Tambellini: Siamo i primitivi di una nuova era

  Aldo Tambellini, filmaker sperimentale, videoartista e poeta, ha da poco compiuto novant’anni e, ribadendo che l’arte è creatività pura ed energia, “qualcosa a cui non fare domande, sulla quale non discutere”, torna su un suo vecchio lavoro (foto) e dice: “Nel 1961, quando coniai questa espressione, mi riferivo ai progressi tecnologici raggiunti dall’uomo: avevamo scoperto il potere dell’atomo e intrapreso la strada dell’energia nucleare, i figli di quell’epoca erano i primitivi che avrebbero sperimentato l’assenza di peso, come gli astronauti. L’umanità cominciò a desiderare un nuovo corso: il razzismo non era più accettabile così come la divisione tra chi possiede molto e chi non ha nulla, mentre le persone di colore rivendicavano uguali diritti. Se dovessimo pensare a quell’epoca, potremmo dire che tutti i nostri nemici erano facilmente identificabili, sapevamo chi era responsabile dello status quo e come denunciare quello che succedeva. Nel 2020 dobbiamo affrontare un problema non altrettanto trasparente e identificabile. Abbiamo incontrato un nemico che ci ha colto di sorpresa e che non ci saremmo mai aspettati. In questo senso siamo nuovamente dei primitivi che stanno intraprendendo un nuovo viaggio per imparare a navigare in un mondo sempre mano sicuro, in cui vivere con nuove regole, in cui vedere molte persone morire a causa di un’infezione virale che influisce su ogni aspetto della nostra vita. Siamo consapevoli di essere in una nuova realtà, che la nostra vita cambierà per sempre, così come le nostre priorità, e comprendiamo quanto siamo tutti interconnessi. Com’eravamo quando eravamo uomini?, scrissi in una delle mie poesie. Penso che la domanda sia ora, più che mai, attuale“.

Foto: Aldo Tambellini, We Are the Primitives of a New Era