Maria Santissima di Trapani, Basilica Maria SS. Annunziata
Il presidente della Conferenza Episcopale polacca si è da poco schierato in difesa e a favore della vita. Mons. Stanisław Gądecki ha infatti affermato senza mezzi termini che le leggi che permettono l’aborto e l’eutanasia sono ingiuste e che tutte le persone, non soltanto i cattolici, devono difendere e valorizzare la vita umana dal momento del concepimento fino alla morte naturale.
“A causa delle opinioni sempre più presenti nello spazio pubblico sulla presunta necessità di ampliare l’accesso all’aborto, ho voluto ricordare la posizione della Chiesa Cattolica sulla questione del diritto alla vita”, ha affermato mons. Gądecki in una dichiarazione pubblicata lo scorso 26 gennaio.
L’alto prelato ha fatto riferimento all’enciclica di san Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, ricordando come «le leggi che consentono l’omicidio diretto di esseri umani innocenti, attraverso l’aborto e l’eutanasia, restano in totale e irriducibile contraddizione con il diritto inviolabile alla vita insito in ogni uomo, e negano così l’uguaglianza di tutti davanti alla legge» (72).
Citando ulteriormente l’Evangelium Vitae, il presidente della Conferenza Episcopale polacca ha osservato che «nel caso di una legge intrinsecamente ingiusta, come è quella che ammette l’aborto o l’eutanasia, non è mai lecito conformarsi ad essa, “né partecipare ad una campagna di opinione in favore di una legge siffatta, né dare ad essa il suffragio del proprio voto”» (73).
E ancora, in riferimento all’Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II:
«Le leggi che autorizzano e favoriscono l’aborto e l’eutanasia si pongono radicalmente non solo contro il bene del singolo, ma anche contro il bene comune e, pertanto, sono del tutto prive di autentica validità giuridica. Il misconoscimento del diritto alla vita, infatti, proprio perché porta a sopprimere la persona per il cui servizio la società ha motivo di esistere, è ciò che si contrappone più frontalmente e irreparabilmente alla possibilità di realizzare il bene comune. Ne segue che, quando una legge civile legittima l’aborto o l’eutanasia cessa, per ciò stesso, di essere una vera legge civile, moralmente obbligante» (72).
«L’aborto e l’eutanasia sono dunque crimini che nessuna legge umana può pretendere di legittimare. Leggi di questo tipo non solo non creano nessun obbligo per la coscienza, ma sollevano piuttosto un grave e preciso obbligo di opporsi ad esse mediante obiezione di coscienza. Fin dalle origini della Chiesa, la predicazione apostolica ha inculcato ai cristiani il dovere di obbedire alle autorità pubbliche legittimamente costituite (cfr. Rm 13, 1-7; 1 Pt 2, 13-14), ma nello stesso tempo ha ammonito fermamente che “bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini” (At 5, 29). Già nell’Antico Testamento, proprio in riferimento alle minacce contro la vita, troviamo un esempio significativo di resistenza al comando ingiusto dell’autorità. Al faraone, che aveva ordinato di far morire ogni neonato maschio, le levatrici degli Ebrei si opposero. Esse “non fecero come aveva loro ordinato il re di Egitto e lasciarono vivere i bambini” (Es 1, 17). Ma occorre notare il motivo profondo di questo loro comportamento: “Le levatrici temettero Dio” (ivi). È proprio dall’obbedienza a Dio — al quale solo si deve quel timore che è riconoscimento della sua assoluta sovranità — che nascono la forza e il coraggio di resistere alle leggi ingiuste degli uomini. È la forza e il coraggio di chi è disposto anche ad andare in prigione o ad essere ucciso di spada, nella certezza che «in questo sta la costanza e la fede dei santi» (Ap 13, 10); (73).
In conclusione, mons. Gądecki si è opposto all’affermazione “democratica” e relativistica secondo cui la legge morale venga determinata dal voto a carattere di maggioranza.
Secondo Gądecki: “Ciò che è giusto non è determinato dal numero di sostenitori di una determinata visione”. “Il diritto – e soprattutto la ragione etica – è spesso dalla parte della minoranza”, a volte anche di un unico “individuo con una coscienza ben formata”.
Ancora una volta la Chiesa polacca fa sentire la sua voce ancora limpida nel Vecchio Continente, totalmente allineato alla farisaica osservanza della legge umana anche quando questa si trova ad essere in palese contrasto con la legge morale. Gli europei infatti, e il mondo occidentale in generale, si sono assuefatti a un’obbedienza cieca e indiscriminata che ha messo da parte la coscienza morale, solo perché “lo dice la legge”.
Una legge umana priva di ogni autorevolezza nel momento in cui si allontana o è in palese contrasto con gli immutabili principi morali, che, per i credenti, affondano le loro radici nell’autorità di Dio stesso.
La cosiddetta pandemia ha mostrato anche come molti siano disposti a piegarsi facilmente ai diktat delle autorità anche quando questi risultano essere privi di ogni ragionevolezza oltre che di oggettivo fondamento scientifico.
Tuttavia fino a oggi la Polonia si è distinta come uno dei pochi Paesi (insieme agli Stati Uniti e a El Salvador) ad aver rafforzato le protezioni legislative per i bambini non ancora nati negli ultimi anni, mentre all’opposto altri Paesi rimuovevano le protezioni per i bambini non ancora nati.
Forse a qualcuno le parole espresse dal presidente della Conferenza Episcopale polacca, e ancor più quelle pronunciate prima da papa Giovanni Paolo II, potrebbero sembrare esagerate o troppo intransigenti.
Ma la verità è ben altra. Le parole di san Giovanni Paolo II nella sua Evangelium Vitae si possono definire profetiche, oggi più che mai: Wojtyla viene ricordato anche come “il papa della vita” e a ragione.
Per comprendere fino in fondo infatti quanto siano lungimiranti le parole scritte nella sua enciclica, basta informarsi bene per rendersi conto fin dove si sia spinta la nostra società occidentale, malata ormai in modo terminale.
Come ha riportato LifeSiteNews lo scorso dicembre, una serie di post sui social media di Cosmopolitan Magazine inizia con una domanda imbarazzante che probabilmente non aveva mai attraversato prima la mente di molti lettori di Cosmo: “Allora, come funziona una cerimonia di aborto satanico?”
I post riassumono i consigli forniti in uno degli articoli della rivista su un servizio di “telemedicina” sull’aborto chiamato “Samuel Alito’s Mom’s Satanic Abortion Clinic” [Clinica per aborti satanici della mamma di Samuel Alito, n. d. r.] fondato dal Tempio Satanico (TST) nel New Mexico all’inizio del 2023.
Il nome è un riferimento ironico alla madre del giudice conservatore della Corte Suprema che ha decretato l’opinione della maggioranza nella decisione Dobbs v. Jackson Women’s Health Organization del 2022 che ha ribaltato Roe v. Wade, mandando in delirio l’industria dell’aborto e i suoi sostenitori.
All’inizio dell’articolo pubblicato su Cosmo, ai lettori viene assicurato che “i satanisti in realtà non adorano il diavolo” e che “non ci sono sacrifici rituali o ricerche di poteri soprannaturali al TST”.
In effetti, si afferma che Satana non sia altro che una “mascotte” del TST.
Eppure il rituale dell’aborto suggerito tradisce queste smentite.
La serie di post su Instagram sfoggia uno sfondo rosso diabolico, ciascuno sormontato dal simbolo stilizzato di una croce capovolta.
“Per il mio corpo, il mio sangue; per mia volontà sia fatto”
Cercando di intrappolare quante più donne possibile per porre fine alla vita del bambino dentro di loro attraverso un rituale satanico sottilmente velato, agli utenti di Instagram viene detto: “Le pazienti di tutte le fedi sono le benvenute presso la Clinica per aborti satanici della mamma di Samuel Alito”.
Sebbene “le cerimonie di aborto siano totalmente facoltative e personalizzabili”, il TST raccomanda di impegnarsi in quattro passaggi:
- Per prima cosa, trova uno spazio tranquillo. Se puoi, porta uno specchio. Poco prima di prendere il farmaco, guarda il tuo riflesso e concentrati sulla tua personalità. Concentrati sul tuo intento, sulla tua responsabilità nei tuoi confronti .
- Fai alcuni respiri profondi e rilassanti. Quando sei pronto, leggi ad alta voce il seguente principio: Il corpo è inviolabile ed è soggetto solo alla propria volontà. Prendi il farmaco e subito dopo recita: Le credenze dovrebbero conformarsi alla migliore comprensione scientifica del mondo. Bisogna fare attenzione a non distorcere mai i fatti scientifici per adattarli alle proprie convinzioni .
- Successivamente, una volta completata la procedura, torna alla tua riflessione. Concentrati nuovamente sulla tua personalità, sul tuo potere nel prendere questa decisione. Completa il rituale recitando un’affermazione personale: “Per il mio corpo, il mio sangue; per mia volontà sia fatto”.
- Specchio o mantra o no, il punto del TST è che il tuo aborto dovrebbe concentrarsi sulla tua autonomia nel prendere questa decisione. Le pazienti possono includere tutte le persone care che desiderano, accendere candele o addirittura travestirsi, qualunque cosa le faccia sentire potenziate.
Mentre il TST tenta di calmare coloro che entrano nella sua orbita, sostenendo che non si tratta di un’organizzazione religiosa, la suggerita “Cerimonia di aborto satanico” è in realtà piena di riferimenti al rifiuto dell’autorità di Dio da parte di Satana, al desiderio di completa autonomia separata da Dio e ad una presa in giro del sacramento dell’Eucaristia attraverso l’aborto. (Si deve tener presente che le parole in grassetto ed evidenziate sopra sono originali dei post Instagram di Cosmo).
Cosmo dice ai lettori che Samuel Alito’s Mom’s Satanic Abortion Clinic della TST è “un’entità medica legittima gestita da un team clinico accreditato”, che offre “cure” per l’aborto alle pazienti all’interno dei confini statali. Tuttavia, l’impresa TST ha grandi progetti che si estendono ben oltre lo Stato del New Mexico.
Stabilire l’aborto come pratica integrante delle credenze religiose del gruppo significa che coloro che utilizzano i servizi abortivi forniti dal TST stanno “partecipando a un rituale religioso”.
“Questa è una distinzione legale fondamentale che TST spera di sfruttare nella sua spinta storica per espandere il suo modello di clinica oltre il New Mexico, in Stati in cui l’aborto è altrimenti vietato”, dichiara l’articolo di Cosmo. Il TST “trae ispirazione da recenti sentenze giudiziarie, come quelle a favore degli imprenditori cristiani che negano servizi alle persone LGBTQ+ esclusivamente per motivi religiosi. Utilizzando una logica simile, il TST tenterà di rivendicare la stessa protezione religiosa, solo in questo caso per fornire servizi”.
Cosmo riconosce che alcuni osservatori vedono il servizio di aborto del TST come un “sacrificio demoniaco di bambini”.
“I nostri leader si rendono conto di avere questa empia alleanza con i satanisti?” si domanda Tara Shaver, portavoce di un gruppo chiamato Abortion Free New Mexico. “Penso proprio che serva solo a mostrare le origini dell’aborto e il tipo di persone che lo sostengono”.
Chalice Blythe, un “ministro ordinato di Satana” e portavoce del gruppo per il diritto all’aborto, ha riferito a Cosmo che l’iniziativa sull’aborto del TST, dal nome provocatorio, è una tattica strategica.
Già nel 2020, “Lucien Greaves, il leader del Tempio Satanico dall’aspetto inquietante, ha trasformato la sua organizzazione in un veicolo militare della guerra culturale, lanciando orrende proteste contro i pro-life fuori dalle cliniche abortive (molti dei contro-manifestanti vestiti da bambini-adulti che gemono orribilmente mentre altri li fustigano) e utilizzando le leggi sulla libertà religiosa per chiedere che al satanismo venga concesso pari accesso alle scuole pubbliche, alle preghiere pubbliche nelle legislature e pari spazio per le immagini. Le mie amiche Monica Miller e Lynn Mills erano fuori dalle cliniche per aborti quando i satanisti in costume si sono presentati, e i loro costumi e i loro comportamenti erano grotteschi, di carattere sessuale e apertamente malvagi”, scrive il giornalista di LifeSiteNews, Jonathon Van Maren.
Basti solo osservare le modalità di presentazione dei protagonisti del documentario Hail Satan? del 2019, diretto da Penny Lane, che tratta delle origini e delle attività del Tempio Satanico.
Uno screenshot tratto dal trailer del documentario Hail Satan?
Una scena del film raffigurante un adepto che vuole mantenere segreta la propria identità
Le corna, proprio come quelle di Maleficent della Walt Disney Production, film alla rovescia che trasforma il male in bene, campeggiano sul capo dei protagonisti, a significare la loro appartenenza. La bugia che essi vorrebbero propinarci, ovvero che il diavolo non esista, è la favola in cui ha creduto l’uomo moderno: seguendo la quale è caduto interamente nell’ennesimo tranello teso dal “bugiardo” per eccellenza.
La menzogna infatti è l’emblema del diavolo, «autore della morte» (cfr. san Leone Magno, Discorso 1 per il Natale, 1-3; PL 54,190-193).
La scelta della vita e la sua difesa, è il segno distintivo invece dei credenti in Gesù Cristo.
Se, come affermò suor Lucia dos Santos sul finire degli anni Cinquanta, Satana ha sferrato il suo attacco micidiale contro Maria, sappiamo anche che “la Madonna gli ha già schiacciato la testa”.
La Regina Coeli, piaccia o meno a chi – specialmente tra molti alti prelati – desidera invece delegittimarla, ha già vinto. E’ proprio il sì libero e incondizionato di Maria alla Vita, infatti, che ha liberato una volta per tutte l’umanità dalla schiavitù della morte.
La Madonna dei palafrenieri, detta anche Madonna della serpe, olio su tela realizzato nel 1606 dal pittore italiano Caravaggio (Galleria Borghese di Roma)