L’orgoglio di non essere amati

Édouard Louis, nel nome del padre | Vanity Fair Italia

C’è stato un tempo in cui esisteva fra gli scrittori l’orgoglio di non essere amati. Samuel Beckett, Jean Genet, Pasolini: non desideravano certo che ‘Le Figaro’ scrivesse bene di loro, e non desideravano essere apprezzati dai media mainstream. Lo avrebbero trovato vergognoso. Oggi, forse anche a causa dei social media e di come le persone mostrano continuamente il proprio successo online, c’è una specie di orgoglio opposto, l’orgoglio di essere amati da tutti. Abbiamo colleghi e colleghe che postano ogni giorno gli articoli pubblicati su di loro, anche quelli scritti da persone da cui dovrebbero sentirsi politicamente lontani. Forse dovremmo mettere in discussione queste nuove categorie di vergogna e orgoglio“. Édouard Louis

E come prima cosa penso alla misteriosa Elena Ferrante il cui successo planetario inorgoglisce noi italiani, ma fa altresì dibattere il suo ostinato negarsi, tanto che si è speculato persino sulla sua vera identità sessuale. C’è che i social, per restare nello specifico della dichiarazione di Louis, guardano con sospetto chi tende a ripiegarsi su se stesso, e alla fine lo rigettano. Eppure l’abbiamo attraversato tutti il confine che separa il nostro io più autentico da quello che ci vuole come gli altri, dunque dovremmo essere addentro alla materia. Tuttavia tornare indietro è possibile, basta procedere per sottrazioni, rinunciando il più possibile all’io in funzione tonante. Lo si pronunci sommessamente quel pronome, e solo se necessario. Perché è nell’ombra la luce più fulgida.

P.S. Ma se confessassi che mi inorgoglisce essere poco amata, risulterei patologica?

L’orgoglio di non essere amatiultima modifica: 2023-06-20T17:05:42+02:00da VIOLA_DIMARZO

10 pensieri riguardo “L’orgoglio di non essere amati”

  1. Noi che ci siamo sentiti amati solo a metà in principio si passa metà della vita a cercare di essere accettati da più persone possibile e l’altra metà a fuggire dalle stesse persone … dagli incensatori dagli adulatori e perfino dagli amici , siano veri o presunti. Quanto si soffre e quanto si gode nella vita da randagio… 🙂

  2. Più passa il tempo e più si gode, soprattutto perché il randagismo fortifica e ci fa respirare a pieni polmoni 🙂

  3. Non a caso persone che se ne fregano d’essere sopra le righe e anche detestate. Lunga vita a questi signori e a tutti quelli non noti che a loro somigliano.

  4. Noterai anche tu che nel randagismo c’è un certo autocompiacimento ; il sentirsi rari se non unici ed osteggiati porta ad una sorta di autoaffermazione che rafforza l’idea di essere nel giusto. ( Esempio classico …attenzione c’è un veicolo contromano in autostrada… mentre il guidatore in questione pensa: un veicolo solo? ma qui vanno tutti contromano!) 🙂

  5. No, Splamieros, non è narcisismo né masochismo, è una forza che arriva quando affronti la resa dei conti e, vinta la paura di soccombere, ti accorgi che puoi fare tanta strada da solo, libero dalle zavorre che tu stesso hai accettato di portarti dietro per tanto tempo. Ovviamente, nessuno basta in assoluto a se stesso, capiterà di avere bisogno di una mano amica e quando succederà potrai maggiormente apprezzarne il valore proprio perché attorno avrai già fatto piazza pulita (Sono sfaccettature che non possono essere liquidate con poche righe come queste, si corre il rischio di fare la figura degli egoisti o peggio ancora degli ingrati ma non è come sembra)

  6. Mi riferivo al paradosso di Panfilo. Per il resto, direi che, vedendo la cosa da questa angolatura, come tu la descrivi, in un certo qual senso ci sono finito anch’io….

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