“Fuori dai denti” è un ottimo esercizio di stile

5 Things to Know About Amanda Gorman - The Gloss Magazine

Così come nessuno ha mai osato dire che Monica Bellucci non sa recitare, in modo altrettanto ipocrita nessuna voce di dissenso si è levata all’indomani della performance della poetessa Amanda Gorman, in occasione dell’insediamento di Joe Biden. Per fortuna un castigamatti con l’autorevolezza per farlo c’è, e non ha avuto mezzi toni nello stroncare la poetessa afroamericana alla quale sono stati riservati fiumi di elogi a livello planetario. L’uomo che ha potuto tanto è Walter Siti che nel pamphlet Contro l’impegno. Riflessioni sul Bene in letteratura ha scritto:

“È bello che alla cerimonia di insediamento del Presidente al Campidoglio venga invitato un poeta, ma se la poesia che viene declamata è mediocre dal punto di vista letterario (Whitman di terza mano, il ricordo di un musical), qualcuno dovrebbe pur farlo notare. Si dimentica che uno stereotipo resta uno stereotipo, che si tratti di un maschio bianco sovranista o di una ragazza nera omosessuale e paraplegica”.

È lampante, leggendo il testo di Gorman, la volontà di contrapporre un passato non proprio edificante a un futuro di rinascita collettiva che però risulta stucchevole:

Veniamo da un brutto passato, costruiamo un futuro migliore“,

com’è altresì insistita la monotonia di quel rimando continuo al pronome “noi” che vorrebbe proporsi come un idem sentire, risultando invece insufficiente.

Sono certa che il più scarso tra i poeti estinti di Libero avrebbe saputo fare di meglio.

“Fuori dai denti” è un ottimo esercizio di stileultima modifica: 2021-04-27T10:14:06+02:00da VIOLA_DIMARZO

10 pensieri riguardo ““Fuori dai denti” è un ottimo esercizio di stile”

  1. Mi hai strappato una risata di consenso! Per l’estinzione della poesia, causa una involutiva semplificazione delle Lettere e di un approccio più stereotipato alla vita. Due, appunto, quel “si dimentica che uno stereotipo resta uno stereotipo” che mantiene la sua forza evocativa a prescindere dalla deregulation del contrapposto politically correct. Insomma, hai voglia a spacciarlo, il mediocre resta tale pur aggrappato, con le ventosa, sullo specchio del potere.
    Ps: la regista e l’attrice di Nomadland sono state premiate nella notte degli Oscar.
    Buona super Luna rosa

  2. 🙂 io credo che la poesia sia il genere letterario più difficile, mentre in prosa anche una persona come me può riuscire, su 1000 post, a scriverne uno buono, e dunque mi spaventavano un po’ i blogger d’antan che si autoproclamavano poeti. Quanto a Nomadland, sì, ha avuto i riconoscimenti che merita, come del resto Anthony Hopkins protagonista dello struggente The father.

  3. ( e chi sarebbero?) qualche volta un’autoproclamazione può essere veritiera qualche volta è eccesso di autostima, senza tirare in ballo false umiltà secondo me ce ne sono anche senza essere d’antan, ma sono certa che sai riconoscerli! Felice per Anthony Hopkins3>

  4. 🙂 mi costringi a essere seria: ci sono state persone, pochissime in verità, che con i versi se la cavavano bene, i nomi sinceramente non li ricordo perché appartengono a spazi che si sono estinti. Per quanto riguarda il presente, non setacciando più la community come mi piaceva fare un tempo, non ti so dire se ci siano ancora blogger bravi a versificare.

  5. Potrei capire una volta oppure se ne facesse un lavoro teatrale, ma farla diventare una specie di tradizione tipo “c’è Benigni e la divina commedia”, mi somiglia a un cinepanettone.

  6. Ti aiuto a restare leggera. Inter nos, versificatori a parte, approfitto per un appunto riguardo a ” non setaccio più la rete” : ad un punto si chiedeva perché augusta per angusta un certo blog fosse moderato. Ora è libero, credo, in quanto stasera ho perso più di qualche riferimento, e volevo dirtelo:)

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