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Ma sei tu il mio amore
Che penserò a
te mio tesoro
Che sognerò
Per te il mio cuore
che io vivrà

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Poi non è che la vita vada

come tu te la immagini.
Fa la sua strada.
E tu la tua.
E non sono la stessa strada.

Così, io non è che volevo essere felice, questo no.
Volevo salvarmi, ecco: salvarmi.

Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare:

dalla parte dei desideri.
Uno si aspetta che siano altre cose a salvare la gente:

il dovere, l’onestà, essere buoni, essere giusti.
No.
Sono i desideri che salvano.
Sono l’unica cosa vera.
Tu stai con loro, e ti salverai.
Però troppo tardi l’ho capito.
Se le dai tempo, alla vita, lei si rigira

in un modo strano, inesorabile:

e tu ti accorgi che a quel punto non puoi desiderare qualcosa senza farti del male.
È lì che salta tutto, non c’è verso di scappare, più ti agiti più si ingarbuglia la rete, più ti ribelli più ti ferisci.
Non se ne esce.
Quando era troppo tardi, io ho iniziato a desiderare.
Con tutta la forza che avevo.
Mi sono fatto tanto di quel male che tu non te lo puoi nemmeno immaginare

_Oceano Mare, A. Baricco_

 

 

 

 

 

 

 

Tutto sarà salvato,
se voi saprete amare.
Non un giorno, di passaggio,
ma intensamente,
per lungo tempo…
e per tutti i giorni, sempre.

Non scoraggiatevi,
non rinunciate,
non desistete.
Voi siete sicuri
di aver ragione,
perché il domani siete voi.

Non ascoltate
i vili che,
per tradire più comodamente
il loro dovere,
vi diranno:
“non serve a nulla”.

Ridete in faccia
agli scettici, ai prudenti, ai maligni,
a coloro che
mettono la loro vita in conserva
e vanno in pensione
fin da quando sono ancora in fasce.

Applaudite o denunciate,
ammirate o indignatevi,
ma non siate mai neutrali,
indifferenti, passivi, rassegnati.
Fate della vostra vita
qualcosa che vale.

Tutto l’amore seminato,
presto o tardi,
fiorirà.

_Raul Follereau_

 

 

 

 

 

 

 

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Se hai conosciuto solo un amore colmo

di passione e di attaccamento,

non sarai in grado di comprendere Gesù quando dice:

” Dio è amore”.

Quando Sahajo (donna illuminata ndr)

comincia a cantare i suoi canti d’amore,

ti sentirai molto a disagio: “E’ una cosa assurda!

Ho amato anch’io, ma ho ottenuto in cambio solo infelicità.

In nome dell’amore ho mietuto solo un fascio

di spine e i fiori non sono mai sbocciati per me”.

L’altro amore ti sembrerà immaginario.

L’amore che diventa devozione, che diventa preghiera,

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

che diventa liberazione,

ti sembrerà un mero gioco di parole.

Anche tu hai conosciuto l’amore,

ma ogni volta era un amore saturo di passione

e di attaccamento. In realtà il tuo

non era vero amore.

Era solo una cortina tesa a nascondere la passione,

l’attaccamento e la sessualità.

All’esterno lo definivi amore, interiormente

era qualcos’altro. Quando eri innamorato

di un una donna, oppure di un uomo, qual era il tuo anelito?

Anelavi solo alla sessualità e l’amore era solo l’ornamento esteriore.

Se cerchi nella tua profondità interiore,

scoprirai che il tuo amore è solo una parola

e che al suo interno brucia la fiamma del desiderio.

Ma non è conveniente mostrare

direttamente questa fiamma, bisogna essere diplomatici.

Perciò dici alla donna, del cui corpo vorresti godere,

che ami la sua anima. Non conosci neppure la tua anima,

come potresti conoscere l’anima dell’altro?

Tu sei stato intrappolato dall’amore.

Ma il responsabile sei tu.

 

_w_

 

Erano sguardi profondi e scintillanti, traslucidi che riflettevano preghiere d’amore, grida di notti apoteotiche e di guarigione. Erano oceani a forma di mandorla, marroni singolari che spegnevano rimpianti e dolori in battiti di speranza per un improvviso abbraccio di comprensione, o anche uno sguardo che sprofondava nel tuo. Il suo grido fu messo a tacere dallo sguardo, la sua essenza traboccante dei gesti silenziosi delle delicate sopracciglia che davano espressione al suo bellissimo paio di occhi.

La sua espressione evidenziava un po’ di malinconia, un sentimento misto di tristezza con una vaga – quasi nulla – fiamma di speranza. Il suo sguardo rifletteva un passato che l’aveva ferita, che aveva segnato il suo cammino con profondi passi di dispiacere. Anche se c’era un bagliore che circondava la sua fede nell’amore, girava intorno alle ferite come qualcuno che fosse già troppo stanco per amare. I suoi occhi a mandorla echeggiavano l’amarezza di partenze indicibili, di collisioni furtive e di crudeli rapimenti della sua preziosa anima.

Il suo sguardo indebolito rivelava un tenero dolore causato dai corrotti che violavano, senza cura, gli affluenti del suo raro sentimento. Cedette il suo universo a pochi che, crudelmente, navigarono solo sulla superficie della sua esistenza; seduttori corrotti che hanno solo estratto le tue risorse più umane, più femminili, i tuoi sogni più teneri. Vandali che hanno ‘pescato’ i gioielli nelle loro ostriche più profonde, nell’angolo più bello e nel fondo dell’oceano della loro anima castana. I suoi occhi infossati erano riflessi del dolore che li inquinava di disperazione, era così ferita.

Erano sguardi, soprattutto, puri e risoluti, ma che agitavano una sensibilità vibrante, protetta dal suo controverso modo di credere nel domani. Sembravano increduli, eppure i fulmini lampeggiavano, creando crepe nella loro consistenza amara. Intuiva appena, però, che i suoi occhi stavano ancora coreografando – timidamente – richieste d’amore, il vero, il reale, quello che, finalmente, si sarebbe tuffato fedelmente nel suo oceano così riflessivo e appassionato.

Ma erano occhi liberi e indipendenti, felici e interi in ogni battito di ciglia, in ogni sospiro. Era un uccello che volava sottile e con le braccia aperte al destino, sospinta dal vento della beatitudine, sostenuta da qualcosa che non sarebbe mai stata scossa da nessuno. Nel mezzo del suo volo senza pretese, rifletteva nei suoi occhi a mandorla un mondo privo di affetto, non avendo un’idea chiara di ciò che chiedeva, ma certa di essere completa. Se per caso altri occhi fossero immersi nei suoi, traboccanti d’amore, sarebbe la benvenuta. Sarebbe più che bello. Sarebbe un sollievo.

 

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L’ingiuria è un reato contro la persona e tutela l’onore. Con questo vocabolo, tradizionalmente s’intende il rispetto e la stima dei quali ognuno gode presso la società e l’idea che si ha di se stessi. L’ingiuria, nel diritto penale italiano, è il delitto previsto e disciplinato dall’art. 594 del codice penale, che recita testualmente: “Chiunque offende l’onore o il decoro di una persona presente è punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa fino ad euro 516. Alla stessa pena soggiace chi commette il fatto mediante comunicazione telegrafica o telefonica, o con scritti o disegni, diretti alla persona offesa. La pena è della reclusione fino ad un anno o della multa fino ad euro 1.032, se l’offesa consiste nell’attribuzione di un fatto determinato. Le pene sono aumentate qualora l’offesa sia commessa in presenza di più persone”.

Sono rilevanti anche offese trasmesse attraverso mezzi di comunicazione a distanza, come una e mail, una lettera o una telefonata, dirette a una determinata persona.

L’elemento che caratterizza il reato di ingiuria è che la condotta offensiva deve essere posta in essere in presenza della persona alla quale è indirizzata.

A questo proposito si ritiene che questa presenza deve essere effettiva e che il soggetto offeso, anche se non materialmente visto dal soggetto agente, sia in grado di percepire le espressioni lesive a lui rivolte, è un reato a dolo generico, si ritiene sufficiente la consapevolezza della potenzialità offensiva delle espressioni usate e la volontà di divulgarle alla presenza del soggetto passivo, anche in assenza della specifica intenzione di offendere.

Aggiungo che chiunque descrive i nostri post come scritti da analfabeti errori grammaticali e giudizi altamente offensivi verso costoro saranno prese misure legali.

 

 

 

@ultima modifica: 2023-05-03T09:22:01+02:00da OPIUMPASSIONE
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