Edgar Morin: non c’è un vero dibattito sui vaccini

Edgar Morin

Siamo arrivati all’impossibilità di instaurare un dialogo, perché il vaccino si mostra come una specie di dogma; è accaduto nel momento in cui ci siamo resi conto che due dosi non sono riuscite a immunizzarci completamente, e allora c’è chi si chiede il perché della terza dose, ora che sappiamo che anche se siamo vaccinati possiamo contagiare gli altri. È una domanda, ma anziché discuterne, si ingaggiano lotte a base di statistiche contraddittorie, ognuna delle quali, tuttavia, è ben orientata; di conseguenza prende piede la radicalizzazione, perché non c’è stato un vero dibattito democratico sulla questione dei vaccini. Penso che anche in questo caso ci sia un problema: esiste una minoranza di biologi e di medici che contesta il vaccino, e li si considera dei complottisti“.

Così Edgar Morin, cento anni, nell’intervista di Maurizio Molinari in cui non ha mancato di sottolineare, tra le altre cose, la necessità di insegnare ai giovani il senso critico, indispensabile per fermare l’avanzata dei populismi e le politiche di consumo.

Ma per insegnare ai giovani il senso critico, dovremmo trovare dei maestri, nel senso più prezioso dell’espressione. Questo lo dico io, ma presumo che Morin concorderebbe.

Edgar Morin: non c’è un vero dibattito sui vacciniultima modifica: 2021-12-26T12:07:53+01:00da VIOLA_DIMARZO

9 pensieri riguardo “Edgar Morin: non c’è un vero dibattito sui vaccini”

  1. Credo anch’io che concorderebbe perché anche lui dice che servirebbe ad insegnarlo ai giovani. Il problema vero però, sta nell’assenza di senso critico da parte delle istituzioni che si nascondono miseramente additando gli altri come complottisti o facendo di tutta l’erba un fascio chiamando novax anche quelli che sono concordi sul vaccino ma non sulle stronzate dei greenpass.

  2. Concordo. Aggiungo solo che l’incertezza dominante in ogni settore continuerà ad avere gioco facile fino a quando le élite politiche continueranno ad essere inadeguate, balbettando pensieri poggianti su retoriche fumose, e addossando la colpa a una crisi che ormai ci appare eterna.

  3. Esulo un pò dai contenuti del dibattito sul dialogo, ma mi soffermo su alcuni dati che ci vengono proposti:
    Il numero dei contagi è sconfortante, confrontato ad un anno fa quando il vaccino non era ancora utilizzato.
    i numeri di terapie intensive e morti sembrano migliori, ma ci si doveva aspettare questo con una percentuale così alta di vaccinati ?
    Facciamo il vaccino perchè è davvero l’unica arma o solo perchè è meglio di niente?

  4. In un regime di democrazia occidentale evoluta non c’e’ piu’ alcun dialogo possibile, su nessun argomento ”sensibile”. Laddove gli stati ed i loro parlamenti sono delle pedine, nessun potere effettivo e’ nelle mani della politica o dei cittadini.

  5. Affermando che “gli stati ed i loro parlamenti sono delle pedine”, immagino che intendi che siano pedine dei poteri forti ovvero mercati, banche, multinazionali, ecc. che sarebbero i veri detentori del potere effettivo.
    Ammettendo che sia così (cosa abbastanza vicina al vero), risulta banale che nessun potere effettivo è nelle mani del cittadino ovvero quello che in una democrazia reale ha un solo potere ovvero il voto. Questo però non a causa dei suddetti poteri forti, ma a causa del fatto che l’apparato politico è colluso ed al servizio dei poteri forti.
    A questo punto mi piacerebbe capire di quale “democrazia occidentale evoluta” parli.

  6. Tutto il mondo occidentale per sopravvivere economicamente deve assuefarsi alla elefantiasi del capitalismo con aziende sempre più grandi e bilanci paragonabili a quelli di uno stato. I soli a reggere la competizione che è con il vincente mondo delle non democrazie asiatiche che già detengono il predominio produttivo\finanziario. Fallendo il tentativo(?) Di esportare democrazia ci troviamo ad importare competizione sul piano dei non diritti dei popoli e siccome dal punto di vista formale non si può pensare di tagliare i diritti acquisiti lo si può fare dal punto di vista sostanziale, sospendendoli e ipotecando le istituzioni. Il dibattito Covid è un esempio di ciò, il fallimento delle politiche sindacali un altro, la politica oligarchica del governo Draghi un esempio nostrano, la inconsistenza della istituzione europea un esempio continentale. Allora non “chi” ma cosa….

  7. Ah ecco, le democrazie occidentali sono quelle che, poverine, devono competere con le democrazie asiatiche che non riconoscono i diritti umani e non ci permettono nemmeno di esportargli le nostre democrazie. Quelle nostre democrazie che, prima dello Statuto dei lavoratori, guarda un po’, anch’esse non riconoscevano i diritti umani. Dopo lo Statuto dei lavoratori, invece, a modo loro hanno cominciato a riconoscerli trasformando però il lavoro in ricatto inventandosi le delocalizzazioni che, guarda un po’, i diritti umani scomparivano dai radar e diventavano sfruttamento dei bambini asiatici per le multinazionali occidentali del pallone, delle scarpe, dell’abbigliamento sportivo.
    Quelle delocalizzazioni con le quali, dopo che la politica ha finanziato a fondo perduto fabbriche ed impianti alle imprese, hanno portato quelle stesse imprese a delocalizzare e produrre all’estero ovvero andare a produrre là dove la fame diventa schiavitù e sfruttamento ovvero quello che rimane il principio sul quale si regge il capitalismo. Quel principio che recita “sfruttali fino a quando cominceranno a lamentarsi, poi sposta il lavoro un metro più in là, dove c’è più fame e sfruttali finché non cominceranno a lamentarsi e continua così, perché solo affamando e sfamando a turno, la ricchezza distribuita resterà sempre quella mentre la tua invece crescerà in modo esponenziale.”
    La cosa, invece,che il capitalismo aveva sottovalutato era che qualcuno potesse destinare una parte dell’incasso alla scuola ed alla formazione. Quelli con gli occhietti a mandorla, in fondo, sarebbero rimasti poveri contadini che non si sarebbero mai evoluti oltre alla manciata di riso. Invece i contadinotti sapevano che senza scuola e formazione, oltre a non avere un futuro, sarai sempre schiavo degli altri. Così ecco che un paese totalmente rurale, in meno di vent’anni piuttosto che andare in giro per il mondo a seminare guerre ed a farle (perdendole tutte, fra l’altro), senza usare atomiche, ma investendo nella scuola e nella formazione ha dimostrato al mondo che bastano meno di trent’anni per smontare qualcosa per capire com’è fatta, così come basta studiare le quattro cazzate che studiano gli altri per, dopo averla smontata, farla addirittura meglio degli altri, diventando la prima potenza industriale e tecnologica del mondo. Così come sono diventati la prima democrazia “reale” al mondo perché, nella realtà “reale” e non in quella “virtuale”, qualche problema sui diritti umani sicuramente li hanno anch’essi, ma rispetto a quelli che hanno le democrazie occidentali, sono la pagliuzza rispetto alla trave che abbiamo noi nei nostri occhi. Quei noi che ci vantiamo di essere “democrazie” addirittura esportabili quelle democrazie che vanno in giro con le pezze al culo. Altro che i G8 e i G20.

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