Settembre 2023: The Black Keys – EL CAMINO (2011)
Data di pubblicazione: 6 dicembre 2011
Registrato a: Easy Eye Sound (Nashville)
Produttore: Danger Mouse
Formazione: Dan Auerbach (voce, chitarre, basso), Patrick Carney (batteria), Danger Mouse (tastiere), Leisa Hans, Heather Ridgon, Ashley Wilcoxson (cori)
Tracklist
Lonely boy
Dead and gone
Gold on the ceiling
Little black submarines
Money maker
Run right back
Sister
Hell of a season
Stop stop
Nova baby
Mind eraser
“Suonano come una band che pensa di aver realizzato
il miglior album del decennio, probabilmente perché è quello che hanno fatto”
(Michael Hann)
Molto si dice sul rock del nuovo millennio, a detta di molti, revivalista, improntato cioè sul calco stilistico di musicalità di altre epoche, rese attuali da band che si misurano con modelli lontani da loro. I Black Keys sono uno di quei gruppi che non sfuggono di certo a questo genere di classificazione, poiché la loro formula si è manifestata sin da subito su un garage rock debitore della scuola psichedelica degli anni ’60. Dischi come Rubber factory o Brothers manifestano più di un legame con quel mondo artistico, ma è con El camino, dopo una gavetta durata quasi dieci anni, che il gruppo americano fa il cosiddetto botto, e non solo dal punto di vista commerciale.
L’album è senza dubbio una delle opere maggiori degli anni ’10 del nuovo millennio, manifestando non solo una certa familiarità col garage rock degli anni ’60, ma anche con tutte le band che han provato ad esplorarlo, a cominciare dai White Stripes o dagli Arctic Monkeys. Il singolo di lancio, Lonely boy, in tal senso è uno scoppiettante concentrato di rock’n’roll adrenalinico, fulminante, irresistibile, e si può ritenere senza timore di smentita una delle cose più grosse che il nuovo rock abbia prodotto. Il resto in scaletta però non è da meno, mantenendosi tra sonorità sporche e un tiro eclatante. El camino è senza dubbio uno di quei dischi che fan bene al rock, in un periodo in cui il rock pare aver perso mordente tra i ragazzi delle nuove generazioni. E chissà che non sia un potente ponte generazionale verso altre epoche, per scoprire l’essenza stessa del rock!