Amore per il mare

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L’amore per il mare lo devo a mia madre. Piaceva a lei, moltissimo. Mio padre ci portava in posti stupendi, quando ero bambina e anche dopo. Alla ricerca di calette appartate tra gli scogli, di spiagge su cui si potessero fare lunghe passeggiate sul bagnasciuga. Poi, spesso, ci lasciava sole, andava a dedicarsi alla sua passione, le zanzare, di cui era studioso.

Noi, si camminava sul bagnasciuga, si raccoglievano sassolini e conchiglie, a volte già con un piccolo foro dovuto all’andare e venire delle onde. Il momento più bello era la mattina presto, quando l’acqua era ancora un po’ troppo fredda per farsi il bagno. Mia madre sapeva nuotare bene, ma si limitava a fare lunghi avanti e indietro sul dorso. Le piaceva stare sdraiata a prendere il sole, ad occhi chiusi, ed era capace di restarci per ore.

Non ricordo i miei primi bagnetti, da paperottola un po’ cicciotta con il cappellino per il sole, la ciambella, i bracciali. Ricordo vagamente la nonna paterna, che ci accompagnava, a me e a mamma, e le sue insistenze nel tentare di farmi restare all’ombra, di non bagnarmi neanche i piedini dopo mangiato. Me la ricordo felice, anche lei, sulla sua sdraio, ed io con paletta, secchiello, formine.

Poi, nell’acqua mi trovavo a mio agio, ed imparai a nuotare presto. A differenza dei miei, mi piaceva andare al largo, e mentre mamma prendeva il sole passavo ore con la maschera e le pinne, lungo gli scogli, fino alla punta più lontana, a volte arrampicandomi un attimo a riprendere fiato ed a scaldarmi.