D’Alema e la nostalgia canaglia (e c’entra una partita a scopone)

D'Alema apre al ritorno nel Pd. Gelo dei dem: "Profonda irritazione". Letta replica su Twitter- Corriere.it

Massimo D’Alema, ex dirigente comunista con tanto di baffetto beffardo, oggi è un distinto signore di 73 anni, per sua stessa ammissione incline alla nostalgia:

Capita a questa età di esserne preda, e ho scoperto con grande conforto per me che la nostalgia è una risorsa esistenziale e che quel tanto di tristezza che porta con sé si mescola insieme all’appagamento per quello che si è vissuto e quindi migliora l’umore“.

Lo scrive nella prefazione al libro A Mosca l’ultima volta. In viaggio con Enrico Berlinguer uscito nel 1984 e ora ristampato da Solferino. Piacerà, quest’amarcord, ai nostalgici di una parentesi politica che non c’è più, soppiantata con varie vicissitudini da un qualcosa che vorrebbe legittimarsi come erede – e in qualche modo lo è – ma con infamia e senza lode. Divertente il ricordo di D’Alema a proposito di una partita a scopone sul Dc9 con Andreotti, Pertini e Berlinguer:

Pertini volle giocare a scopone. Fui coinvolto, in coppia con Andreotti contro il presidente e il segretario. Pertini si accaniva, ma la sua memoria era tradita dall’età. Berlinguer più che mai pensava ad altro. Ricordo che si giocava con le quattro carte a tavola e si considerava valida l’eventuale scopa finale. Andreotti, con autentico sadismo, concluse una partita facendo scopa con il settebello. Il presidente buttò letteralmente in aria le carte imprecando. Profferì parole di fuoco, mise pesantemente in dubbio le nostre abitudini sessuali per bollare l’anomala fortuna (ma usò una parola diversa). Andreotti rimase imperturbabile. Berlinguer era dispiaciuto. Poi mi prese in disparte e mi rimproverò bonariamente, ma con serietà. “Al presidente bisogna lasciar fare qualche punto. È il capo dello Stato e ci tiene”.