E tu a chi appartieni?

In fila fra tanti a uno sportello INPS, l’ultra ottuagenario in vena di amarcord ha pensato – incoraggiato dalla mia bonomia che traspare persino quando mi guardo attorno svagata – che avrei trovato interessanti certi spaccati della sua vita. E me ne ha raccontati così tanti in 50 minuti che ancora stento a crederci. Faccione rubicondo in stile nonno di Heidi, ricordando il padre, le due mogli e il dopoguerra, a un certo punto l’ex imprenditore edile, come da biglietto da visita esibito mostrando le mani, ha interrotto  l’excursus con un secco Mussolini ha fatto tanto per l’Italia. Le tre persone che erano al nostro fianco, le file sono tornate a essere disordinate come ai tempi pre-Covid, hanno abbassato gli occhi facendo finta di niente, mentre io ho annuito per chiuderla lì. In realtà mi sarebbe piaciuto sondare i motivi che lo avevano indotto a pronunciare la frase sacrilega, ma per questioni di opportunità ho desistito e ora è troppo tardi, non lo saprò mai, giacché difficilmente il caso ci porterà a condividere ancora una parentesi di ozio apparente. Comunque, sarà che sto diventando sentimentale, non riesco a liquidare la faccenda a cuor leggero, forse perché mi sono imbattuta in una persona d’altri tempi, un gentiluomo che si è presentato attingendo all’albero genealogico affinché potessi risalire a un qualche suo congiunto. Ma a livello di simpatia è stato impagabile quando nel gergo locale mi ha chiesto E tu a chi appartieni?,  ottenendo per tutta risposta un laconico Siamo poco conosciuti. Così, a due temporali di distanza e una pratica inevasa sono qui a convenire che al di là di quella sua nostalgia, incongrua per la sensibilità contemporanea ma legittima in quanto parte di un vissuto che come tale non può essere contestato, quell’uomo è un tipo che sa come fermare l’attimo. Anche quello che con ferocia è già stato disgregato dal tempo.

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E tu a chi appartieni?ultima modifica: 2023-06-01T14:11:51+02:00da VIOLA_DIMARZO

13 pensieri riguardo “E tu a chi appartieni?”

  1. Il punto è che Mussolini ha vanificato i suoi sforzi ventennali trascinandoci in una guerra. Ora, al netto di luci ed ombre, tutti ci chiediamo se si poteva evitare quel disastro immane. Io no lo so, sono nato 30 anni dopo, però fatto sta che è successo, e la storia dovrebbe essere anche giudice, oltre che maestra di vita.

  2. Per quel poco che ricordo della storia di Mussolini, quello a cui accenni è stato l’errore imperdonabile, oltre alle leggi razziali. Chissà come sarebbe andata se avesse avuto più polso e se il momento storico fosse stato diverso…Ma permane un dato incontrovertibile, molti vecchi, non tutti ovviamente, ricordano Mussolini con una certa nostalgia, nonostante la catastrofica uscita di scena.

  3. E’ in post come questo che Viola sa dare il suo meglio. Un misto di sentimentalismo e di analisi storica con una leggera ma avvertibile puntura di spilli sugli argomenti scottanti del presente… Mio padre ha perso due fratelli nella WW2 ed e’ stato internato dai tedeschi, dai quali e’ fuggito giusto in tempo per dovere scappare anche dal reclutamento nella Repubblica di Salo’. Un eroe 🙂 Ma nonostante il disastro e le disgrazie non l’ho mai sentito pronunciare male parole contro Mussolini…si chiudeva piuttosto in un geloso silenzio. Avvertivo come per lui, nato all’epoca della marcia su Roma il- Duce- fosse una specie di istituzione calata da una verità superiore , come il sole che sorge il mattino e la fatica nei campi. Mi spiace ora che non c’e’ più di non avegli mai chiesto i dettagli più nascosti del suo pensare.

  4. “con una leggera ma avvertibile puntura di spilli sugli argomenti scottanti del presente…” 😉
    sì, perché su certe questioni che riguardano la libertà di espressione mi incarognisco 🙂

  5. I nostri vecchi, quanto sarebbe stato prezioso ascoltarli di più, non per imparare chissà che ma per diventare migliori di quanto non siamo riusciti a essere. Tutto da prendere con le pinze, ovviamente, giacché vecchiaia non significa necessariamente saggezza, e tuttavia…

  6. Ecco un argomento che mi affascina e al contempo mi suscita un po’ di malinconia. Quando i giri di boa dei decenni cominciano a sommarsi, succede di scoprirsi nostalgici, quando non proprio passatisti, in specie se si ha sempre avuto un certo gusto del vintage e del retrò.
    Non saprei se questo vada bene, ma tant’è…
    Con buona pace di tanti, mi colloco ancora convintamente tra coloro che possono fare a meno di un cellulare per relazionarsi. Va da sé che preferirei conversare di persona piuttosto che in un blog, ma riconosco senza meno la comodità di questo mezzo alternativo. Riconosco peraltro che talora ha più appeal Siri, la mia assistente vocale, di certi interlocutori presenti fisicamente 🙂
    Una buona serata a tutti!

  7. Percepisco il lato triste del mio nostalgismo quando rifletto sulla nostra Italia e mi si consolida l’idea che siamo un Paese in costante declino.
    È anche di oggi l’auspicio di Mattarella che l’espatrio dei nostri giovani sia frutto di una scelta libera e non forzata. A me pare che un po’ tutto involva in modo inesorabile, anno dopo anno, spesso palesemente, talvolta velato da un modernismo cui non corrisponde un autentico progresso.
    E l’assuefazione vince su tutto.

  8. Passatisti, e perché no? tranquillo Antonio, molti individui se non attingessero a piene mani alla retorica che li vuole sempre al passo coi tempi, costi quel che costi, sarebbero più passatisti di noi altri. Già, noi, perché a me di essere fuori dal mondo contemporaneo piace da morire. Per certi aspetti sono pure peggio di te, io di Siri ho paura 🙂

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