di Taut apre la seconda parte del disco, con i suoi riff lo-fi e un cantato sussurato e bofonchiato. Un cercle autor du soleil procede con andamento post rock, mentre Heela innanza muri saturi di chitarre. Is that all there is? viene sorretta da un organo chiesastico, e Polly interpreta il brano con uno stralunato spoken rock. Ancora un riff di chitarra lo-fi per l’apertura della sporca title-track, dove elementi sonori di varia natura fanno capolino. Chiude il lotto Lost fun zone, che pare voler mantenere un qualche legame con gli Stooges.
Anche se all’epoca non molti compresero e apprezzarono il disco nato dalla collaborazione tra John Parish e PJ Harvey, non si può certo negarne l’importanza storica nell’evoluzione scritturistica e interpretative di entrambi, tanto che tredici anni più tardi i due proporranno un secondo disco, A woman a man walked by, frutto della stessa collaborazione, e con esiti artistici altrettanto convincenti.   

Luglio 2022: John Parish & PJ Harvey – DANCE HALL AT LOUSE POINT (1996)ultima modifica: 2022-07-11T09:11:18+02:00da pierrovox

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