POLITICA ITALIANA: SPRECHI E PRIVILEGI

imagesOramai ci siamo. Meno di una settimana  di tormento pre-elettorale, e finalmente il voto. Certo, ci aspetta un periodo di post-elettorale che non possiamo prevedere. Tutto sarà deciso da quanto gli italiani crederanno alle promesse elettorali, che come ben sapete vanno dalle pensioni a 1000,00 € e Flat Tax, ai “fino a 1600,00 €” circa come reddito di cittadinanza. La migliore è senza dubbio quella di Mario Adinolfi che vuole dare 1000,00 € alle donne che lasciano il lavoro per dedicarsi alla famiglia. Quindi se sommiamo in una famiglia con un disoccupato, una donna e un nonno o una nonna, possiamo arrivare a 3.600 € mensili. Bisogna rivedere bene le politiche di immigrazione, perché a questo punto bisogna importare mano d’opera da tutto il mondo, perché è probabile che non lavori più nessuno, se non i single e le donne senza figli.

Ma non è di questo che voglio parlare. Se le promesse elettorali non fossero una tragedia sarebbero una commedia dal morir dal ridere. Quello su cui mi vorrei invece soffermare, è il tema dei “costi della politica”. Tema di punta di tanti partiti, e in particolare del M5S. Di Maio ha più volte dichiarato che uno delle prime azioni che farà, sarà la richiesta ai gruppi di impegnarsi per il dimezzamento dello stipendio dei parlamentari, ben sapendo che non è di competenza del governo, poiché la camera ha una sua autonomia rispetto a questi temi.

L’argomento è di quelli  che toccano la “pancia” dei cittadini, che vedono   oramai nella classe politica solo una massa di privilegiati e scrocconi. Personalmente trovo che non siano gli stipendi dei parlamentari ad essere inadeguati, ma che siano i parlamentari ad essere inadeguati al loro ruolo, e quindi al loro stipendio. Poi si può discutere dei privilegi. Tanti, troppi. Ma la realtà che pochi dicono e su cui non si fa abbastanza rumore, è che tutto quello che ruota attorno alla politica ha un costo esagerato, e si porta appresso una serie di privilegi assolutamente ingiustificati.

Facendo delle piccole ricerche, scopriamo che il Bilancio della Camera dei Deputati è di circa 965.000.000,00 (dati 2016). Circa un miliardo di Euro. Tanto per intenderci, Coca-Cola Italia (2.500 dipendenti) ha fatturato 919.381.000,00 €; la Lavazza (4.000 dipendenti) 1.429.000.000 €; OVS (7.000 dipendenti) 1.314.089.000 €.

Ora del miliardo speso dalla camera, circa 290.000.000 sono per i deputati, compresi quelli scaduti dal mandato. La questione riguarda il resto della spesa. Circa 700 milioni. Negli utlimi anni la cifra è diminuita costantemente, poiché il governo Monti (malgrado tutto), e la legge di stabilità del 2014 avevano stabilito il limite massimo per gli stipendi dei dipendenti pubblici a 240.000 euro. Ora, però, dal primo gennaio, pare che questo tetto sia saltato, e che quindi tutti riavranno i loro stipendiucci che vanno da 30.000 l’anno come stipendio d’ingresso del personale tecnico (centralinisti, elettricisti e…barbieri, che non svolgono più la loro funzione, ma quella di commessi), ai circa 360.000 dei consiglieri parlamentari con trent’anni di anzianità, per arrivare al vice segretario generale e al segretario generale, che guadagnano la cifra record di 300.000 e 400.000 euro l’anno….

Oltre a questo parliamo di alcuni privilegi che contraddistinguono gli operatori della camera. Come il periodo di assenza ingiustificato, che per i dipendenti privati è di 3/5 giorni, per i dipendenti della camera arriva a 30 giorni. Anche in caso di malattia, mentre un dipendente privato può essere licenziato dopo sei mesi di assenza nell’arco di un anno, quindi in caso di patologia grave, come ad esempio un tumore, o un ictus, ad esempio, i cui tempi di recupero possono essere molto lunghi, dopo sei mesi, oltre ad affrontare la malattia deve affrontare anche la perdita di lavoro, nel caso dei dipendenti della camera, il periodo può durare fino a tre anni. Ora, io non ho mai sentito nessun parlamentare, e nessun sindacalista parlare contro queste disparità di trattamento, ma forse sarebbe il caso che il tema fosse affrontato. Come di tutte le altre spese della camera, ad esempio i 7.500.000 per “attrezzature informatiche e software applicativo”, o i circa 12.000.000 per “spese per fabbricati e impianti”, o 5 milione per la pubblicazione degli atti parlamentari. E parliamo solo di Montecitorio. Abbiamo la Camera più costosa d’Europa, e fra le più costose al mondo. Complimenti Italia.

Fonti:

http://www.ovscorporate.it/it/investor-relations/bilanci-annuali

http://bilancio.camera.it/4?scheda_contenuto=11

http://www.camera.it/application/xmanager/projects/leg17/file/trattamento_giuridico_economico.pdf