Quell’italiano pseudo-anglofonizzato

È irresistibile l'ascesa degli anglismi?

Scrive Stefano Massini: “Ricordo, circa vent’anni fa, un illuminante intervento di Luca Ronconi sull’influenza dei telefilm americani sul ritmo interno del nostro parlato italiano: Ronconi spiegava che la struttura fonetica stretta dell’inglese obbligava i doppiatori a sincopare continuamente e inzeppare di interiezioni il passo voluminoso di lingue che non sdegnano le proparossitone, come l’italiano o lo spagnolo. Si trattava di un espediente tecnico, per rendere più plausibile il labiale, ma la dilagante diffusione dei telefilm doppiati sui nostri canali televisivi aveva di fatto ingenerato nell’uso comune un italiano ‘pseudo-anglofonizzato’, in cui si ricalcava quella gabbia fonetica”.

Io di questa egemonia, che non si limita soltanto all’ambito televisivo, mi dolgo, perché se dalla scrittura esigo raffinatezze scevre da anglismi (e le trovo con una certa facilità), dal parlato mi aspetterei almeno un riverbero che possa dirsi figlio della stessa ricercatezza che alberga nella prosa cui alludo. Invece, devo vedermela continuamente con un uso gergale della lingua, diventata specchio del piattume di tempi che lodano la serialità del pensiero a scapito di ogni segno di elezione. Ma tornando all’italiano pseudo-anglofonizzato, non ci vorrà molto prima che qualcuno mi giudichi “originale”, giacché resto la sola a perpetuare l’uso dell’articolo la quando, congedandomi, auspico un “ci vediamo la settimana prossima”. Che qualcuno mi aiuti a sentirmi meno novecentesca.

Quell’italiano pseudo-anglofonizzatoultima modifica: 2023-06-03T17:23:47+02:00da VIOLA_DIMARZO

11 pensieri riguardo “Quell’italiano pseudo-anglofonizzato”

  1. Ricordo una divertente parodia si questo fenomeno di costume, quella del nostro compianto Albertone nazional-popolare nelle sue celebri commedie brillanti: Un americano a Parigi, Di che segno sei….. Lui sì che aveva capito l’italiota che scimmiottava gli yankee!

  2. Italioti idioti, hanno per le mani una lingua perfetta e la vandalizzano, salvo poi celebrare Dante, giusto per citarne uno, e quest’anno Calvino 🙂

  3. La via americana al benessere ha aperto squarci in tutte le società del pianeta. Complice una lingua parlata che si è via via imbarbarita divenendo più facile the american way ha frantumato tabu linguistici e morali e si e’ proposta ed imposta come solo riferimento del corso tecnologico moderno. Temo che la resistenza sarà vana,per riuscire dovrebbe essere sconfitto il concetto morale proprio del leviatano americano che da decenni ci attrae ammaestra e governa . Ma resistere fa bene al morale

  4. Secondo me, Viola, il maltrattamento della nostra lingua è dovuto solo in parva misura alla tracimazione in ogni dove della lingua inglese. Credo che la causa principale di questa evidente “indigenza linguistica”, un altro risvolto del declino del nostro Paese, è che ormai ogni forma di relazione e di comunicazione è tecno-mediata, e quindi c’è una costante interferenza relazionale ma anche cognitiva. Tutto è più sintetico, basato sull’esecuzione piuttosto che sulla creazione e sulla realizzazione. È tutto a portata di click, non si deve più creare e ragionare, non si scrive più con la penna, lo smartphone è diventato una protesi.
    Certo, come sempre, il problema non è il mezzo, bensì l’uso che se ne fa. Per quanto mi riguarda, continuo a scrivere manualmente ogni volta che è possibile, e preferibilmente con la stilografica, che mi dà un ulteriore piacere. Sono un novecentesco e questo non mi imbarazza affatto, anzi…:)

  5. Avendo fallito sia il nazifascismo che il socialcomunismo della vecchia Europa, quella del neoliberismo angloamericano era l’unica via all’orizzonte.

  6. Antonio, il tuo ragionare, come del resto quello di Panfilo, non fa una grinza, so bene anch’io che il mondo va in quella direzione, ma continuerò a essere donchisciottesca, se non altro mi diverto un po’ 🙂

  7. Il prezzo del progresso, che ha sostituito il pregresso. Una volta la lingua più diffusa a livello internazionale era il francese che in seguito, con l’avvento dell’informatica, è stato soppiantato dall’inglese. Che bei tempi quando sui mezzi pubblici avvisi e divieti erano indicati in 5 lingue: italiano, francese, inglese, tedesco e spagnolo. Riguardo le penne, beh, al lavoro, invece degli evidenziatori, uso per ogni cosa le mie 4 BIC: nera, blu, rossa e verde.

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