In questi giorni non ho avuto tanta voglia di scrivere, o meglio non sapevo di che scrivere.
Neanche ora le idee sono chiare, l’unica cosa che mi viene da sottolineare è che c’è caldo.
Il sud è stretto da una morsa di caldo opprimente, a parte restare chiusi a casa con l’aria condizionata, le uniche altre alternative sono:
il mare
o il centro commerciale.
Sapete, già scritto, che non amo il mare. Non c’è sollievo (parlo per me) solo un apparente refrigerio che obbliga a uscire e entrare dall’acqua in continuazione, poi è ormai risaputo: “mai prendere il solo nelle ore più calde” quindi, a che serve andare in spiaggia?
Il centro commerciale è fresco, ma anche lui ha i suoi lati negativi, facile annoiarsi dopo un paio d’ore di giri.
E dire che dai tg scopro che al nord, invece, si lotta con i temporali e le grandinate.
Un tempo a dividere l’Italia in due era la: questione meridionale, oggi è la: questione climatica.
E mentre c’è chi muore di stenti nel deserto.
Qui c’è chi invia messaggi pubblicitari di siti dove facile è scopare (cit.)
Che menti piccole e che uso superficiale della rete. C’è, poi, da stupirsi? Direi di no!
Il 12% di tutti i siti web è porno, non è poco.
Il 25% di tutte le richieste ai motori di ricerca è pornografica, mentre il 35% di tutti i download è di natura pornografica.
E sex (sesso) è la parola in assoluto più cercata.
Non sono un’ipocrita, dire che nella mia vita non ho mai avuto a che fare con la pornografia è una bugia. Da ragazzo giravano in classe giornaletti porno ed è stato inevitabile sfogliarne alcuni, mi è capitato anche di vedere qualche film porno, non crederete mai dove!!!
Su un pullman diretto verso Taranto, durante il CAR.
Da adulto, direi dopo i 30 anni, non mi è capitato più né di sfogliare giornaletti, né di guardare film. La circoscrizione della commercializzazione era abbastanza efficace da evitare che il porno arrivasse nelle mani dei ragazzini. Lo so, se si passava da un giornalaio, vedevi ben pubblicizzati cassette e giornaletti, non era così semplice, però, comprarli, nel caso, comunque, dovevi superato l’imbarazzo e spendere dei soldini.
Oggi, con internet, non è, più, necessario acquistare né film, né riviste, i pop-up si aprono da soli poco importa chi c’è dietro lo schermo, che età ha o che condizione mentale lo affligge, tutto fa target. Donne con cosce aperte e nelle più svariate posizioni si mostrano come fiori che si aprono al mattino, il sesso nella sua più cruda ed esplicita incarnazione si materializza in tutto il suo squallore e degrado.
L’unica cosa d’illegale (rimanga tra noi) che faccio in rete è, ogni tanto, guadare in streaming qualche film (l’ultimo Avatar 2) non ancora uscito nelle piattaforme e quel che si apre quando visito quei siti è degno del più lussurioso girone dell’inferno,
Chi controlla che nessun ragazzo (bambino) o ragazza (bambina) veda tutto questo?
Non amo la censura, in nessun caso è una soluzione.
“L’assassinio: la forma estrema di censura.” George Bernard Shaw
C’è differenza, però, tra imprigionare il pensiero e usarlo per distruggere.
Fermare un pensiero che distrugge non è censura, è libertà.
C’è caldo, un caldo estremo, un caldo torrido che lascia la terra arida, un’aridità che oggi è nei cuori e nella anime di chi vive questa società.
Scusate la retorica da moralista, ma non mi è venuto in mente altro da scrivere.
La situazione che viviamo oggi non è una delle migliori, per lo meno dal mio punto di vista.
I ceti sociali, le classi, le caste sono sempre esistite, esistono da decine di secoli. Conseguenza? Alcuni diranno che le cose vanno bene, altri male, altri ancora che le cose potrebbero andare meglio o peggio.
Ora!!! Finché le cose vanno bene tutto è perdonabile, comprensibile, condivisibile, le cose cambiano prospettiva se, invece, vanno male.
La resilienza diventa un gioco al logoramento.
Mesi fa scrissi in un post quel che vivo professionalmente al momento, una fase d’incertezza e transizione. Sono stato dipendente e piccolo imprenditore, oggi cerco di ricollocarmi, cosa non facile per tanti motivi, l’età, l’ambiente, ecc. ecc.
Nei post passati, parlando della mia compagna, ho scritto spesso come sia pungente e sarcastica.
A volte mi dice che devo smettere di perseguire i miei progetti, che il lavoro è lavoro qualunque sia e che contribuire alla famiglia porta a fare sacrifici. Sacrifici che obbligano a rinunciare ai propri sogni.
Un fondo di verità c’è nelle sue parole, non si può persistere in un’idea che non porta a nulla, che non da i risultati sperati.
Il problema di fondo è che l’artista è, un mestiere povero, un mestiere che dona tanto, ma riceve poco. Tutti amano guardare l’arte, ammirarla. Tutti apprezzano un bel oggetto, ma poi? Tutti si circondano di oggetti che sono imitazioni, costruzioni industriali senza valore e anima.
Non è una condanna a nessuno. Non è uno sbaglio comprare oggetti industriali, quasi.
Osservo semplicemente la realtà e quella che vivo porta a riflessioni dolorose.
La cosa che mi rattrista è che, le volta che racconto alla mia compagna quello che ho in mente e quello che sto mettendo in pratica per realizzarlo, lei sfiduciata mostra, seppur non con le parole non sempre per lo meno, una disillusione che mi ferisce.
È ovvio che si deve fare i conti con la realtà che si vive e con essa fare i conti con tutti coloro che ne fanno, vuoi o non vuoi, parte. Non posso dare torto alla mia compagna, da dipendente guadagnavo ogni mese, oggi! Guadagno un mese sì, tre no e non va bene. A fine anno dovrei (devo) riaprire la partita iva e rientrare in un sistema che di fatto non funziona.
Mi chiedo quanto devo persistere prima di mollare tutto e andare a raccogliere arancia? O partire per qualche località sperduta a fare l’operaio in un cantiere edile?
Anche qui, però, la mia campagna sarcasticamente mi prende in giro, le volte che preso dallo sconforto le dico: “ora chiamo il mio amico e vedo se c’è posto nel cantiere in cui lavora, per un manovale.”
Lei risponde: “Ma che chiami a fare, dureresti due giorni, hai sempre lavorato in un ufficio.” Ecco che vengo etichettato e nella sua mente nasce un’idea di quel che sono.
A volte si crea un’immagina, un’idea (appunto) di chi abbiamo accanto e nel bene e nel male si è per sempre quell’idea.
Sorpresa, poi, quando ti accorgi che lui o lei non è come l’avevi immaginato.
“L’unico modo per evitare di essere depressi è non avere abbastanza tempo libero per domandarsi se se si è felici o no.” George Bernard Shaw
In questo periodo sono particolarmente pigro nello scrivere, sarà il caldo, mi ha sempre dato noia l’Estate, invece di darmi carica, mi scarica di energie e volontà, ovviamente scrivo per me ad altri magari fa tutt’altro effetto.
Anche la mia compagna è particolarmente nervosa e ansiosa, a darle ansia e nevrosi la prova costume.
Ne ho accennato in passato, la mia compagna, ha per motivi di salute subito un intervento per la riduzione del peso, conseguenza a questo intervento alcuni problemi estetici che rendono i suoi pensieri al quanto malinconici e tristi.
Io di mio la rincuoro, ma lo specchio difficilmente si riesce a ingannare e le parole sono illusioni che durano giusto il tempo che lo sguardo è altrove.
“Si usa uno specchio di vetro per guardare il viso e si usano le opere d’arte per guardare la propria anima.” George Bernard Shaw
Shaw dice una cosa giusta, davanti allo specchio i pregi dell’anima vengono dimenticati, e solo i difetti della superficie restano a tormentarci.
Non scrivo quasi mai di cronaca, se non quando un evento mi colpisce tanto da portarmi a condividere una personale opinione.
Oggi voglio con tristezza, perché è triste, soffermarmi sul tragico evento che ha visto un bambino di 5 anni perdere la vita per una assurda sfida social.
Io sono in rete da oramai più di 30 anni, con varie rinascite lungo il tragitto, posso, con cognizione di causa, definirmi un internauta presente, direi assiduo, social quanto basta, sempre poco, però, rispetto alle ultime due generazioni.
Ho scoperto Libero ben 20 anni fa, il profilo che uso attualmente è il primo che ho creato, ne ho poi nell’arco del tempo creati altri due che ho usato tra una pausa e l’altra, in quei momenti che stufo dello squallore della comunità mi ritiravo in solitudine. L’ultima pausa durata quasi 4 anni mi ha spinto a rispolverare il vecchio natodallatempesta0, l’unico profilo che non ho, mai, cancellato.
La mia attività social si estende poi – con una frequenza molto più limitata di interventi – con l’interazione in un altro sito, ilfattoquotidiano. Ammiro Travaglio e che piaccio o no, a chi mi legge, seguo il suo giornale online commentandolo quando pubblica qualcosa di interessante.
La mia conoscenza della rete non è, né limitata, né superficiale.
Ho percepito già 30 anni fa che il potenziale era enorme e dopo gli studi ho cercato di ampliare le mie conoscenze, attraverso corsi di informatica.
Ho un titolo che mi attesta quale webmaster, ho quindi le conoscenze più o meno aggiornate per creare un sito web.
Negli anni in base alle mie attività ne ho creati parecchi. All’epoca anche per l’azienda del mio datore di lavoro. Oggi ho un solo sito, quello personale o ufficiale, con tutti i miei lavori artistici, la mia biografia (nulla di speciale) e i miei progetti. Nel corso del tempo ho anche seguito corsi per realizzare app e strumenti informatici. Tutto questo per affermare che conosco abbastanza bene internet sia come utente che come programmatore, devo dire che tenersi aggiornati non è semplice ma nel mio caso non è neanche indispensabile.
Come utente quindi:
Ho un blog, attualmente uno solo, su Libero.
Un sito ufficiale.
Alcuni profili di natura professionali su varie piattaforme di vendita e pubblicità, siti come galleria d’arte e simili.
Un profilo su facebook con pagina annessa, poco aggiornato a dire il vero.
Un profilo su Twitter e uno su LinkedIn anch’essi poco aggiornati in verità, il tempo è quello che è.
Tempo fa, parlo di una decina d’anni fa, ero anche un assiduo giocatore di video giochi.
Perché vi ho scritto tutto questo che credo possa interessa poco a chi legge.
Per definire un principio che la rete di fatto è un’occasione.
“Quando mi trovo alle conferenze sull’informazione tecnologica e la gente dice che la cosa più importante al mondo è fare in modo che le persone possano connettersi alla Rete, io rispondo: Mi state prendendo in giro? Siete mai stati nei paesi poveri?” Bill Gates
Come, però, sottolinea Gates non è indispensabile, né tanto tanto meno la cosa più importante.
“Ho evitato Internet ma solo fino a quando l’avvento del web non l’ha trasformata in una tale magnifica opportunità di perdere tempo da non poterle più resistere.” William Gibson
Perdere tempo, Gibson definisce perfettamente cosa oggi è la rete, una perdita di tempo, una perdita di credibile e una perdita di vite.
Il bilancio poteva e potrebbe essere positivo, perché lo ribadisco il potenziale dietro la rete e il web è enorme e tale da creare lavoro. Oggi, però, grazie ai social e ai loro utenti, i vari Influenzer, Blogger, YouTuber e TikToker la rete è di fatto una squallida e pericolosa rappresentazione della società contemporanea.
Quel che è successo a Roma è assurdo e ingiustificabile.
Ripeto non do colpe alla rete, la follia esisteva anche prima, basta ricordare gli scellerati assassini che si divertivano a lanciare sassi dal cavalcavia.
Il punto è nell’uso e in quel che la società sta sdoganando, una sempre più pericolosa e ambigua reazione alle provocazioni, si sta legittimando l’estremismo sociale, e non parlo di estremismi politici o ideologici le solite cazzate su fascismo e comunismo, ma di una sempre più legittima affermazione di quello che è un bullismo sociale, se non arrivi con le parole puoi e devi usare la forza.
Come siamo arrivati da porgi l’altra guancia a colpisci prima che ti colpisca l’altro?
Forse è vero!! La verità è che non siamo mai stati nel sentiero giusto, che predichiamo bene ma poi.
Mio padre quando ero ragazzino mi diceva che mi dovevo difendere quando mi picchiavano, che se ricevevo un pugno, io, ne dovevo dare due, se no non avrei ricevuto rispetto.
Rispetto!!!
“Un uomo è tanto più rispettabile quante più sono le cose di cui si vergogna.” George Bernard Shaw
Direi che cosa di cui vergognarci ne abbiamo tante.
Nell’ultimo pensiero ho raccontato la triste situazione di una collega della mia compagna e da questa situazione ho espresso la mia riflessione sulla separazione e su uno dei motivi alla base del conflitto.
Voglio riprendere i commenti ricevuti e riportare qui le considerazioni, a mio parere degne d’esser messe in evidenza, la bellezza di ogni agora è il confronto e lo scambio di opinioni.
Una ricchezza che non avrà mai inflazione e sarà, sempre, la fondamenta per qualunque umanità degna di questo nome.
“Col tono giusto si può dire tutto, col tono sbagliato nulla: l’unica difficoltà consiste nel trovare il tono.” George Bernard Shaw
Ogni commentatrice ha donano uno specchio con la sua visione.
Una visione molto grande è necessaria e l’uomo (e la donna aggiungo io) che la sperimenta, deve seguirla come l’aquila cerca il blu più profondo del cielo. Cavallo Pazzo, capo Sioux
Nel profondo di ogni esperienza, d’ogni parola e ogni emozione vi è la risposta alle nostre domande e l’ombra che scatena le nostre paure.
La prima amica riflette questa visione:
[…] L’Amore con la A maiuscola ai giorni nostri richiede tanto capirsi, sacrificio , dedizione, ascolto e tantissima pazienza , cosa che , si sta perdendo con il passare del tempo , difficile trovare coppie (non solo sposate , ma in generale anche conviventi) che riescano ad andare avanti per molti anni , penso sia diventato troppo “facile” il lasciarsi , non parlo con questo di situazioni gravi e particolari che possono accadere nella coppia , ma trovo che si siano persi i veri valori dello stare insieme , troppa superficialità in entrambi e questo non fa bene all’Amore .
[…]
Grazie.
La mia risposta:
Ho scritto che l’amore si costruisce su tanti piccoli atti di gentilezza, a volte e solo questione di fortuna ma ancor più è questione di sopportazione. Ed è quello che hai scritto anche tu, quando dici che serve sacrificio, dedizione, ascolto e tantissima pazienza.
Metti, poi, il punto su un elemento importante, forse, vitale alla fine, letteralmenete alla fine, il logoramento, non solo il corpo invecchia, forse, anche l’amore invecchia con noi e come perdiamo le forze, la vista, l’udito, negli anni perdiamo anche pezzi di quel amore che sembra agli inizi eterno e infrangibile.
Oggi è, forse, più facile dare la colpa ai tempi, ai valori che sembrano sempre meno solidi, in realtà è nei cuori il problema e nelle menti.
La seconda amica riflette questa visione:
[…] Penso che a parte casi limite non ci sia differenza di pensiero tra uomo e donna ,la peculiarità delle donne sta nel fatto che sono avvolte in una sorta di pudore che rende difficile l’esternazione.Non esistono donne caste ,esistono solo donne che non hanno incontrato un uomo in grado di accenderle.Esistono sicuramente persone più portate verso l’eros ma questo poi va coniugato con una vita di coppia che se è soddisfacente viene appagato. Esistono uomini traditori,si,esistono donne traditrici, si, di solito si mischiano fra loro..anche se favoleggiano il contrario. Perché si arriva alla separazione?Perchè uno dei due o inevitabilmente tutte e due hanno preso strade diverse,interessi diversi e si è persa la voglia di proseguire il cammino insieme. Vorrei concludere dicendo che una buona intesa sessuale è un elisir di giovinezza per il matrimonio o convivenza..in caso contrario è come una porta nascosta in un sistema digitale..può andarti bene ,ma se qualcuno la scopre e riesce a craccare le difese..sei finito
[…]
Grazie.
La mia risposta:
In linea di massima sono d’accordo con te, a mio parere una differenza tra uomo e donna esiste e non è solo fisica, siamo diversi, come un uomo e diverso da un altro uomo. Ho scritto in un commento che va capita la donna che si ha accanto, come va capito l’uomo che si ha accanto, le diversità ci vincolano e ci limitano nella comprensione dell’altro, desiderare, chiedere, offrirsi non lèggiamo, non riusciamo a leggere le diversità che ci rendono coppia. Lo ripeto non bisogna mai dimenticare che siamo individui distinti. Non sempre si riesce a essere sulla stessa sintonia, come scrivi non esistono donne caste, esistono solo donne che non hanno incontrato un uomo in grado di accenderle, capirle, la diversità non è semplice da integrare nella nostre vite.
Ed è saggia la tua conclusione a volte e inevitabilmente tutte e due prendono strade diverse, interessi diversi e si perde la voglia di proseguire il cammino insieme.
La terza amica arriva al punto subito e riflette questa visione: Che dire? Quando le coppie si separano sicuramente è un pò della serie “chi è senza peccato scagli la prima pietra”. Poi ci sono tanti fattori, non la ridurrei solo al sesso sicuramente come dici tu […]
Grazie.
La mia riposta:
Il proverbio è esemplificativo e straordinariamente efficace. Guardare ai proprio errori, molti accusatoti e traditi dovrebbero riflettere su questo, osservarsi dentro, con questo non voglio assolvere il traditore (a volte imperdonabile), in amore tutto è più complesso e una parole in più non farebbe male alla risoluzione, c’è sempre una risoluzione alla fine e immaginarla ogni tanto con canoni diversi non sarebbe una cattiva cosa.
La quarta amica riflette questa visione: Una buona intesa sessuale è la ciliegina sulla torta (per così dire) . Voler bene ed amore profondamente una persona è doloroso quanto piacevole. La nostra sensibilità, viaggia a mille e vorremmo sempre essere presenti, quel tanto da “strafare” soffocando così la reciproca esistenza. Dare spazio, a un’anima passionale è complicato e recondito. Ma per amore si può, si dovrebbe accettare il sano “compromesso” -per così dire- di non appartenenza….
Grazie.
La mia risposta:
Direi che molti problemi di coppia si eviterebbero se una parte non pensasse che l’altra gli appartiene.
Hai richiamato un punto importante, il possesso, la gelosia che nasce dalla sessualità. Istinto animale posso giustificare questo comportamento solo con l’istinto animale, l’istinto che trascende il desiderio e trasfigurare il piacere in ossessione, quando un’idea o una persona diventa un ossessione, si è in un rapporto destinato ad ammalarsi, più che un compromesso serve il coraggio di recidere un legame che forse non è adatto e non è sano perseguire.
La quinta amica riflette questa visione: Questo è un tema assai complesso che dall’esterno non si può conoscere, non si può sapere i veri motivi perché una determinata coppia si separa,i motivi sono in generale quelli che spesso si sentono dire ,ma la verità principale credo sia perché non ci sono più i sentimenti quelli veri e profondi,non si parla più, si urla, non si dà abbastanza considerazione all’altro ,non si capiscono i segnali che l’altro ti manda per farti capire che c è un problema ,non ci si mette d impegno per risolverlo e venirsi incontro, non si collabora,è più facile tradire,andare a lamentarsi con qualcun altro dei propri problemi e intraprendere una strada meno impegnativa ,poi si è scoperti ci si separa. Le donne tradiscono quanto gli uomini altrimenti ,gli ultimi con chi tradirebbero? Comunque in una coppia che si separa la colpa non è mai di una sola persona ,ma anche se inconsapevole anche l’altra persona ha le sue colpe, in tutto questo si dimenticano i figli là dove ci sono,che subiscono tutta la situazione e vedranno la loro vita cambiare .Oggi troppa facilità a dividersi e poca a comprendersi.
[…]
Grazie.
La mia risposta:
La tua sensibilità richiama motivazioni più profonde e credo che non possa essere messa in dubbio l’idea che se un matrimonio o una convivenza finisce, è perché l’amore che si è promesso si è scemato, quel che si cerca poi poco importa, qualunque sfera abbia creato la crepa, è il legame ossia l’amore reciproco, che viene piano piano fatto a pezzi.
L’amore si costruire su tanti piccoli atti, fatti di gesti e parole, ho scritto più volte che comprendere l’altro o l’altra è la più difficile delle imprese, come scrivi a volte non si riesce a capire i segnali, questo perché non sempre si riesce a essere sulla stessa sintonia, a volte e solo questione di fortuna e sopportazione, in amore comprensione e sopportazione sono quasi la stessa cosa o forse lo sono.
Condivido come ho, anche, scritto che la colpa è sempre di entrambi al di là di chi tradisce per primo o per prima, poi oggi è facile come hai scritto troppo facile separarsi a molti conviene questa facilità. Può diventare una buona scusa per volgere lo sguardo altrove.
La sesta amica ha donato una visione personale, fortemente legata alla sua vita.
Quindi non inserirò il commento per intero in bacheca senza il suo consenso.
[…] Riconosco comunque l’importanza della componente intesa sessuale nella coppia.
[…]
Grazie.
La mia riposta:
La mia compagna non è una donna che chiede o si offre, non considera il sesso importante, potrebbe farne addirittura a meno, da parte mia lo considero un più, sono un creativo, un poeta, quindi un individuo con una grande attitudine al romanticismo e alla filosofia, per cui posso trovare e trovo gratificazione nel pathos e nell’eros che vive nelle parole e nelle attese, non ho un istinto da mandrillo per così dire, non ho problemi ad usare termine scabrosi il linguaggio è linguaggio e riflette la società che viviamo, un maschio di oggi direbbe, che gli diventa duro guardando un culo, a me non accade e non per che non sono maschio, ma perché la mia sessualità ha bisogno di arte e creatività, credo siamo riusciti a trovarci da questo punto di vista. Quando capita, però, sono io che prendo, sempre, l’iniziativa, romantico sì, ma sempre siciliano sono, passionale quando basta, lei non si è mai tirata indietro. Va capita la donna che si ha accanto, come va capito l’uomo che si ha accanto, desiderare è un chiedere amore, a volte e solo questione di trovare il giusto punto d’incontro, tra due mondi, due anima che sono comunque diverse. Non bisogna mai dimenticare che siamo individui distinti.
Detto questo non sempre si riesce a essere sulla stessa sintonia, a volte e solo questione di fortuna e di grande sopportazione, la mia è oceanica.
Ecco!!! Questi sono stati i commenti ricevuti e le risposte date, secondo me meritano d’esser lette, meritano una riflessione.
Ognuna delle commentatrici ha puntano lo specchio su un punto relativamente importante.
La prima: sul logoramento.
La seconda: sulle diversità.
La terza: sugli errori.
La quarta: sull’appartenenza.
La quinta: sui segnali e la comprensione.
La sesta: sulle colpe.
Logoramento, diversità, errori, appartenenza, segnali, comprensione, colpe, i volti oscuri di un legame che vive non solo di amore ma anche di paure, ed è questo l’ultimo punto che aggiungo: la paura.
“Capii che la paura non aiuta e non serve a nulla.” Anna Frank
Grazie a tutte per la generosità e il tempo.
Lungo post grazie a chi è arrivata o arrivato alla fine.
Stamattina sono stato dal mio medico per una prescrizione, nel tragitto, non più di 10 minuti a piedi, ho oltrepassato le poste, per pura sfortunata coincidenza nel momento di una lite verbale tra signori e signore, immagino per la fila.
Dovete sapere che, in questa posta la mattina presto, i clienti si avvicendano per prendere il posto, ognuno segna il suo nome su un foglio di carta e all’ora dell’apertura si ritrovano tutti davanti alla porta. A volte sul foglio di carta si arrivano a scrivere anche una trentina di nomi, soprattutto in questo periodo del mese, l’1 e il 2 i giorni più critici.
Le urla da quel che sentivo riguardavano un tizio che sembra avesse prenotato da casa.
Lo faccio pure io a volte, dal cellulare prenoto e quando siamo a pochi turni l’app mi avvisa di scendere.
Comprendo la frustrazione di quei vecchietti che si sentono fuori e incapaci di usare questi nuovi sistemi, ma a volte l’ottusità prevale anche sui capelli bianchi.
Per molti (questo indipendentemente dal bianco dei capelli) tutto sembra dovuto e con quale arroganza a volte pretendono strada, facendo passare un favore per gentilezza.
Rispetto.
Ovidio disse: “Un tempo era grande il rispetto per una testa ricoperta di capelli bianchi.” Se già ai suoi tempi egli si lamentale di tal mancanza, vuol dire che non sono bastati i secoli a migliorare il comportamento di certi essere umani, oggi giorno, neanche chi ha i capelli bianchi è immune da questa mancanza.
E qui mi chiedo, il rispetto si apprende o è innato?
Secondo il mio modesto parere si apprende. Il quesito è, chi dovrebbe impartire la lezione?
Chi ha, proprio, i capelli bianchi a rigor di logica.
L’esperienza dovrebbe maturare e instillare saggezza nelle menti degli uomini.
Un tempo ero convinto di questa affermazione, oggi, non né sono più sicuro.
Confucio disse: “La saggezza e il buon senso si ottengono in tre modi: primo con la riflessione, che è la cosa più nobile; secondo attraverso l’imitazione, che è la cosa più semplice; e terzo con l’esperienza, che è la cosa più amara di tutte.”
Riflessione, imitazione ed’esperienza, oggi, troppo spesso l’imitazione è emulazione di comportamenti truffaldini o peggio criminali.
Basta iniziare dal non rispettare una fila o pensare che tutto è dovuto, perché aspettiamo troppo o pensiamo di avere più diritto di un altro. A volte le scorciatoie sono la prima facile strada verso un pensiero sbagliato e vergognoso.
“Un uomo è tanto più rispettabile quante più sono le cose di cui si vergogna.” George Bernard Shaw
Frase piena di saggezza, tante sono le cose, in questi tempi, di cui dovremmo vergognarci.
Personalmente non ho mai saltato una fila, mai preteso nulla dagli altri, anzi, ho sempre mostrato gentilezza a chi chiedeva un favore, se ho colpe e ne ho sono da ricercare nel comportamento, quel comportamento acquisito da piccolo che mi porta ad esser diffidente e ad allontanare chi mi sta attorno. Si è protagonisti di sé stessi sempre, nel bene e nel male, ma per un mondo migliore si deve esser protagonisti nella vita degli altri, possibilmente, nel bene.
Non potrò mai esserlo con il corpo e le parole, forse, solo con l’arte ed è già un passo avanti.