Traoré e la banana incongrua

 

Bufera nel rugby: una banana come regalo per Traoré - Tiscali Sport

Se non fosse drammaticamente vergognoso, potremmo lasciarci andare a crasse risate, ma del razzismo, oltretutto di matrice più becera, non si può nemmeno sorridere.

Il pilone del Benetton Treviso – e nazionale azzurro – di origine guineana Cherif Traoré ha trovato una banana marcia come regalo di Natale, e ha commentato: “Oltre al fatto di reputare il gesto offensivo, la cosa che mi ha fatto più male e vedere la maggior parte dei miei compagni presenti ridere. Come se tutto fosse normale“. È accaduto nella classica cena di Natale tra compagni di squadra con il tradizionale “Secret Santa”, ovvero l’usanza di scambiarsi regali anonimi senza che sia noto il mittente.

La Benetton Rugby si è subito scusata e Traoré, forse per metterci una pezza, ha chiuso la vicenda dicendo: “La riunione di questo pomeriggio è stata l’occasione per confrontarsi e capire come quanto fatto da un mio compagno in occasione dello scambio dei regali Natale sia puramente frutto di una idiozia e nient’altro. Ho apprezzato ed accettato le scuse sue e quelle dell’intera squadra. Sono contento del gesto e sono sicuro che quanto accaduto renderà il gruppo ancora più solido. Siamo una famiglia e come tale continueremo ad impegnarci dentro e fuori dal campo lottando, come sempre fatto, contro ogni forma di discriminazione”.

Traoré, lasciatelo dire: sul fatto di essere una famiglia non ci conterei più di tanto. E soprattutto, l’affiliazione alla stupidità è eterna, per cui preparati a dell’altro, magari a qualcosa di più subdolo e meno plateale.

Traoré e la banana incongruaultima modifica: 2022-12-22T08:54:49+01:00da VIOLA_DIMARZO

24 pensieri riguardo “Traoré e la banana incongrua”

  1. possibile che si facciano ancora questi scherzi da caserma di militari di leva obbligatoria? E pensare che qualcuno vorrebbe mettere la mini naja volontaria…..

  2. Facciamo finta che Traore’ sia bianco e riceva una banana marcia come regalo di Natale a sorpresa da uno sconosciuto compagno di squadra. Tutti riderebbero e cercherebbero ,come me, di capire il senso del gesto, che dovrebbe (se la vediamo dal lato buono) avere un significato recondito, conosciuto solo ai protagonisti del fatto. Ma Traore’ e’ nero di pelle quindi la banana e’ da ritenersi razzista. Tutto il resto ne consegue.

  3. La banana è un simbolo fallico. Quindi, a prescindere del colore della pelle del destinatario del DONO, il suo significato è chiaro. Ficcatela in c… .

  4. Trovo intollerabile offendere una persona senza un vero perché. In questo caso il razzismo latente del compagno di squadra poteva essere soffocato dal momento che il regalo presupponeva una preparazione a monte (intendo dire che non si tratta di una battutaccia scappata per caso). Aggiungo, non mi pare una questione inerente il politicamente corretto, ma il rispetto.

  5. Lavorando di fantasia…se un mio amico avesse preso un malanno a trasmissione sessuale proprio li’ (nulla di grave o irreparabile ovvio ) ed io volessi canzonarlo lo avvertirei con una banana troppo matura del fatto che con il suo comportamento ‘libertino’ (?) sta rischiando la salute del suo migliore amico e ci faremmo quattro risate insieme… E’ la sola spiegazione che mi viene in mente. Vabbe’ sono naif…non riesco a vedere il marcio neanche in una banana andata a male. 🙂

  6. D’altronde, come recitava un tormentone estivo di qualche decennio addietro, preso come jingle di uno spot di questo frutto: e l’unico frutto dell’amor, è….

  7. Cercherò di essere chiaro e, allo stesso tempo, di muovermi con circospezione. Cosa non facile quando trattasi di temi pruriginosi e situazioni urticanti: chi ha snobbato l’incommensurabile premier, lo ha fatto perché lo considera un cetriolo, quindi amaro; ragion per cui, dovendo scegliere, predilige il frutto dolce…. Mamma mia, che faticaccia!

  8. Cara Viola, sia Saviano che la Meloni non sono nelle mie simpatie – eufemismo per non dire che assolutamente non li digerisco – ecco spiegato il mistero del mio silenzio. Non avevo nulla da dire.

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