“(…) Sperando che a poco a poco non diventino ricordi del mondo dismesso il blazer e l’abito blu, i colori beige, celeste e grigio, anche quello appesantito dalla malinconia, faremmo bene a riflettere sull’orrore dei pantaloni corti maschili, sull’esibizione, non sulle spiagge, ma per le strade delle città a quaranta gradi, di migliaia, di milioni di gambette di pollo sporgenti sotto ridondanti epe, vellose canizie e cappelli di paglia, senza più gerarchie sociali negli spazi vissuti del viaggio di piacere, del turismo che ininterrottamente sciama nei luoghi d’arte e della cultura“.
Francesco Merlo
Lo diresti reazionario Francesco Merlo? Ovviamente no. Ha solo stigmatizzato il cattivo gusto imperante da decenni nei paesi occidentali. Non sarebbe male se a lui si associasse un coro di voci a difesa della tradizione – ma in questo caso squisitamente italiana – per salvaguardare la nostra cucina, la nostra religione e tutta la cultura che ci ha resi grandi agli occhi del mondo. Senza che la cooptazione significhi disconoscere la libertà di ciascuno di fare come gli pare.
Le braghette corte con i peli in bella evidenza sono una triste necessita’ dettata dal clima. Cio’ che non e’ necessario e’ la esibizione compiaciuta della pochezza in cui navighiamo. Alle mode passeggere ed ai colori gridati degli accostamenti casual aggiungerei l’orridume dei megatatuaggi o dei pantaloni sgualciti esibiti come modo di essere …… ma e’ la generale corsa al ribasso in quello che tu chiami decoro, ed io usando un termine aborrito ai piu’ chiamerei se non onore almeno comportamento ed atteggiamento onorevoli. Che poi significa soltanto dignita’. 🙂
I megatatuaggi! un oltraggio all’estetica, oltretutto di una tristezza immane…ma non lo sanno che la pelle fa presto ad invecchiare e che lo spettacolo sarà orribile? mah 🙂