Frivolezze care a Dioniso

  Nell’Alcesti di Euripide, Eracle dice: Avanti, vieni qui, divertiti e bevi anche tu. La vita va assaporata giorno per giorno. Al resto non pensare e lascialo al destino. Su, siediti, mettiti delle corone di fiori: vedrai che quando avrai bevuto da questa coppa, tutte le tue angosce svaniranno. Che potere magnifico ha il vino!”.

  E, incontestabilmene, Eracle ha ragione purché si tenga fede alla regola dei tre bicchieri: uno per la salute, uno per l’amore, uno per il sonno, ché andare oltre è un azzardo. Però il vino va servito nel bicchiere appropriato e per questo Jancis Robinson, critica enologica di fama mondiale, ha creato il suo (foto) in collaborazione col designer londinese Richard Brendon: un calice a tulipano, elegantissimo, di cristallo soffiato, perfetto per esaltare il bouquet e il colore di tutti gli assaggi.

  Tuttavia chi avesse in animo di fare le cose in grande e soprattutto volesse stupire, dovrebbe ricorrere al sabrage, antica e nobile arte che risale alla Francia di Napoleone, quando per festeggiare le vittorie in battaglia si aprivano le bottiglie con lo strumento più a portata di mano: la sabre, ovvero la sciabola. Pare che la migliore in commercio sia quella realizzata da Due Cigni: la lama nera, teflonata, consente l’apertura della bottiglia grazie a un colpo secco che colpisce il collo e lo separa dal collare, facendolo volare via insieme al tappo. Prima però è consigliabile fare un po’ di pratica con le card Sciaboliamo: realizzate in acciaio, sono dotate di un foro che permette di agganciarle, tramite una catenella, alla gabbietta della bottiglia, impedendo che il tappo decolli senza controllo. Prosit!

SABRAGE CARD TESSERA Per Sciabolare Champagne Sciabola SCIABOLIAMO ...

  “I biscotti che le comprava erano conosciuti col nome di Blackout cookies. Li vendevano alla Columbus Bakery, che era sul percorso della sua passeggiata quotidiana. Lui cercava di non mangiarli. E si asteneva anche dal bere: l’alcol interferiva con una delle numerose medicine che prendeva. Per Alice, però, sceglieva bottiglie di Sancerre o Pouilly-Fuissé e, dopo averle versato quello che lei voleva, infilava di nuovo il tappo sulla bottiglia e la posava sul pavimento accanto alla porta, così poi Alice si sarebbe ricordata di portarsela via.

   Una sera, dopo aver sbocconcellato un biscotto, Alice bevve un sorso di vino e fece un’espressione di garbato disgusto.

   “Che c’è?”

   “Scusa se te lo dico,” rispose lei. “Non vorrei sembrarti ingrata. È solo che, sai com’è, non stanno bene insieme”.

   Lui rifletté per qualche istante, poi si alzò e andò in cucina a prendere un bicchiere e una bottiglia di Knobb Creek.

  “Prova questo”.

   La guardò famelico addentare il biscotto e bere un sorso. Il bourbon scese come una fiamma.

     Alice tossì. “Divino,” disse”.

tratto da Asimmetrie di Lisa Halliday