Emma e le altre

Emma Bovary compie 160 anni | Meer

Morir d’amore? Giammai! Basta guardare a Emma Bovary, adultera piccola borghese che dopo aver perso la testa per due amanti mediocri e  vigliacchi, vinta dalla disperazione e dai debiti si dà la morte con l’arsenico. Va da sé che ha tutta la mia stima, ma ripeto, il sacrificio estremo non serve. Penso invece tutto il male possibile della prostituzione morale, di quella forma di mercimonio il cui copione può prevedere di accompagnarsi a un nanerottolo ignorante ma dalla posizione prestigiosa, in ragione della quale si profonde in grandi promesse. E si adopera pure, occhialuto e infoiato (al bando la politeness), per regalarti quello che desideri, salvo poi in extremis tornare sui suoi passi proprio come il Rodolphe di Emma. E tu, che dell’eroina di Flaubert non possiedi né la classe né lo spirito di sacrificio, ti vendichi scatenando il putiferio.

Al nanerottolo, per il quale provo sincera compassione, direi soltanto una cosa: l’ossessione erotica che hai nutrito per una donna giovane e bella è un moto istintuale universalmente noto, quindi sotto questo profilo non fai storia. Ma come tutti gli omuncoli che ti hanno preceduto, uno dei quali decisamente illustre e yankee, hai peccato di presunzione: hai creduto davvero che la bionda veniva con te per una “relazione di tipo affettivo”? Piuttosto, lascia che ti sveli un segreto: mentre tu scopavi lei, lei non ha mai scopato te, anzi: è molto probabile che mentre giacevi inerme ed estatico, la fattrice teneva a bada il disgusto. Ora piangi e speri nella benevolenza di moglie e capa e magari andrà così, noi te lo auguriamo. Tuttavia, se avessi voluto chiudere a testa alta questo banalissimo feuilleton, le dimissioni sarebbero state d’obbligo come la noblesse, e ti avrebbero assicurato il rispetto della bionda a cui devi tutto. Ma tu, piccolo uomo, a queste cose non ci arrivi.

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