Vittorio Feltri e la mia parmigiana

Vittorio Feltri: Funari mi lanciò in tv. Vi racconto perché mi manca- INTERVISTA – Teatro e Musica News

Il primo passo per la felicità, o per quella zona franca che ne usurpa il nome, è soddisfare un desiderio. Poi due tre quattro, in numero variabile e rivalutabile, ma sempre posposti nel tempo, che sospirare di nostalgia non è salutare. Purché si resti nel lecito, non ci sono desideri giusti e desideri sbagliati, a ciascuno i propri perché la felicità è soggettiva. A questo pensavo, in un sussulto di autoassoluzione, mentre scrutavo con orgoglio la parmigiana di melanzane appena sfornata. E non perché la stessa fosse evocatrice dello stream of consciousness di cui sopra, ma soltanto perché mi sono tornate in mente le parole di Vittorio Feltri riportate nel tg delle sei, che tra le altre ha dato risalto alla notizia che il direttore ha lasciato Libero per tornare al Giornale, non prima però di aver preteso e ottenuto lo stesso stipendio alto: “I soldi mi interessano. La libertà di un giornalista si misura dalla busta paga. Dalla possibilità che hai di andare da un sarto e farti fare un buon abito su misura“.

Ora, quello di Feltri può essere interpretato, senza scomodare una pletora di specialisti, come il desiderio di essere in una posizione di superiorità per mettersi al riparo da ogni ingerenza. Giusto o sbagliato? Direi legittimo, e chi sostiene il contrario non assaggerà mai la mia parmigiana.

P.S.

Sai che ci sarà dibattito su questa affermazione“.

Non me ne frega niente“.

Puro atto di resistenza alla cannibalizzazione del politicamente corretto.

*Il virgolettato è preso dal Corriere della Sera.

Vittorio Feltri e la mia parmigianaultima modifica: 2023-06-24T16:18:41+02:00da VIOLA_DIMARZO

11 pensieri riguardo “Vittorio Feltri e la mia parmigiana”

  1. Arte culinaria e quattrini a parte, interessante la differenza tra tradimento coniugale e diversificazione…. Lui ha recentemente dichiarato che ha cuccato in ogni dove. Come pure ha parlato della sua malattia, dell’infanzia un po’ travagliata e soprattutto di quando rimase giovane padre vedovo. Ecco, lo inserirei nel gruppo di Orsini, Fusaro & Sgarbi.

  2. Non ho difficoltà a credere che abbia cuccato in ogni dove perché oltre al cervello gode di un buon impatto visivo. Quello che mi piace di Feltri è il suo essere rude, netto e profondamente insofferente a ogni forma di coercizione dialettica. Sì, forse il terzetto potrebbe evolvere in un quartetto.

  3. In effetti Feltri non va molto per il sottile, da buon bergamasco! Ricordo una sua risposta alla signora “labbre botulinizzate” de la 7 che lo aveva insultato sull’andropausa. Lei lo aveva definito “un poveretto in andropausa grave”, l’editorialista di Libero ha replicato: “Lei è in menopausa da lustri e ha la faccia di plastica”. Insomma si … amano alla follia! .. ahahahaha ..

  4. Viene quotidianamente preso in giro da tutti i satirici della correttezza politica,e credo che la cosa gli piaccia. Per essere personaggio devi muoverti entro schemi personali o nessuno schema in modo da offrire solo un minimo bersaglio. In questo Feltri è maestro.

  5. Aggiungo che come battutista ne ha di pregevoli e veste in un modo che collima perfettamente con i miei gusti!
    p.s.: davanti ad una parmigiana di melanzane non sono mai stato capace di rispondere delle mie azioni:)

  6. E allora mi acuserai se prima di offrirtene una porzione ci penso su :))
    P.S. Feltri veste come un vero lord e non nascondo che gli uomini che hanno buon gusto nella scelta degli outfit hanno un certo ascendente su di me. Ovviamente è indispensabile che abbiano anche cervello.

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