Intorno alla ragazza che abbracciava gli alberi

Chi era Giulia Cecchettin, la 22enne scomparsa con l'ex fidanzato

  • Si fa presto a dire educazione sentimentale. Ma chi dovrebbe impartirle queste lezioni, un tutor specializzato in sentimenti? e di grazia, dal momento che questa figura non è presente nei radar scolastici, chi formerebbe l’inedito sapiente, un ente supremo calato dal cielo?
  • Tutti gli uomini sono uguali. Non è vero. Ci sono uomini degni e uomini indegni. Tra questi ultimi figurano a pieno titolo i misogini che spesso si trasformano in assassini.
  • La nostra è una società patriarcale. Non è vero. È maschilista. Al patriarcato abbiamo dato un calcio in culo nel 1981 con l’abolizione del delitto d’onore.
  • La sorella di Giulia sta parlando troppo. Vero. Difatti hanno già strumentalizzato le sue dichiarazioni, ricorrendo alla solita retorica senza visione. La strumentalizzazione più pacchiana arriva da Lilly Gruber che accusa Giorgia Meloni d’essere espressione della cultura patriarcale.

Per concludere: il mondo che abbiamo è il risultato di quello che siamo diventati, esseri ferini alla ricerca di guerre e sopraffazioni (in realtà ci siamo solo riciclati). E poi siamo ignoranti, abissalmente ignoranti. Quindi, per tornare alla domanda iniziale: chi formerebbe l’inedito sapiente?

 

Intorno alla ragazza che abbracciava gli alberiultima modifica: 2023-11-21T12:26:35+01:00da VIOLA_DIMARZO

63 pensieri riguardo “Intorno alla ragazza che abbracciava gli alberi”

  1. Oramai siamo abituati all’Italietta del giorno dopo, quella che legifera solo sull’onda dell’emotività pubblica. Solita e sterile propaganda bipartisan.

  2. La vicenda di Giulia ha tutti gli ingredienti per far parlare parlare parlare…successe la stessa cosa qualche anno fa con la sedicenne uccisa in provincia di Lecce e in tempi più recenti con la donna incinta al settimo mese. Vedrai, quando saranno satolli di dibattiti e minuti di silenzio, passeranno ad altro. Ma guai a dire che mancano i fondamentali in famiglia. Sotto questo aspetto apprezzo tantissimo le esternazioni di Paolo Crepet in relazione a figli e genitori, questi ultimi raccontati come degli inetti. Sto aspettando che qualcuno dica che è un reazionario perché si sa, guai a parlare di educazione alla vecchia maniera, pur non avendo nulla a che spartire col patriarcato. Ma sul caso di Giulia, Crepet ha detto una frase emblematica: Sinner sa gestire la sconfitta. Ecco portare come esempio nelle scuole personaggi come Sinner sarebbe già un ottimo inizio. E invece stanno pensando agli influencer…

  3. Concordo in toto. L’importante è riempire i palinsesti, con argomenti alla moda, cioè all’ultimo grido. Vedi i conflitti bellici: ora tutti si sono dimenticati di quello russo-ucraino….

  4. …a proposito di ri-ciclo Viola ho piuttosto l’impressione che un mondo reale sia ormai oscurato o trascurato. Se non esistono sapienti, o famiglie e senso ( che pure esistono, intendo). Esiste invece una forza in grado di accendere la sopraffazione negli scambi . O il tentativo di essa. Flame. Il cui emblema si mostra attraverso l’escalation paradossale di opinioni antitetiche, aggressive e false che deriva dalla circolazione aumentata di informazioni. Nessuno vuole più qualcuno che ne sappia più di lui. In questo quadretto tende a contare chi cattura più consensi alla propria visione. Fatto salvo il diritto dei lesi, dal fake Turetta modello perfetto, al consigliere veneto e gli esempi citati è un effetto domino in cui emerge tutto tranne che ragionevolezza su quel poco fondo di verità che tutti potremmo possedere. Buon22

  5. Da Paolo Crepet ho sempre ascoltato concetti che mi sono sembrati tanto sacrosanti quanto applicabili con il semplice buonsenso, benché seguendo percorsi che di solito non sono i più comodi. Yannick Sinner è un personaggio esemplare. Lo dico da tennista (anche se non arriverà ai livelli di sublimità di un Roger Federer) ma sottolineo, e non da ieri, che è un esempio da imitare per vari aspetti.
    Quanto alle dichiarazioni fuori luogo cui fa riferimento Salvo, ormai tocca ascoltare quotidianamente un tal numero di assurdità da perderne il conto. Il livello appare tanto più desolante quanto più si considera in quanti riescono a monetizzare esternazioni di simile rango. E non alludo solo agli influencer, purtroppo. Collegandomi a ciò che si chiedeva ancora Salvo nel precedente post in merito alla partecipazione al Grande Fratello, il grano ce l’ha chi lo miete, e Mughini e uno tra quelli che ne mietono parecchio, zompettando da anni a far caciara per ogni dove.
    E magari fossero solo sgrammaticature! Ultimamente mi è tornato sotto gli occhi un pensiero che già conoscevo ma di cui ignoro l’autore: “Non mi preoccupa un errore grammaticale se il pensiero è intelligente: un congiuntivo si può sempre correggere … un idiota no!”

  6. “Non mi preoccupa un errore grammaticale se il pensiero è intelligente: un congiuntivo si può sempre correggere … un idiota no!”
    Per favore, rintracciamo questo illuminato e premiamolo.

  7. Sono perfettamente d’accordo con te, Anonima 😉
    gli scambi dialettici sono diventati un terreno minato perché sono state eliminate alcune premesse sintattiche che invece li agevolerebbero, cose del tipo “capisco il tuo punto di vista ma…”, oppure “non sono d’accordo con quello che dici, tuttavia riconosco che su un punto hai ragione…”. Queste formule, lungi dall’essere forme di debolezza, mantengono il dibattito su livelli se non proprio civili almeno accettabili. E invece, se dell’interlocutore non apprezziamo neppure una virgola, entriamo subito a gamba tesa con espressioni aspre e rudi, per tacere della mimica quando è possibile vederla ad esempio in tv. Aggiungo un’altra cosa a proposito del mea culpa generalizzato (in relazione all’omicidio di Giulia) che gli uomini dovrebbero porre in essere: c’è violenza anche da parte delle donne. Di recente su Libero mi sono beccata due “vaffanculo” da una persona con la quale non c’è mai stato uno scambio dialettico, mai vista prima, e solo perché mi ritiene fan di Meloni. Innanzitutto non è così perché sono fan solo di me stessa 🙂 ma quand’anche fosse, perché la Signora (la maiuscola è d’obbligo) non si è mai palesata nel mio blog per esprimere il proprio dissenso su post che ai suoi occhi potevano avere accenti troppo entusiastici in merito a Meloni? e dire che se qualche volta ho aggredito – e qui mi riferisco a mister misogino (senza maiuscola) – è stato solo per difendermi. Perché ti racconto questo? ma perché tu conosci bene le dinamiche di personaggi che aleggiano sui nostri blog restando però quasi sempre nell’ombra. E i loro atteggiamenti immotivatamente aggressivi sono rivelatori di due peculiarità: pochezza d’animo e invidia.

  8. Invettive offese calunnie fanno parte del bestiario social, purtroppo. Quanto al provare invidia per un fantasma che sta sempre nel suo, non me lo so spiegare.

  9. Al contrario: “si dovrà fare il giro dei sessantotto balconi attirando l’attenzione dei vicini battendo tappeti, cantando e ridendo, di modo che la gente non creda più che il palazzo sia infestato dai fantasmi”)))). Vedo che si è aperta la scuola di dialetti popolari

  10. il mouse con i bicipiti ))))) c’è violenza anche da parte delle donne. La misoginia non è solo maschile, anzi di molta pochezza maschile immagino una regia femminile;>

  11. Qual’è il suo scopo di tenere il suo blog in sospeso?tenersi stretti quei pochi fan che la seguono?

  12. Anonimo, vorrai perdonarmi la chiosa: “aldilà” e “al di là” non hanno nulla di analogo con “qual è”. La grafia corretta è “qual è”, in quanto trattasi di un troncamento e non di un’elisione. 🙂

  13. Grazie Antonio:)
    Da tempo ho riposto la bacchetta ma a volte affiora l’antica indole. La spiegazione che hai dato tu sarebbe stata la mia se solo non avessi avuto la certezza che è tutta fatica sprecata…

  14. Ricollegandomi alla vertenza grammaticale di cui sopra, proprio qualche giorno addietro ho letto un articolo di una testata giornalistica locale, dove si usava quella forma vetusta, anche se scorretta. Forse a volte si confonde col plurale unito al verbo ausiliare usato al passato prossimo.

  15. Concordo in toto su tutta la linea con te & Antonio: non capisco come si possa essere così a corto di argomentazioni, al punto tale da aggrapparsi a qualsiasi amenità.

  16. Caro Salvo, cosa vuoi farci? Purtroppo in certi casi non c’è proprio nulla da fare. Lo diceva già Oscar Wilde: mai discutere con un idiota; ti trascina al suo livello e ti batte con l’esperienza. 🙂

  17. Me lo sono chiesto anch’io. Tra i tanti ‘presunti’ esperti che gravitano ai margini della didattica scolastica, con quale curriculum si presenterebbe un ‘educatore sentimentale’? Le ondate emotive generano spesso reazioni improbabili. E questo ne è un esempio.

  18. “Quindi, per tornare alla domanda iniziale: chi formerebbe l’inedito sapiente?”

    Non comprendo le perplessità sull’idea di introdurre nelle nostre scuole l’Educazione sentimentale. Così come non comprendo la perplessità su chi sarebbe certificato ad insegnare tale materia. In un paese come il nostro non ci sarebbe nemmeno bisogno di fare le selezioni perché di persone titolatissime ad insegnare l’Educazione sentimentale ne abbiamo in abbondanza sia nella scuole che fuori da esse. Sono le stesse che nelle scuole, in quella non-materia che ipocritamente chiamiamo “religione” ed invece è “catechismo”, lo fanno già.

    Quindi, “chi formerebbe l’inedito sapiente, un ente supremo calato dal cielo?”

    Eheh, in fondo, fra catechisti scolastici e catechisti domenicali , non è anche vero che “il mondo che abbiamo è il risultato di quello che siamo diventati”?

  19. Seriamente, i prof di religione potrebbero anche andare bene purché non bigotti o costretti ad esserlo. Più in generale, giovani e giovanissimi hanno solo bisogno di essere ascoltati, ma ascoltati in maniera attiva. Lo stesso dicasi per gli adulti. C’è molta solitudine in giro, più di quanto non si creda.

  20. Continuavo a chiedermi se questo commento fosse andato perso o, molto semplicemente, avevo solo sognato di averlo scritto 🙂
    Comunque, cara Viola, era solo ironia la mia. Un’opportunità per evidenziare l’ipocrisia del cosiddetto insegnamento della Religione nelle scuole. Un argomento, quello dellE religioni (non dellA religione), che sicuramente è importante studiare nello stesso programma della Storia e non certo farne una materia a parte. Se poi, la materia si trasforma in Catechismo con tanto di crocifisso appeso alla parete, siamo all’indrottinamento in uno stato che nella sua Costituzione si racconta laico.
    L’educazione sentimentale come materia scolastica è da scompisciarsi ed immagino che il libro di testo sarebbe la Bibbia 🙂
    Mi chiedo, se nel 1978 la lagge Basaglia sancì la chiusura dei manicomi perché il Parlamento è ancora aperto? Mah, i ritardi italiani.

  21. Chi deve/chi dovrebbe?
    È facilissimo rispondere:
    Noi.
    Noi tutti
    E noi tutti vuol dire ognuno per primo
    Senza stare lì a dire se si chiama in un modo o nell’altro sta società orribile, senza dire se una ragazza a cui hanno appena ucciso la sorella dovrebbe dire di più, di meno, questo o quello.
    Fare noi in prima persona senza più distogliere l’attenzione su particolari insignificanti.
    FARE.

  22. Certo, FARE a caratteri cubitali come scrivi tu. Cominciando in primis dalle famiglie che se ne sono lavate le mani delegando tutta alla scuola. Ma che ci stanno a fare i genitori nell’età della formazione della prole? è cominciato tutto nei Settanta o giù di lì, quando i genitori “moderni” permettevano ai bambini di imbrattare i muri di casa in nome della libertà di espressione; poi arrivarono quelli che rifiutavano gli appellativi mamma/papà perché loro, che tutto avevano compreso, volevano essere amici dei figli. E infine a valanga quelli che non hanno vietato più niente, che non hanno detto mai un no e che, se lo ritengono opportuno, picchiano pure i prof. E ora abbiamo anche il coraggio di metterci le mani tra i capelli pretendendo che la scuola risolva tutto con un corso di educazione sentimentale, o come diavolo si chiamerà? ma per favore, facciamola finita con le panchine e le scarpe rosse, con il rumore di chiavi e con tutta la retorica di cui siamo capaci, se prima non ripartiamo dai fondamentali. Serietà, rigore, rispetto dei genitori, dei vecchi, del prossimo sotto qualsiasi forma, di questo c’è bisogno. Poi, dopo aver fatto tabula rasa di tutto questo lassismo ipocrita e pigro, potremo ritrovarci intorno a una tavola rotonda e ripartire da zero. O quasi.
    p.s. le nostre sono famiglie disfunzionali, non patriarcali.

  23. Trovando abbastanza concordanti fra loro, il commento di marabertow e di Viola, partirei proprio da quella definizione “società orribile” sulla quale concordo se intende anche “paese orribile” questo villaggio italico. In effetti concorderei anche sul “noi tutti” sul quale concordano “mara” e “Viola”, sempreché il “noi tutti” significasse che anche noi “cittadini” dobbiamo prenderci le nostre responsabilità. Starei attento però a non generalizzare capovolgendo le responsabilità fino al punto da assegnare la colpa dell’orribile paese e società prima al cittadino e poi alle istituzioni, perché questo equivarrebbe a guardare a questo paese orribile in modo distorto e miope. Di certo il cittadino, se pensiamo al voto, in tema di paese/società orribili, ha la colpa sacrosanta del peccato originale derivante dal potere enorme che gli consente il voto e dal pessimo uso che ne facciamo. Purtroppo, la carta d’identità ed il certificato elettorale certificano solo il possesso del requisito amministrativo, ma non escludono l’eventuale imbecillità dell’elettore. Quindi, sicuramente la responsabilità di chi viene delegato a ricoprire cariche istituzionali è del cittadino e, questo, già taglierebbe la testa al toro perché saremmo “noi tutti” (cittadini) i responsabili di questo paese/società “orribili”. Il problema però è che in tutti i paesi/società occidentali sono i cittadini ad andare al voto e se gli altri sono messi meglio di noi, vuol dire che i loro elettori sono meno imbecilli di quelli nostri e su questo c’è ben poco da discutere, è storia.
    Semmai, se proprio vogliamo fare qualche distinguo sulla nostra imbecillità, premesso che in un paese/società a stragrande maggioranza d’imbecilli, devi avere un gran culo o ringraziare il cielo se dall’urna venga fuori un 10% di non imbecilli, devi anche comprendere che considerati i numeri, quel 10% di non imbecilli, non avrà vita facile ovvero sarà in netta minoranza rispetto al resto di imbecilli istituzionali e, poiché, in una cesta basta una sola mela marcia a rovinare tutto il resto, figuriamoci se nella cesta le mele marce saranno già in partenza in maggioranza assoluta.
    Sempre in tema d’imbecillità, sarebbe già qualcosa se provassimo a ripensare all’ultima guerra dove sappiamo che chi l’ha persa sono state la Germania e l’Italia, il problema però, considerato che errare è umano, sta nell’onestà con la quale guardiamo al dopo ovvero come ne uscita la Germania e come ne siamo usciti noi. Loro, i tedeschi, sono la seconda potenza dell’Europa geografica, secondi solo all’Inghilterra e noi, fra debiti e patrimonio industriale svenduto, siamo il buco del culo di questa Europa. Non a caso, in quegli anni 40 dove il colonialismo era razzia pura, gli imbecilli colonizzavano l’Abissinia. Con questo non intendo certo apprezzare il colonialismo, ma solo evidenziare l’imbecillità ovvero se non sai nemmeno rubare, lascia il mestiere a quelli che anche quello lo fanno con intelligenza. Evita di farla fuori dal vaso anche in quello.
    Superando gli anni ’40, sicuramente negli anni ’60, grazie all’edilizia, all’IRI, al debito pubblico, alla piccola impresa, all’artigianato e soprattutto, ripeto soprattutto, al fatto che i fascisti erano rintanati là dov’era giusto che fossero e grazie a quel “noi tutti” senza di loro, l’Italia cominciò a riprendersi in modo significativo. Certo, la quota d’imbecillità non è che fosse scomparsa perché, da un lato, essa era ancora forte e, soprattutto nell’edilizia, si violentò il territorio senza alcun criterio di controllo così come nel pubblico, soprattutto sulla viabilità ferroviaria e stradale si continuò a violentare il territorio in relazione a patti scellerati fra pubblico e privato, da un altro lato, invece, per quanto attiene alla società, approfittando del fatto che gran parte della cittadinanza era rintanata ed ininfluente, si mise mano a rivoltare leggi e regole per riportarci verso una civiltà dei diritti ovvero per essere all’altezza del mondo occidentale.
    Percorso ovviamente molto duro e faticoso se consideriamo il contesto agricolo da un lato ed il contesto sociale dove vigeva il delitto d’onore, il matrimonio riparatore, il diritto di voto riconosciuto alle donne (sai 25 anni in su) solo nel ’46. Se ci aggiungiamo tutte le limitazioni che, malgrado siano già passati oltre 70 anni, continuano ad esistere – parità salariale a parità di mansioni, pari opportunità negli incarichi pubblici e privati, asili nidi che concretizzino in realtà l’accesso al lavoro – possiamo veramente comprendere cosa si intende quando si parla di società patriarcale.
    Ora basterebbe guardare quando e grazie alle lotte di chi è stato introdotto il divorzio, quando è definitivamente caduto il delitto d’onore per capire che anche senza l’ingombro di quell’imbecillità rintanata si è impiegato un tempo enorme per cancellare due vergogne sociali. Ora, visto che i rintanati di quell’orribile società non solo sono tornati, ma sono pure sul ponte di comando, bisognerebbe chiedersi quant’altro ci vorrà perché le donne ottengano la parità salariale e le pari opportunità comprensive di asili nido. Non solo questo però, perché come nel dopoguerra, anche se a fatica e grazie alle lotte operaie e studentesche, anche se con fatica perché, anche se in numero minore, gli imbecilli c’erano sempre, il guanto è stato rivoltato in parte, ora lo si sta rivoltando ancora e non solo nei diritti delle sole donne, ma in quelli di tutti. Questo però, solo gli imbecilli possono non comprenderlo, è normale per una determinata ideologia: meno diritti = maggiore controllo e, soprattutto, maggiore potere e consenso.
    E siamo arrivati ai giorni nostri. Non quelli della Merla che capiteranno a fine gennaio, ma quelli dei merli ovvero noi. Quelli che non gli è bastata tangentopoli per capire da che razza di gente eravamo governati, non gli è bastato nemmeno il Cavaliere e non gli basta nemmeno questo fascio travestito anche in modo dozzinale e goffo. Noi, quelli che siamo alla fame; quelli che il lavoro è sempre più raro e dequalificante; quel lavoro dove s’inventano i piani di sicurezza solo per spostare la responsabilità dal datore di lavoro al responsabile della sicurezza; quel lavoro dove il precariato è diventato un sistema dove il costo del lavoro è diventato una jungla di bonus che vengono ribaltati dal datore di lavoro alla comunità, così come gli incentivi; quel lavoro dove il futuro – vale per mettere famiglia, per un mutuo, per fare figli – è un orizzonte impossibile da vedere ovvero un rischio che equivale ad un salto nel buio; il costo della vita è sempre più insostenibile; c’inventiamo le difese alla nostra democrazia per finanziare, sì finanziare, guerre che ci tolgono a noi il pane, il gas, l’energia, la benzina e a ruota ci moltiplicano indiscriminatamente tutti gli altri costi; c’inventiamo la patente a punti ed il bonus malus, ma l’assicurazione auto se ne fotte altamente se sono dieci anni che non denunci un solo incidente, anch’essa rientra nelle prese per il culo; le scuole sempre più inadeguate e fatiscenti; quelle scuole dove arrivato ad un’età meno innocente decisi di dare del tu agli insegnanti che facevano lo stesso con me; quelle scuole dove sicuramente puoi incappare in un alunno che bullizza, altrettanto sicuramente puoi trovare un insegnante che bullizza, magari perché scarica sugli alunni la sua rabbia perché è inadeguato o perché col precariato anche un insegnante può ritenersi bullizzato dal sistema; la sanità sempre più indegna, indecorosa, inaffidabile; quella sanità che, guarda caso, ha liste d’attesa vergognose rispetto alla sanità “santa, meravigliosa, splendida e splendente” del privato e, magari, guarda caso, il professore che ti opererà è lo stesso che opera nel pubblico; quel pubblico che doveva diventare privato perché il cittadino ne avrebbe trovato beneficio grazie alla concorrenza ed, infatti, è finita la pacchia per il pubblico perché adesso il cittadino può scegliersi il fornitore d’energia elettrica o del gas, ovviamente non troverà nessuna convenienza economica perché comunque è un’inculatura, però potrai sempre dire che hai avuto il privilegio di essertelo scelto; ovviamente il mercato libero non vale per l’acqua, e quindi? E quindi anche il mercato libero diventa imbecillità. Imbecillità per chi lo subisce, non perché è imbecille (a meno che oltre a subirlo non lo glorifica pure), ma imbecillità perché chi ha deciso di metterlo in piedi in questo modo l’ha fatto sapendo di poterlo fare grazie all’imbecillità dei contribuenti. Infine, e chiudo, prima di quel “noi tutti”, ci andrei piano, perché piano piano, ci hanno portato al punto di addebitare, sempre a noi tutti, anche l’evasione fiscale facendo gli esempi dello scontrino e non certo quello dei paradisi fiscali. Infatti, anche se fosse, trovo più imbecille sprecare tempo, uomini e mezzi nel controllare il bar che non emette lo scontrino, laddove con minor spesa rispetto all’eventuale rientro economico, puoi controllare dieci yacht parcheggiato in un porticciolo. Questione d’imbecillità, non di chi fa i controlli, ma della considerazione che si ha verso i cittadini. Allo stesso modo, considerata l’imbecillità che riconoscevamo alle istituzioni ogni volta che per un banale piscio di cane, questo paese era soggetto a conseguenze da inondazioni, ora in loro aiuto è arrivato il cambiamento del clima. Finalmente le inondazioni hanno un colpevole non istituzionale. Evviva, così anche quegli imbecilli che si fermavano al primo albero per pisciare, non lo faranno più.

  24. Perdona l’insolenza, Arien, ma hai fatto tutto questo panegirico solo per dire che non ti piace il governo Meloni? Per carità, la tua è una disamina puntuale e puntuta ma di parte, e ci sta, ché essere super partes è un’astrazione. Tuttavia, ritengo che si possa essere obiettivi, almeno in parte. Ad esempio, su un giornale smaccatamente di sinistra un articolista dopo aver riconosciuto che un certo Luciano Cheles ha inquadrato bene la destra attuale (ho semplificato al massimo), scrive:
    “Tuttavia si ha a volte l’impressione che Cheles forzi un po’ troppo la mano, nel capitolo dedicato a FdI, alla ricerca puntigliosa di richiami al fascismo e di saluti romani più o meno dissimulati, per esempio nell’esaminare i manifesti delle varie edizioni di Atreju, la festa annuale della destra meloniana. Ancora di più l’autore esagera nel decrittare reminescenze mussoliniane nelle parole dell’attuale premier. Certo, il Duce definì il fascismo ‘conservatore e rivoluzionario’, come ha fatto Meloni per la destra di oggi, ma vale la pena di ricordare che lo stesso ossimoro venne a suo tempo adottato da Enrico Berlinguer a proposito del Pci”. Così, per dire 🙂

  25. Ma dai Viola, davvero c’è in Italia un giornale “smaccatamente” di sinistra? Se fosse come dici vorrebbe dire che siamo davvero avanti con l’Intelligenza Artificiale, perché se davvero ci fosse, dietro di esso ci sarebbe solo uno staff virtuale. A meno che in Italia non ci sia ancora qualcuno di sinistra, ma dubito perché sono tutti morti. Gli altri vivono di vitalizio, ma non erano più sinistra e, dopo di loro, un paio di cabarettisti e poi, finalmente, giù il sipario. Così, per dire. 🙂

  26. Mah, non comprendo assolutamente il senso di questa esterofilia teutonica, che ha finito col rovinare l’ Europa, sia quella di ieri che quella di oggi. Non a caso qualche sovrano savoiardo definiva la Germania nazista una combriccola di pervertiti e degenerati, votati da un popolo di straccioni e guerrafondai. E gli imbecilli saremmo noi? O forse erano e sono tutt’ora loro a sopravvalutarsi, pensando di essere troppo furbi, visto che, con la scusa della guerra in Ucraina, vogliono riarmarsi… Altro che storia, compresa quella delle religioni! Se qualcuno ritiene che il fascismo sia ritornato, è una naturale conseguenza del pluriennale fallimento del consociativismo catto-comunista. Non a caso, il Milei argentino, l’ ultimo della serie dopo i vari Boris Johnson, Donald Trump, Bolsonaro, docet, o almeno dovrebbe.

  27. E perché non parlare della gloriosa storica sinistra italiana? Quella di D’Alema, che fa la cresta sui sommergibili colombiani, in qualità di consulente aziendale ed uomo d’affari. Oppure il buon Bertinotti, con la sua fissa per le 35 ore lavorative settimanali, e che ha anche il tempo per fare da testimone di nozze a Valeria Marini, da navigato vippaiolo che si rispetti. Infine come non ricordare il compagno massimalista Marco Rizzo, ora a braccetto col nostalgico camerata Gianni Alemanno, alla ricerca dell’ ennesimo partitello/cadreghino, ad ogni costo? Di fronte a questi sommi esponenti del vecchio arco costituzionale repubblicano e democratico Soumahoro andrebbe glorificato…..

  28. Buongiorno cara Viola e piacere di risentirti. Detto questo, direi che quell’avverbio mai come ora è “azzeccatamente” retorico, anzi <>….

  29. Dal su0 trattatello del 12 dicembre, che invero mi è riuscito di leggere applicandomi con una certa tenacia, si può evincere preliminarmente, oltre a quanto osservato da Giusy, che la ricerca della concisione non è tra i fini primari di Arien.
    Pare poi di capire che sia intimamente convinto che il popolo italiano sia composto di imbecilli, fatta eccezione evidentemente per lui stesso e per un manipolo di galantuomini, ormai estinti, tutti appartenenti, ca va sans dire, ad una certa passata sinistra, poiché, si sa, la superiorità morale è appannaggio di codesti eletti.
    Ora, mi è capitato più volte di palesare il mio accordo con le percentuali di Salvemini in merito alla composizione della classe politica, nonché di asserire la mia convinzione a riguardo delle proverbiali legioni di imbecilli che popolano il web e fanno arricchire a dismisura un certo numero di furbetti del pandoro pink o di quant’altro; tuttavia, concludere perentoriamente che siamo un popolo di imbecilli e che altre nazioni siano esemplari, la ritengo una conclusione frutto di un’analisi non proprio equanime.
    Un caro saluto, in particolare a Giusy e a Salvo! 🙂

  30. Carissimo Antonio, nel ricambiare il tuo saluto ed affetto, concordo sul fatto che, soprattutto nella fragile società odierna, nessuno può oramai considerarsi depositario del pensiero unico, paladino della superiorità morale, difensore della morale comune. Detto questo, e avendo sposato da sempre il concetto espresso chiaramente dal compianto Umberto Eco, va da sé che i pipponi, i tormentoni, le truffe, e in generale i privilegi dei vari marchesi del Grillo, non solo politici, sono tutti ingredienti di un frullato di neuroni. Tanto si sa che gli artefici di tutto ciò hanno da sempre il loro tornaconto.

  31. Sembrerà assurdo, ma quando abbracciamo un albero, lui lo percepisce…
    E’ quindi importante avere contatto con la natura e gli animali. Come possiamo pensare di vivere nell’Amore nel momento in cui si maltratta Madre Terra e gli animali. Le guerre, l’odio, la violenza sono anche frutto di questo rapporto…
    E’ quindi dentro di noi che dobbiamo cercare la nostra vera interiorità, attraverso l’Anima, per poi portarla all’esterno….
    Siamo in un mondo in cui al centro c’è il profitto, il denaro, il potere e alla fine i risultati sono questi che vediamo.
    Per poter sperare di salvare la situazione dobbiamo mettere al centro l’Amore.
    Pace e Armonia

  32. Almeno usa uno pseudonimo originale, invece di scimmiottare la Padrona di Casa: credo sia alquanto irriguardoso nei suoi confronti, anche se, nonostante ciò, nella sua magnanimità ti dà la possibilità di palesarti. Per il resto, non vedo nessuna tragedia o trauma all’ orizzonte, visto che sia io che la mia Dea continueremo a vivere le nostre esistenze nei rispettivi mondi paralleli. Quelli come noi sono come l’ araba fenice! I rosiconi invece, sono destinati all’oblio…..

  33. :))) no Spalmieros, nessun rosicone all’orizzonte, ero proprio io. Ho aggiunto a Viola “pandoro” per essere certa che avresti colto il riferimento alla tua “Dea”, divina quanto vuoi ma sempre truffatrice 🙂
    Buon Natale a tutti e a tutte.
    (quanto mi piace il politicamente corretto)

  34. Mah, capirai, il mondo è pieno di truffatori, tra politici al comando e/o loro parenti stretti, o ex … Uno di loro è sceso già agli inferi da un pezzo!!!! Per il resto, ricambio con affetto e stima. In fondo tu sei la mia Ferragni virtuale! 😉

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