Solitudini che si esprimono

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Tra le persone che ho conosciuto con problema psicologico, ci sono in particolare il mio compagno ed un mio caro amico. Mi prendo la libertà di dedicare un po’ di spazio all’esposizione anche di un paio delle loro opere artistiche.
Il disegno in copertina è mio, di una donna che non è mai tornata ad essere infantile, ma è stata obbligata al ruolo per quasi 20 anni, per rendersi accettabile / simpatica alla società al di là del pregiudizio psichiatrico, con qualche discreto successo. Che sa, su sé stessa, quanto ha sofferto, perché nella migliore delle ipotesi si fanno battute ironiche come se una non fosse in grado di capirne il senso, che a differenza di quanto succede a una bambina feriscono, alle quali invece non si può rispondere,
Da un’accentuazione della tensione di questi ultimi anni nasce il disegno, in cui veramente il sogno vorrebbe solo poter evadere pacificamente dal soffitto e viene bucato. Ho avuto un’infanzia felice, nella quale sono stata amata e non ho subito traumi, e forse in particolare per questo non sono disposta ad arrendermi facilmente. Il sogno cerca nuove forme espressive, nuove strade.

Un antico papiro in una lingua sconosciuta. Da un'opera originale di Cosimo Angeleri.
Un antico papiro in una lingua sconosciuta. Da un’opera originale di Cosimo Angeleri di inizio 2022.

Come esprimersi, se si ha paura, se è negata la possibilità di farlo esplicitamente? Viene fuori un’arte contemporanea nuova, che ha dei lati affascinanti. Un’assoluta mancanza di mezzi, rispetto alla cultura ed all’intelligenza potenzialmente espressiva di chi si trova in questo tipo di situazione come prima caratteristica pratica. Qui non si vuole impietosire nessuno. E’ forse un antico papiro in una lingua sconosciuta, che gli storici non si sono mai preoccupati di classificare tra quelle antiche note. Dice qualcosa? Si. Cosa? Qualcosa di sufficientemente interessante da spaventare, che non si vuole venire a sapere. Questo, lo sa anche l’autore, ma forse non se ne rende conto, infatti non oserei neanch’io tentare una traduzione.

Un'esposizione di arte povera archeologica.
Un’esposizione di arte povera archeologica. Da un’opera originale di Mattia Achler recente.

L’ultima foto è un’opera del mio compagno. Quindi potrei osare spiegare il significato  dei singoli pezzi, iniziando con l’introdurre stupefatti lettori alle leggende di Sirio (una stella doppia, intanto ben nota agli antichi Egiziani in quanto in corrispondenza con le piene del fiume Nilo). Non è il mio scopo e non avrei il diritto di provare a farlo.

Vorrei solo sottolineare che il mio compagno era appassionato di archeologia, e che ognuno di questi oggettini di arte povera, esposti come in una bacheca di un museo, è stato raccolto passando diverso tempo chino ad esplorare il marciapiede o la ghiaia di un giardinetto, magari facendosi venire mal di schiena e sudando sotto il sole. Lui lavora, e vorrebbe poterne essere orgoglioso.