Dicembre 2021: The Fiery Furnaces – GALLOWSBIRD’S BARK (2003)
Data di pubblicazione: 23 settembre 2003
Registrato a: Rare Book Room (New York)
Produttore: Nicolas Vernhes
Formazione: Eleanor Friedberger (voce, chitarra), Matthew Friedberger (voce, piano, sintetizzatore, basso), Ryan Sawyer (batteria)
Tracklist
South is only a home
I’m gonna run
Leaky tunnel
Up in the north
Inca rag/Name game
Asthma attack
Don’t dance her down
Crystal clear
Two fat feet
Bow wow
Gale blow
Worry worry
Bright blue tie
Tropical ice-land
Rub-alcohol blues
We got back the plague
“Sono stata in una band nella mia vita,
ed era con mio fratello”
(Eleanor Friedberger)
Il debutto dei fratelli Friedberger è un gioco rollicking lungo il ciglio della strada degli stili di musica classica rifratta e riassemblata in modalità cartone animato. C’è un po’ di garage rock qui, una sana dose di blues lì e alcuni accenni di rock d’avanguardia sotto. Ascoltare questo è come cadere dalle scale con una chitarra blues vintage, il tuo pianoforte a coda e tutti gli amplificatori, quindi colpire la testa in basso e sognare di viaggiare in Europa e in altri luoghi.
Le Fiery Furnaces riescono a stupire in un modo incredibilmente semplice con la loro capacità di mescolare musica pop accattivante, duro rock bar anni ’70 e sperimentazione synth sui sedici brani brevi che compongono l’album di debutto Gallowbird’s bark. Inizia con il giocoso piano jazz che esegue South is only a home, continua con la chitarra blues e un ritmo di basso eccezionalmente frenetico in I’m gonna run, e non si ferma fino a quando We got back the plague si sintonizza con alcuni dei le righe di testo che odiano Bush meglio formulate che sono state create. È soprattutto quando mettono in risalto gli assoli di chitarra da pub con dure resistenze come Asthma Attack e Don’t dance her down che emozionano, ma anche in canzoni pop meno sensuali come il duo Bright blue tie e Tropical ice-land ci sono segnali di grande personalità. E il più grande highlight dell’album Two fat feet ha un fantastico groove di piano sul verso, un ritornello che è il benvenuto nella tua testa per sempre e un ponte di chitarra che semplicemente muore. La variazione nel materiale della canzone è grande, sebbene tutti entrino nelle forme sopra menzionate con vecchi blues, nuovo pop e ambiziosi toni di sintetizzatore. Un disco così eccitante, vario e sperimentale come se ne fanno pochi