“La sponda della Vita”

Le prime immagini della salma di Benedetto XVI (FOTO-VIDEO) | Calabria7

Pare che a Joseph Ratzinger fosse invisa la tendenza contemporanea a non parlare della morte, come se, e penso a quelli che ne rifuggono il solo pensiero, l’estrometterla da ogni discorso basti ad assicurarsi una sorta di immunità. A tal proposito, nel 1989 scrisse:

L’ottimismo ideologico è un tentativo di dimenticare la morte con il continuo discorrere di una storia protesa alla società perfetta. Qui si dimentica di parlare di qualcosa d’autentico e l’uomo viene calmato con una bugia; lo si vede sempre quando la morte stessa si avvicina. Invece la speranza della fede apre un vero futuro oltre la morte“.

Sono passati molti anni da quando, dovendo sostenere l’esame di Storia moderna, fui obbligata a leggere, come tributo alla parte monografica, un libro che non ho mai dimenticato e che conservo ancora: L’uomo e la morte dal Medioevo a oggi. Mi si aprì un mondo: negli anni dell’edonismo reaganiano, studenti di belle speranze, ci sentivamo immortali perché la morte si degnava di farci visita solo nel cuore, e solo per una storia d’amore finita. Quanto m’apparve rassicurante, pur nei limiti del caso, il momento del trapasso descritto in alcune pagine di quel testo, vissuto in famiglia e non in un hospice; giacché, se per sventura ti tocca morire in un lazzaretto igienizzato e hai ancora il cervello funzionante, te la devi vedere con la consapevolezza di essere diventato un vegetale pronto allo smaltimento. Ora, non sono qui ad auspicare un ritorno all’ars moriendi, manuale che nel Quattrocento insegnava a prepararsi adeguatamente alla morte, ma mi sentirei sollevata se d’ora in poi non fossi più costretta a scusarmi quando incautamente accenno a un defunto o a un morente. La parte per il tutto, richiesta come conditio sine qua non per non lasciar spazio a geometrie spettrali, serve solo a tagliare in diagonale la realtà. E poco dice di quel che vorremmo. Di quel poco o tanto che sarebbe prezioso salvare.

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“La sponda della Vita”ultima modifica: 2023-01-01T16:40:35+01:00da VIOLA_DIMARZO

14 pensieri riguardo ““La sponda della Vita””

  1. Come abbiamo poc’anzi detto per la fine del vecchio anno e l’inizio del nuovo, mi piace pensare che ad ogni fine corrisponda un nuovo inizio.

  2. Oggi riflettevo su questa immagine vista in TV: la salma del Pontefice emerito tra un albero di Natale ed un presepe, il tutto sotto l’egida di una croce col Cristo che vigila su tutto. Idem quando, in occasione della scomparsa del Pontefice Giovanni Paolo II nel 2005, il vento sfogliò le pagine di quel sacro libro e lo chiuse, quasi a voler simboleggiare la fine di un era terrena. Solo circostanze fortuite oppure c’è dell’altro? Chissà…..

  3. Anch’io sono rimasta colpita dall’insieme, ma soprattutto dall’albero di Natale che, fosse dipeso da me, avrei tolto; invece “il vento sfogliò le pagine di quel sacro libro e lo chiuse”, quella è un’immagine poetica che ha funzionato benissimo a livello evocativo perché non costruita dall’uomo. L’avessimo vista in un film, avremmo detto “che banalità”.

  4. O forse, più semplicemente, vuol dire che la vita e la morte sono 2 facce della stessa medaglia, in quello che potremmo definire l’equinozio dell’esistenza umana.

  5. Bella la definizione “equinozio dell’esistenza umana”; e poi sì, ci sta la questione delle due facce della stessa medaglia, se ci pensi veniamo al mondo per correre incontro alla morte.

  6. Temere la morte è da stupidi.temere la sofferenza è umano. La commistione tra le due è il gioco al quale giocano in molti

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