Ottobre 2021: Tindersticks – TINDERSTICKS (1993)
Data di pubblicazione: 11 ottobre 1993
Registrato a: Townhouse 3 (Londra)
Produttore: Tindersticks & Ian Caple
Formazione: Stuart Staples (voce, chitarra), David Boulter (tastiere), Neil Fraser (chitarra), Dickon Hinchliffe (violino), Mark Colwill (basso), Alistar Macaulay (batteria, vibrafono), Terry Edwards (tromba), Martin Harman (oboe), Rosie Lindsell (fagotto), Ian Bishop (clarinetto)
Tracklist
Nectar
Tyed
Sweet sweet man part 1
Whiskey & water
Blood
City sickness
Patchwork
Marbles
The walt blues
Milky teeth
Pt two
Jism
Piano song
Tie-Dye
Raindrops
Pt three
Her
Tea stain
Drunk tank
Paco de Renaldos dream
The not knowing
“Dico spesso ai miei figli che la cosa più creativa che io abbia mai fatto
è stata avere il coraggio di lasciare Nottingham e andare a Londra:
solo per fare un passo perché da quel passo sono state fatte tante cose”
(Stuart Staples)
Sul nascere della definitiva consacrazione del brit-pop, si presentano sulle scene anche i Tindersticks. La loro musica si allontana dal paradigma del britsh-pop-rock usuale, preferendo attingere ispirazione dal cantautorato di Leonard Cohen e Scott Walker. Si creano così toni malinconici (Cohen) e teatrali (Walker), su cui spesso si aggiungono ispirazioni più marcatamente rock (soprattutto per l’uso della chitarra). Il primo disco costituisce un amalgama unico e ben riuscito, un dipinto di noir-pop orchestrale, che spesso si concede anche a melodie orecchiabili, pur sempre sofisticate.
Vent’uno canzoni in cui ci si immerge nella sua dolce malinconia, dove si vuole solo sedersi lì e sentirsi triste. Sentire quella pigra malinconia porta quest’album incessantemente a tempo medio che poi avrà improvvisamente un senso, quello cioè di sedersi, di notte, da solo, e sentire su di sé cosa può produrre quella musica.
È indie rock e anche una sorta di musica di cabaret, piena di cantieri coperti di fumo e di sensuali ottoni e fiati accanto a chitarre, basso e batteria. Le voci mormoranti fanno del loro meglio per nasconderlo a volte, ma qui c’è molta bella melodia. Gli anni Novanta hanno trovato il loro crooner romantico in Stuart Staples.