Andare via sbattendo la porta è sempre stata la mia cifra stilistica, ma nel novanta per cento dei casi mi è andata male – avrei dovuto mediare, far valere i miei diritti, spiegare, ma l’orgoglio decideva per me.
Anche Aboubakar Soumahoro ha sbattuto la porta in faccia al gruppo parlamentare che gli ha consentito l’ingresso trionfale in stivali di gomma* alla Camera dei deputati (speriamo che abbia maggior fortuna di me). Stizzito e amareggiato dalle illazioni, per lui restano sostanzialmente tali le accuse rivolte alla compagna e alla di lei madre, con un dossier pubblicato sul proprio sito ha tenuto a far sapere che:
“Mi ha francamente stupito e amareggiato, ad eccezione di qualche parlamentare, l’assenza della solidarietà umana e del supporto politico da parte del gruppo parlamentare Alleanza Verdi sinistra con il quale sono stato eletto da indipendente. Dopo un’attenta e sofferta meditazione sul piano umano e politico, ho maturato la decisione di aderire al gruppo parlamentare Misto per proseguire la mia attività di parlamentare“.
Replica di Angelo Bonelli:
“Siamo terribilmente delusi da questa persona“.
L’affermazione estrema per indurre a credere d’essere stato oggetto di razzismo (vedi titolo) non commuove più nessuno, Soumahoro caro, per il semplice fatto che dove c’è denaro c’è cupidigia. La tua vicenda è ascrivibile alla sempiterna banalità del vivere che presto o tardi si converte al profitto e che, vertendo su una summa di esperienze comuni, non necessita di sottigliezze psico-analitiche per stabilire la buona fede di chi parla.
*”Portiamo questi stivali in Parlamento, gli stessi che hanno calpestato il fango della miseria. Portiamo gli stivali della lotta nel Palazzo per rappresentare sofferenze, desideri, speranze. Per chi è sfruttato e chi ha fame. Coi piedi saldi nella realtà“.
Beh, riguardo l’addio con sbattuta di porta, a me è un andata un pochino meglio, con una percentuale direi 50/50, al massimo 60/40. Per il resto, solito copione, trito e ritrito: ennesima autosospensione con conclusione mista! L’importante è salvare la cadrega…..
Una persona va bene finche’ e’ una persona onesta o perlomeno credibile . Per pudore ( e mancanza di certezze ) non mi intrufolo nel merito spicciolo delle accuse al Signor Soumahoro o alla di lui famiglia, pero’ sottolineo con raccapriccio che lo stesso pudore non pare appartenergli. Siamo evidentemente di ‘razze’ diverse.
“cadrega”, ne ho imparata un’altra
Sono incuriosita da questo signore, voglio vedere fino a che punto può arrivare.
In dialetto lombardo: seggiola.
Grazie, ma avevo già interrogato Treccani 🙂
Allo stesso cui sono giunti tanti altri…. Magari il prossimo giro rispunterà in un altro partito, anche di fronte opposto, perché no? Non poniamo limiti alla divina provvidenza!
L’importante è che non siano solamente 4 gatti….. 😀
È stato più difficile con “menga”, a proposito, mi ricordi/spieghi meglio il significato?
In dialetto lombardo è il corrispondente del siculo minchia.
Lui al punto che voleva ci è arrivato. Il ricco stipendio da parlamentare e la certezza del vitalizio.
proprio cosi doveva dimettersi per onesta e non continuare a prendere lo stipendio da parlamentare
doveva dimettersi
D’altronde Razzi docet, eccome!
Onestà in politica? Ma se non l’hanno mai avuta anche quelli che intellettualmente la strombazzavano ai 4 venti!