Sono povera ma mangio bene perché la realtà in cui mi muovo, priva di boschi verticali e metro, consente di approvvigionarsi di ogni ben di Dio senza ritrovarsi con le tasche vuote. Per altri versi però sono povera perché guido un’utilitaria e non potrò mai permettermi una Birkin, ma restando all’iperbole del ministro Lollobrigida “spesso i poveri mangiano meglio, perché comprano dal produttore e a basso costo prodotti di qualità“, direi che posso ritenermi fortunata. Chi invece dovrebbe piangere della propria pochezza sono quelli che montano un caso ben sapendo che nel contesto discorsivo la frase estrapolata a bella posta si incastrava alla perfezione. Aggiungo, se tutti i poveri potessero avere 35 euro al giorno, che è la somma che ora il Governo destina a chi si occupa di accoglienza, ma che pure i sindaci che per anni si sono battuti affinché il nostro divenisse il Paese senza frontiere rifiutano, direi che oltre al cibo locale di qualità, si potrebbe di tanto in tanto insaporire i piatti con una grattatina di tartufo.