Il mostruoso femminile

Il Culto di Lilith: Iniziazione, Evocazione e Rituali - Satanisti La Nostra Verità

Il mostruoso femminile. Il patriarcato e la paura delle donne è un saggio di Jude Ellison Sady Doyle che ha per focus il problema della demonizzazione femminile, peraltro presente anche nella mitologia e nel pensiero filosofico. La scrittrice lo sviscera affrontando questioni quali seduzione, verginità, maternità col fine di sfatare il mito della donna come figlia-moglie-madre. E con particolare attenzione alla piaga della misoginia, scrive:

Il terrore delle donne è forse la più importante verità dietro la misoginia. Del resto una gabbia ha due scopi. Il primo è di confinare, tenere in trappola, impedirci di fare incursioni nel loro territorio e di impadronirci di ciò che reputano proprio, e che se sei maschio è più facile ottenere: il lavoro, i soldi e il rispetto. Ma il secondo scopo di una gabbia, il più interessante, è quello di proteggere il mondo circostante da ciò che è rinchiuso dentro: la gabbia esiste per evitare che le donne ne escano fuori“.

Benché il titolo del saggio prefiguri scenari per così dire apocalittici, non manca una certa leggerezza, oserei dire tutta femminile, che non sfuggirà al maschio che ne vorrà sfogliare qualche pagina.

Il mostruoso femminileultima modifica: 2021-03-22T10:22:33+01:00da VIOLA_DIMARZO

14 pensieri riguardo “Il mostruoso femminile”

  1. L’uomo è sempre più spaventato e ansioso a causa della trasformazione della donna. Ma il problema è solo suo. Sfortunatamente la fragilità e la scarsa autostima lo ha reso critico, intollerante e, ahimé, violento. Speriamo si renda conto presto che la donna\madre\moglie che gli hanno somministrato nei secoli e con la quale si sentiva al sicuro, è morta per sempre.

  2. “L’uomo è sempre più spaventato e ansioso a causa della trasformazione della donna.”

    Ecco, perfetto. Condivido completamente quanto hai scritto. Consentimi solo di essere più drastico perché io avrei scritto: “Il maschio è sempre stato spaventato e ansioso per una eventuale parità con la donna”. Non avrei detto, però, che il problema è solo suo perché, nei fatti, il problema lui lo ha creato e fa il possibile perché rimanga.

    “Sfortunatamente la fragilità e la scarsa autostima lo ha reso critico, intollerante e, ahimé, violento.”

    Su questo, invece, avrei scritto:
    La fragilità e la consapevolezza lo acceca al punto da renderlo intollerante e violento. Critico no, perché la critica è qualcosa che ha a che fare con la logica e quindi con l’intelligenza. Quindi solo intolleranza, violenza e stupidità che evidenzia ogni qualvolta viene messa in discussione la leadership che si è costruito addosso.
    In poche parole, la gabbia di cui parla la Doyle e nella quale il maschio cerca d’imprigionare tutto ciò che può mettere in discussione la sua leadership, è ben più ampia del solo maschilismo, ma abbraccia il razzismo e tutto ciò che ha a che fare con il potere. Più che gabbia io la definirei una vera e propria patologia. In fondo cosa c’è di più patologico se non il cominciare a raccontare il mondo partendo dalla costola d’Adamo?

  3. “In fondo cosa c’è di più patologico se non il cominciare a raccontare il mondo partendo dalla costola d’Adamo?”. In fondo, da parte dei Padri della Chiesa, tanto rumore per nulla. (Sopravvivrà la Chiesa alla fine del Cristianesimo? E per converso, sopravvivrà il Cristianesimo alla fine dell’Occidente? – Gianni Baget Bozzo)

  4. Tutte tesi che non trovano conferme nella realtà. Anzi, più che paura, quella dell’uomo è astuzia. Come le quote rose, escogitate proprio per tenere le donne buone a patto però che si accontentino di ruoli secondari e accettino il controllo sociale del maschio. Un espediente che le donne accettano per non perdere quel pugno di nebbie che hanno ottenuto finora. Va aggiunto pure che se la figura di donna/madre/moglie sta sparendo, allora dovrebbe sparire pure la figura delll’uomo/padre/marito. E così l’estinzione umana sarà finalmente realtà.

  5. Le donne “si accontentano” solo perché solo così intelligenti da sapere che quote rosa et similia apriranno la strada al cambiamento; ma quello che non capisco del tuo modo di vedere le cose, è perché rifiuti l’idea che la donna possa affrancarsi definitivamente dal ruolo di “angelo del focolare”, e perché, se mai dovesse avvenire, di conseguenza dovrebbe sparire “la figura delll’uomo/padre/marito”. Mai sentito parlare di uguaglianza, di condivisione armonica dei ruoli?

  6. Accetto volentieri il termine ‘il mostruoso femminile’, vedendo il lato “mostruosamente positivo” del soggetto in questione ma “patriarcato” e “paura” (della donna) sono concetti “tirati” fuori per deliniare un qualcosa che non esiste (il primo) e che esiste in maniera più leggera di quanto si possa pensare (il secondo) .Il termine misoginia esiste perché la situazione a cui allude é reale ma a situazione invertita, qual’é il termine da usare? I dizionari italiani non lo riportano. Perché? Non esiste forse la situazione dove é una donna a odiare l’uomo? Chiaro che esiste. É giusto che questo termine circoli nel linguaggio dell’essere umano e che diventi idea nella mente della collettività. Gentilmente, fate lo stesso con il termine “femminicidio”. Se un donna uccide un uomo (e succede”) cerchiamo di demonizzare questo comportamento femminile con un termine inventato ad hoc: “maschicidio”, “mascolicidio” “UOMOcidio”? Non mi importa del termine usato, basti che se ne parli. Sul rapporto tra potere e donne, possiamo scrivere pagine e pagine.

  7. Il contrario di misoginia è misandrìa; il termine esiste perché esiste la realtà a cui lo stesso afferisce. Detto ciò, la tua proposta “Se un donna uccide un uomo (e succede”) cerchiamo di demonizzare questo comportamento femminile con un termine inventato ad hoc: “maschicidio”, non credo avrebbe molto successo perché non mi risulta che siano molti i casi in cui la donna uccide l’uomo, e comunque quando questo avviene difficilmente le motivazioni sono le stesse che muovono un femminicidio. P.S. Il patriarcato non esiste?

  8. A leggere la storia fino ai tempi attuali, io credo che la Chiesa, com’è già successo ripetutamente, sopravvivrà anche alla fine di se stessa. Come certe serie TV. Tipo La Casa di Carta, dove quasi ad ogni episodio uno è pensato a pensare “eh, stavolta il professore è fottuto!” e poi, nell’episodio successivo, capovolge la situazione. La differenza sta nel fatto che nelle serie TV è più bello :))

  9. Viola, abbi pazienza.
    Ma credi veramente che non sapessi del termine misandria?
    Quello che volevo dire é: 1) quante persone lo conoscono? Poche! Perché? Non se ne parla; 2) quanti vocabolari riportano tale termine? Io ne ho tre a casa: nessuno dei tre!

    Dati ministero interni, anno 2017: donne uccise da uomo in Italia:120; uomini uccisi da donne in Italia stesso anno: 116.
    Un pó di cognizione di causa Viola non ti farebbe male prima di esprimerti un specifici argomenti
    Inoltre…facciamo finta che tu abbia ragione. Solo perché non sono molti i casi in cui una “donzella indifesa” uccide un uomo, non dovremmo demonizzarlo questo omicidio? Fammi capire.
    Sulle ragioni per cui le donne uccidono gli uomini , a differenza tua, non mi esprimo: un minimo di intelligenza Viola…almeno nella trattazione di tale argomento.

  10. Egregio, Illustrissimo, Magnifico GS alias Anonimo, dal momento che Ella ha fatto mostra di ritenere il mio quoziente intellettivo inferiore al Suo, mi taccio. Ubi maior minor cessat 🙂

  11. Ecco: abbiamo capito tutto.

    Non mi sembra di aver paragonato i nostri quozienti ntellettivi ma fare passare l’idea di “sí, él vero che le donne uccidono i maschietti ma devi capire che le loro motivazioni sono differenti rispetto a quest’ultimi…, eh-eh-eh…questo lo dobbiamo prendere in considerazione nel valutare l’omicidio”, questo non é tanto intelligente.

    Ti cito, “Ubi maior minor cessat”: scusami ma il pugliese non lo capisco tanto. 🙂

    Ti ringrazio davvero per il tuo “egregio-magnifico-illustrissimo”: le tue parole dimostrano una lucida capacità di valutazione (“superbo” mi piaceva di piú).

    Faccio una buca, prendo l’ascia di guerra, la sotterrò, copro la buca. 🙂

  12. Credo che in definitiva stiamo dicendo le stesse cose, ma senza capirci. Ottima idea quella di sotterrare l’ascia di guerra; io mi impegno a non esprimermi più in pugliese 😉

  13. “io mi impegno a non esprimermi più in pugliese” (cit.)

    “Cavolo,: appena iscritto a un corso online di pugliese…mi toccherà disdire e chiedere il rimborso”

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