La fine delle restrizioni e l’Italia nel mirino del mondialismo. Ancora Fatima

Klaus Schwab insieme ad Ursula von der Leyen  

In molti, tra articoli di giornali mainstream e dichiarazioni poco chiare di politici, stanno alimentando l’idea che l’uso del green pass sarà esteso anche dopo la fine dello stato di emergenza, il 31 marzo prossimo. 

Il 9 marzo scorso, il quotidiano di Maurizio Belpietro La Verità titolava con: “Ufficiale: il green pass è per sempre. Tra 18 mesi la proroga automatica”.

La gente è sempre più confusa, e per coloro che hanno più di cinquant’anni sembra che l’obbligo di dover esibire il certificato verde rafforzato durerà ancora. Fino a quando, non è chiaro.

Ma è davvero così o ancora una volta si tratta dell’ennesimo tentativo di seminare terrore, che ormai è divenuto anche un metodo di governo oltre che d’informazione?

A parte i giornali del mainstream, anche la cosiddetta controinformazione, con molti canali Telegram e altro, continua ad alimentare la paura.

In realtà, si tratta di una paura infondata perché, come già scritto in altre occasioni, tutte le restrizioni dovranno necessariamente cessare al termine dello stato di emergenza. Anche coloro che hanno superato i cinquant’anni saranno riguardati dalla caduta delle restrizioni, ed è un inganno far credere il contrario.

Infatti il DPCM promulgato di recente dal governo non cambia nulla in merito a queste affermazioni.

Il testo a cui occorre far riferimento infatti è il decreto legge 52 dell’aprile del 2021, in particolare all’articolo 9 quinquies.

Da esso deriva inequivocabilmente che tutte le restrizioni dovranno necessariamente cadere entro il 31 marzo. E quindi anche l’obbligo di esibire il certificato verde, sia base che rafforzato. Il DPCM non estende in alcun modo l’obbligo di esibire detti certificati. Il DPCM prolunga solamente la durata del certificato verde alla durata di 540 giorni.

Ovviamente la confusione creata ad arte servirà a continuare ad esercitare pressione, inducendo il più elevato numero di persone ad inocularsi un siero sperimentale.

Anche la controinformazione non ha certo denunciato la confusione ingannevole sapientemente creata e si è guardata bene dal controbattere le dichiarazioni dei giornali come quella citata sopra.

L’unica voce che si leva ormai da parecchi giorni è, in verità, quella del giornalista indipendente Cesare Sacchetti.

Per capire che ha ragione non occorre altro che leggere il decreto legge 52 dell’aprile 2021. Da esso non si può non evincere quanto affermato sopra: la caduta delle restrizioni riguarderà anche gli over cinquanta ed è dunque ipotizzabile che, a decorrere dal 1° aprile, se sul luogo di lavoro dovesse essere richiesta eventualmente l’esibizione del certificato verde, sarà possibile procedere con relativa denuncia.

Abbiamo visto come le sentenze della magistratura favorevoli ai cittadini ricorrenti siano aumentate considerevolmente negli ultimi tempi, e ciò è avvenuto quando in Italia era ancora in vigore lo stato di emergenza: dal 1° aprile, quando sarà cessato definitivamente lo stato di emergenza, non sarà più possibile giustificare provvedimenti restrittivi proprio secondo il decreto legge 52 citato sopra, che afferma in modo esplicito che a partire dal 31 marzo il certificato verde stesso sparirà totalmente, che sia di base o rafforzato.

Pertanto non sarà più possibile negare l’accesso al lavoro a nessuno, nemmeno se over cinquanta e nemmeno se l’obbligo vaccinale per i cinquantenni rimarrà fino a giugno, perché nessuno potrà più richiedere la prova dell’avvenuta vaccinazione: ovvero il certificato verde in questione.

Questo malgrado dal governo si siano affannati a precisare che per i cinquantenni si sta valutando di ammetterli al lavoro con l’esibizione del certificato verde base. Le loro affermazioni sono infatti smentite dal loro stesso decreto summenzionato.

D’altronde in tutta Europa le restrizioni sono ormai soltanto un ricordo: a Londra, ad esempio, nessuno gira più con la mascherina, non esiste green pass, né coloro che risultano positivi sono soggetti ad alcuna limitazione, come ammesso dallo stesso giornalista in un collegamento avvenuto durante la trasmissione Mattino Cinque, una settimana fa.

In Austria è stato sospeso il tanto sbandierato obbligo vaccinale benché nei mesi scorsi si erano annunciate multe salate che ovviamente non saranno mai comminate. L’obiettivo posto – come dovrebbe essere ormai chiaro – è sempre quello di convincere quante più persone possibili ad inocularsi il siero sperimentale.

L’Italia rimane tuttavia nel mirino di quelle élite mondialiste e quelle massonerie che hanno tentato di erigere quel Nuovo Ordine Mondiale che ormai è fallito miseramente in tutto il mondo.

Dopo la crisi artificiale del COVID, si affacciano adesso altre minacce per il nostro Paese che credo purtroppo tutti abbiano percepito.

L’aumento folle del prezzo dei carburanti, con il diesel che ha addirittura superato la benzina, l’aumento dell’energia elettrica alle stelle, la riforma del catasto, sono il frutto di speculazioni finanziarie e manovre ad hoc che hanno tutte lo scopo di indurre una crisi ancora più profonda nel nostro Paese. Il blocco delle importazioni del gas russo avrà pesanti ripercussioni.

Sembra che il governo italiano sia determinato però ad andare avanti, nonostante il resto d’Europa abbia già iniziato ad avviare un’inversione di marcia.

Josep Borrell, alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ha ammesso che la politica contro la Russia attuata dall’Occidente con lo scopo di isolarla è sbagliata ed è impensabile che l’Ucraina dalle milizie naziste di Zelensky possa entrare a far parte della NATO.

Se l’Europa sta così vacillando, il governo con a capo l’uomo del Britannia continua diritto nella sua politica contro la Russia di Putin.

Qualcuno per caso ricorda l’incontro di Mario Draghi con Klaus Schwab, avvenuto il pomeriggio del 22 novembre dello scorso anno?

“Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha incontrato oggi pomeriggio, a Palazzo Chigi, il Fondatore e Presidente esecutivo del World Economic Forum (WEF), Klaus Schwab”.

Il WEF è un’associazione a cui partecipano più di 3000 aziende multinazionali, la maggior parte delle quali controllate da due fondi d’investimento, BlackRock e Vanguard. Il realtà, questi due fondi sono la stessa cosa ed esprimono il potere finanziario di chi tira le fila dell’economia mondiale, in particolare delle dinastie Rockefeller e Rothschild.

“Il colloquio con Mario Draghi si è incentrato sul prossimo Meeting Annuale del WEF previsto a Davos a gennaio del 2022 e sui principali dossier globali oggetto anche della Presidenza italiana del G20, con particolare riferimento al tema della ripresa economica e sociale post pandemica.”

Quello che abbiamo letto – a parte il mio inciso sul WEF – è il comunicato ufficiale del governo. Niente è dato sapere però di quello che si sono detti in quell’incontro. Ma, come ha scritto in un articolo di quello stesso giorno Maurizio Blondet, «è una conferma in più di chi Draghi attua il programma: nessuna “ripresa economica”, ma il Gran Reset per arrivare alla miseria generale, al reddito universale di base e all’esproprio della proprietà privata immobiliare secondo il programma della “lettera dal Canada”».

Se il programma voluto da quella ormai famosa lettera canadese è ormai definitivamente tramontato nel resto del mondo con il fallimento della crisi voluta dal COVID, in Italia sembra che, anche se ormai solo parzialmente, non si rinunci ad un estremo tentativo di attuarlo.

Ricordiamo come Klaus Schwab, appartenente alla dinastia dei Rothschild, abbia annunciato pubblicamente il Great Reset fino ad affermare, da oltre un anno, che terminata la crisi del COVID non si potrà tornare indietro, e chi crede il contrario si illude.

Il World Economic Forum si era limitato in passato all’opera di influenza delle leve politiche dei vari Stati nazionali, per assicurarsi che le politiche locali fossero allineate con l’agenda globalista. In questo senso, l’opera del WEF non è isolata ma agisce in concertazione con altri gruppi d’influenza, come il CFR, il Bilderberg ed infinite altre associazioni.

L’Italia rimane infatti il Paese più detestato da quelle élite globaliste e mondialiste che finora hanno lucrato enormemente sulla crisi artificiale indotta al COVID. L’Italia rappresenta, ricordiamolo, la sede della Cristianità e del Papato: è questo il motivo intrinseco dell’ostilità plurisecolare contro il nostro Paese, già assai prima dell’inizio dei due conflitti mondiali.

Mentre in Vaticano, un “Vescovo vestito di bianco” è stato costretto all’inizio dello scorso febbraio a doversi difendere dall’ennesimo vile attacco alla sua figura, con l’accusa di aver coperto reati di pedofilia commessi da sacerdoti nel rapporto sugli abusi del clero nella Chiesa di Monaco di Baviera, quando ne era arcivescovo.

Sua Santità Benedetto XVI – come lo chiamava lo stesso Bergoglio fino a qualche tempo fa – si è immediatamente difeso, smentendo il tutto senza ombra di dubbio, con una lettera di proprio pugno. Allegata alla lettera c’era inoltre una puntuale smentita dei fatti da parte dei suoi legali.

Ma – come ha riportato il quotidiano versione digitale Tempi – i maggiori quotidiani del mainstream hanno giocato sull’equivoco, facendo passare per “richiesta di perdono” (sugli abusi) quel che invece Benedetto XVI riferisce alla svista dei suoi collaboratori che, in un primo momento, avevano dichiarato la sua non presenza alla riunione in cui si discusse il caso di un sacerdote.

Benedetto XVI e abusi. Dall’alto verso il basso, i titoli di prima pagina di Corriere della Sera, Repubblica e Stampa (9 febbraio 2022). Immagini tratte dal quotidiano versione digitale Tempi

Il Cristianesimo ha rappresentato e continua a rappresentare tutt’ora l’ostacolo più grande a quel progetto di raggiungimento dell’obiettivo di controllo globale e depopolamento che la cabala mondialista e la massoneria tentano di perseguire da almeno tre secoli.

Ma se la bestia ormai è stata già duramente colpita, non rinuncia tuttavia a tentare di procurare più danni possibili all’odiato Paese.

Questo non vuol dire ovviamente che sia giunto il momento di gettare la spugna e lasciarsi sopraffarre dal panico.

Alla fine, è proprio questo rischio il peggior nemico del nostro Paese al momento presente. E la falsa controinformazione, che continua a seminare forse ancora più terrore dell’informazione “ufficiale”, lo sa bene.

Ricordo come la data del prossimo 31 marzo segnerà anche l’inizio dell’attività della piattaforma di Donald Trump, Truth Social, in Italia. E, come abbiamo visto, lo scandalo della frode elettorale alle presidenziali USA del 2020 è una pentola ormai in ebollizione destinata prima o poi necessariamente ad esplodere.

Quando sarà finalmente esplosa, e l’inchiesta condotta dal procuratore John Durham lascia ben sperare, l’Italia potrebbe tornare a riavere quella libertà perduta al termine del secondo conflitto mondiale.

Il ritorno di Donald Trump alla presidenza ufficiale degli Stati Uniti sarà infatti il colpo decisivo al mondialismo e alla sua bestia: come ha riportato recentemente il giornalista Cesare Sacchetti, secondo TankerTrackers, una società indipendente che monitora le spedizioni di merci internazionali, altre due navi cariche di petrolio hanno lasciato la Russia dirette verso gli Stati Uniti.

Questa “messa al bando” delle importazioni petrolifere dalla Russia decisa da Biden sembra essere solo virtuale: gli USA infatti continuano tutt’ora ad importare il petrolio russo.

Questo ci dà l’ennesima conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, di chi stia tirando le fila di tutta la linea politica americana: e di certo non è Joe Biden ed i membri dello stato profondo di Washington.

Ancora una volta, l’intreccio degli avvenimenti presenti e passati sembra ricondurci lentamente, ma inesorabilmente, al grandioso mistero di Fatima, e al messaggio trasmesso dalle apparizioni della Beata Vergine Maria a tre bambini che nulla potevano sapere della situazione in cui versava il mondo in quel momento e del suo futuro.

Pur se snobbato da troppi cattolici, il mistero di Fatima continua a segnare fortemente il corso del tempo presente, anzi ne è diventata la chiave di lettura privilegiata: se “molte Nazioni saranno distrutte”, come previde la Madonna a Fatima, il trionfo del Suo Cuore Immacolato e la consacrazione della Russia salveranno il mondo dalla sua distruzione totale.

Occorre infatti tenere sempre bene a mente che la nostra battaglia è anzitutto spirituale e deve essere vinta prima con armi spirituali: «La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti» (Efesini 6,12).

E se pensate forse che stia esagerando, potrebbe bastare qui qualche esempio, scelto fra i tanti in modo del tutto casuale: la pluripremiata artista Marina Abramović posò, sul numero di novembre 2016 della rivista ELLE, stringendo tra le mani le corna di un caprone dalla testa scuoiata e grondante sangue…

Ancora, sempre la Abramović posò nel 2020 con Lord Jacob de Rothschild davanti ad un quadro intitolato «Satan summoning his Legions» («Satana evoca le sue legioni»), dipinto da Thomas Lawrence nel 1797 ed esposto alla Royal Academy of Arts di Londra.

Ho scelto volutamente di non pubblicare le immagini relative su questo blog.

Ecco perché, ora come non mai, è giunto il momento di continuare a lottare e a resistere, ma anche di pregare incessantemente l’unico vero Dio e Signore, Gesù Cristo, approfittando del tempo presente perché la profezia di Fatima possa giungere al suo pieno e forse – ma non è affatto scontato – definitivo compimento.

Anche mons. Carlo Maria Viganò, come sappiamo, ha più volte nei suoi messaggi rivolti al popolo italiano e mondiale richiamato alla vera natura spirituale dello scontro epocale che stiamo vivendo.

Mi piace concludere con le parole che Suor Lucia Dos Santos, ultima testimone di Fatima, ci ha lasciato durante una conversazione avuta con il sacerdote messicano Augustin Fuentes, postulatore della causa dei beati Francisco e Jacinta Marto, cugini di Lucia:

«Non c’è nessun problema, dico, per difficile che sia, che noi non possiamo risolvere con la preghiera del Santo Rosario.

Con il Santo Rosario noi ci salveremo, ci santificheremo, consoleremo Nostro Signore e otterremo la salvezza di molte anime.

Infine la devozione al Cuore Immacolato di Maria, nostra Santissima Madre, considerandola come la sede della clemenza, della bontà e del perdono, e come la porta sicura per entrare in Cielo.»

 

La fine delle restrizioni e l’Italia nel mirino del mondialismo. Ancora Fatimaultima modifica: 2022-03-17T03:44:42+01:00da daniela.g0